silbusin ha scritto
Uovo del contadino? Nessuna garanzia di igiene e conservazione: è una delle tante leggende che vivono ancora sul "ruspantismo" agricolo ma che si farebbe bene a dimenticare.
silbusin ha scrittoChi si fida ormai più di bere il latte appena munto?
Stroliga ha scrittoMai morta per uova e latte appena munto crudo NON BOLLITO (lo bevo dal 1994 tutti i giorni) o per formaggi del contadino; devo essere proprio una brutta bestia, me lo dice sempre mio marito!
Fante ha scrittoStroliga ha scrittoMai morta per uova e latte appena munto crudo NON BOLLITO (lo bevo dal 1994 tutti i giorni) o per formaggi del contadino; devo essere proprio una brutta bestia, me lo dice sempre mio marito!
Piccolo semi OT. Ricordatelo: pastorizzazione, conservanti, plastica, antibiotici hanno praticamente azzerato le intossicazioni alimentari.
Baci
silbusin ha scrittoChi si fida ormai più di bere il latte appena munto?
dewhiff ha scrittoMio nonno lo mungeva, aveva (tempo addietro) stalla e mucche annesse.
Riforniva parte del paese col suo latte in cambio di altri beni alimentari da parte di altri contadini (vita rurale..).
dewhiff ha scrittosilbusin ha scrittoChi si fida ormai più di bere il latte appena munto?
Io.. ^_^
Mio nonno lo mungeva, aveva (tempo addietro) stalla e mucche annesse.
Riforniva parte del paese col suo latte in cambio di altri beni alimentari da parte di altri contadini (vita rurale..)
Lo facevamo bollire e toglievamo ogni sera con moltissima attenzione e a mò di sterilizzazione la pellicola e la schiuma che si formava in superficie..
Che latte.. la mia infanzia.. senza contare i principi nutrizionali contenuti nel latte appena munto rispetto a quello che comrpiamo al supermercato.
Quando ha venduto l'ultima mucca avevo circa dieci anni.. uno shock il primo cartone di latte confezionato. Qual sapore, rischi a parte, non l'ho mai più ritrovato.
Io credo che, uova o latte che dir si voglia, la produzione su scala industriale vada si a favore di maggiori controlli e igiene (a meno che, come nel mio caso, non si conoscano e applichino scrupolosamente le procedure di sterilizzazione che spesso e volentieri il contadino non usa).. tuttavia la produzione contadina mantiene genuinità e sapori unici.. come dice mio nonno.. bisogna andare a vedere cosa danno alla gallina, come tengono e cosa danno alla vacca.. e ahimè dall'alto dei suoi 84 anni compiuti aveva e ha ragione.
silbusin ha scrittodewhiff ha scrittosilbusin ha scrittoChi si fida ormai più di bere il latte appena munto?
Io.. ^_^
Mio nonno lo mungeva, aveva (tempo addietro) stalla e mucche annesse.
Riforniva parte del paese col suo latte in cambio di altri beni alimentari da parte di altri contadini (vita rurale..)
Lo facevamo bollire e toglievamo ogni sera con moltissima attenzione e a mò di sterilizzazione la pellicola e la schiuma che si formava in superficie..
Che latte.. la mia infanzia.. senza contare i principi nutrizionali contenuti nel latte appena munto rispetto a quello che comrpiamo al supermercato.
Quando ha venduto l'ultima mucca avevo circa dieci anni.. uno shock il primo cartone di latte confezionato. Qual sapore, rischi a parte, non l'ho mai più ritrovato.
Io credo che, uova o latte che dir si voglia, la produzione su scala industriale vada si a favore di maggiori controlli e igiene (a meno che, come nel mio caso, non si conoscano e applichino scrupolosamente le procedure di sterilizzazione che spesso e volentieri il contadino non usa).. tuttavia la produzione contadina mantiene genuinità e sapori unici.. come dice mio nonno.. bisogna andare a vedere cosa danno alla gallina, come tengono e cosa danno alla vacca.. e ahimè dall'alto dei suoi 84 anni compiuti aveva e ha ragione.
Se adesso è in teoria più sicuro bere il latte appena munto (visti i controlli veterinari), ma ripeto non è una procedura sicura al 100%, un tempo, vista l'ampia presenza della tubercolosi bovina e della brucellosi poteva essere veramente un azzardo.
Bollito? Perchè mai allora? Bollire il latte e portare a degrado molte sostanze nutritive è un attimo. Infatti il processo di sanificazione del latte si chiama "pastorizzazione" oppure "tindalizzazione" e serve a non far perdere nutrienti. Poi per "sterilizzare" un liquido con la bollitura bisogna far bollire a 100° per almeno 20 minuti, il che significa rovinare il prodotto.
Poi perchè chiamare il latte "industriale"? Perchè è stato reso sicuro e non è diverso da quello appena munto?
I sapori del contadino? Mah...sono ricordi ingigantiti da una certa retorica della campagna come giardino dell'eden.
Mica vero.
Andatevi a vedere i tassi di mortalità infantile, i tassi di morbilità per TBC, i tassi di morbilità per tifo. and so on, dell'ambiente rurale degli anni 50. Provate e vedere quante case coloniche avevano l'acqua corrente, come erano i cessi con la fossa biologica, quali norme igieniche venivano rispettate, l'aspettativa media di vita di coloro che viveno in campagna. Provate per pura cusiosità a cercare questi dati...
I ricordi fanno bene alla mente perchè ingentiliscono l'animo, ma lasciamoli come semplici ricordi.
Ogni epoca ha i suoi problemi, purtroppo.
saluti.
alcor ha scrittodewhiff ha scrittoMio nonno lo mungeva, aveva (tempo addietro) stalla e mucche annesse.
Riforniva parte del paese col suo latte in cambio di altri beni alimentari da parte di altri contadini (vita rurale..).
Dewhiff al 101%.
Da piccolo passavo i tre mesi estivi in Val Nure (PC) dai nonni materni e paterni in 2 paesi differenti. Confermo che le stesse cose che ha scritto dewhiff sono capitate anche a me. Oltre ai pordotti degli animali, quelli della terra dove li mettiamo? Le patate andavamo direttamente a raccoglierle nel campo...
Sull'igiene avete RAGIONE, però almeno lasciatemi i ricordi positivi...
aac
dewhiff ha scrittoIo tuttora consumo almeno un 80% di verdure provenienti direttamente dall'orto di mio nonno e vicini, consumo mele colte da piantagione a venti minuti di distanza cui mio nonno attinge con cadenza quindicinale, burro e mascarpone che nella stagione invernale sono fatti da alcuni contadini che conosce mio padre tramite l'attività lavorativa che mi hanno fatto capire cos'è il vero mascarpone e il vero tiramisù, d'autunno ricevo funghi direttamente raccolti nelle vicine colline, bevo vini oltrepadani cui contribuisco io stessa (tempo permettendo) con la vendemmia, ricevo uova fresche di galline che conosco quasi di nome e bevevo il latte di Milka (la mucca di mio nonno, battezzata così da me e mia cugina.. si lo so non ridete roppo). Mai una malattia. Mai un disturbo gastrointestinale. Eppure statisticamente dovrei avere avuto almeno qualche problema nel corso di 24 anni vissuti così. Posso anzi dire che talvolta mi stupisco perchè ho delle amiche cittadine che ogni due per tre sono influenzate, anche nelle stagioni più disparate, e io non ho mai un principio di raffreddore che sia uno.
Bisognerebbe più che altro valutare da un lato i rischi di un'alimentazione genuina rurale talvolta scarsamente tutelata dal punto di vista igienico, ma dall'altra quelli di prodotti cui, a lettura d'etichetta, qualcosa di diverso ce l'hanno eccome.
E a questo proposito sarebbe credo interessante aprire un topic a riguardo.. "cibi trattati e non" coi pro ed i contro (anche economici ora che ci penso, perchè no) degli uni e degli altri.
silbusin ha scrittodewhiff ha scrittoIo tuttora consumo almeno un 80% di verdure provenienti direttamente dall'orto di mio nonno e vicini, consumo mele colte da piantagione a venti minuti di distanza cui mio nonno attinge con cadenza quindicinale, burro e mascarpone che nella stagione invernale sono fatti da alcuni contadini che conosce mio padre tramite l'attività lavorativa che mi hanno fatto capire cos'è il vero mascarpone e il vero tiramisù, d'autunno ricevo funghi direttamente raccolti nelle vicine colline, bevo vini oltrepadani cui contribuisco io stessa (tempo permettendo) con la vendemmia, ricevo uova fresche di galline che conosco quasi di nome e bevevo il latte di Milka (la mucca di mio nonno, battezzata così da me e mia cugina.. si lo so non ridete roppo). Mai una malattia. Mai un disturbo gastrointestinale. Eppure statisticamente dovrei avere avuto almeno qualche problema nel corso di 24 anni vissuti così. Posso anzi dire che talvolta mi stupisco perchè ho delle amiche cittadine che ogni due per tre sono influenzate, anche nelle stagioni più disparate, e io non ho mai un principio di raffreddore che sia uno.
Bisognerebbe più che altro valutare da un lato i rischi di un'alimentazione genuina rurale talvolta scarsamente tutelata dal punto di vista igienico, ma dall'altra quelli di prodotti cui, a lettura d'etichetta, qualcosa di diverso ce l'hanno eccome.
E a questo proposito sarebbe credo interessante aprire un topic a riguardo.. "cibi trattati e non" coi pro ed i contro (anche economici ora che ci penso, perchè no) degli uni e degli altri.
che Dio ti benedica e ti mantenga in salute!!!
probabilmente non avrai altri fattori di rischio (fumo, air pollution, alcol, alterato ritmo veglia-sonno, ecc.) e la giovane età e il fatto di essere donna migliora il tutto. Continua così.
Dalle statistiche ISTAT l'aspettativa di vita è inferiore nelle zone rurali che nelle città: why?
cmq hai detto una cosa sacrosanta: il mangiare sano, semplice e regolare, il bere con assoluta moderazione, l'utilizzo scarso di zuccheri raffinati sono elementi fondamentali per mantenersi in salute.
ma non dirlo troppo forte perchè fischierebbero le orecchie a troppi entusiasti del fegato malato, del lardo, dei salumi di cinta senese e dei pasti da 2000 calorie e dei pre-pre-pre-pre dessert
un abbraccio dewhiff.
silbusin
silbusin ha scrittoDalle statistiche ISTAT l'aspettativa di vita è inferiore nelle zone rurali che nelle città: why?