caglia ha scrittoNun zo....
il caso De Cecco potrebbe essere nella direzione che dici tu, visto che lo chef ha anche sviluppato ( ) il prodotto.
In generale però si fa un uso smodato di testimonial "del settore" in pubblicità.
Non so quanto ragionamento ci sia dietro.
Quanto alla pretesa di "qualità" nell'apri e cuoci sicuramente c'è.
A livello di dichiarato.
Poi guardi il comportamento effettivo d'acquisto e noti qualche discrepanza.
Sarà che non sappiamo neanche noi consumatori cosa voglia dire qualità?
Ya, d'accorden....alla pubblicità non interessa il
perchè ma il
chi fa il testimonial.
Tuttavia mi sembra che sia una evoluzione usare un grande chef rispetto al nonno Gigi o alla sciura Genoveffa che fan le cose come una volta.
Alla fine, come ha detto un grandissimo pensatore dei nostri tempi ( io ), mangiare a un certo livello è un privilegio sociale. Fuori casa è un problema economico, in casa è un problema - come ha anche fatto notare Silbusin - di tempo, spazio e attrezzature - sembra una cagata, ma se non hai la lavastoviglie ti passa un po' la voglia di cucinare.
Tuttavia mangiare bene è una conquista culturale, sia che venga fatto attraverso una riscoperta della tradizione o attraverso l'innovazione. E che ci sia un'attenzione crescente verso la gastronomia è evidente. Questo potrebbe essere un segnale in più. No?