Condivisione e scambio di opinioni, notizie, sul mondo gastronomico. Tematiche tecniche riguardanti il "mangiare".
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da caglia il 31 ott 2006 16:06


Fante ha scrittoSe una industria usa uno chef per pubblicizzare un suo prodotto, vuol dire che il grosso della clientela pretende una maggiore qualità, anche nell' apri e cuoci.

Neu?


Nun zo....
il caso De Cecco potrebbe essere nella direzione che dici tu, visto che lo chef ha anche sviluppato ( :roll: ) il prodotto.
In generale però si fa un uso smodato di testimonial "del settore" in pubblicità.
Non so quanto ragionamento ci sia dietro.

Quanto alla pretesa di "qualità" nell'apri e cuoci sicuramente c'è.
A livello di dichiarato.
Poi guardi il comportamento effettivo d'acquisto e noti qualche discrepanza.

Sarà che non sappiamo neanche noi consumatori cosa voglia dire qualità?

da ilForchetta il 31 ott 2006 16:09


Vero, Silvano. Stavo giusto ragionando sulla questione del sugo tarato per non piacere a nessuno che io stesso ho posto.

In realtà, è un fattore secondario. Ciò che conta è posizionarsi diversamente rispetto alla concorrenza, dando per assodato che i sughi pronti si consumano, sicuramente. La questione sta nel produrre il sugo che viene consumato.

In ques'ottica, il fatto che lo chef sia conosciuto o meno a livello medio è poco importante È importante che sia uno chef e che, se qualcuno dovesse indagare, risulti uno chef importante. È un passo avanti rispetto a Barilla, per intenderci.

Barilla ha i sughi pronti fatti da uno chef simbolico, il papà figo con i classici due figli nella casa con giardino luminosa e pulita.

De Cecco fa il passo avanti e propone lo chef, ma vero.

Questo, dal punto di vista della comunicazione. Poi, si posiziona il prodotto dal punto di vista del prezzo. Alto, in questo caso.

Proprio ieri ho comprato 4 bottiglie di eccellente birra per un regalo. 10 euro a bottiglia. Una follia. Ma se fosse costata 6 o 7 il consumatore si pone più domande e sulla convenienza. Ad un prezzo molto elevato, si tende inconsciamente a dare per scontata la qualità (per forza! se costa così!) e questo è un passo avanti mostruoso.

da Fante il 01 nov 2006 17:12


caglia ha scrittoNun zo....
il caso De Cecco potrebbe essere nella direzione che dici tu, visto che lo chef ha anche sviluppato ( :roll: ) il prodotto.
In generale però si fa un uso smodato di testimonial "del settore" in pubblicità.
Non so quanto ragionamento ci sia dietro.

Quanto alla pretesa di "qualità" nell'apri e cuoci sicuramente c'è.
A livello di dichiarato.
Poi guardi il comportamento effettivo d'acquisto e noti qualche discrepanza.

Sarà che non sappiamo neanche noi consumatori cosa voglia dire qualità?


Ya, d'accorden....alla pubblicità non interessa il perchè ma il chi fa il testimonial.
Tuttavia mi sembra che sia una evoluzione usare un grande chef rispetto al nonno Gigi o alla sciura Genoveffa che fan le cose come una volta.
Alla fine, come ha detto un grandissimo pensatore dei nostri tempi ( io ), mangiare a un certo livello è un privilegio sociale. Fuori casa è un problema economico, in casa è un problema - come ha anche fatto notare Silbusin - di tempo, spazio e attrezzature - sembra una cagata, ma se non hai la lavastoviglie ti passa un po' la voglia di cucinare.
Tuttavia mangiare bene è una conquista culturale, sia che venga fatto attraverso una riscoperta della tradizione o attraverso l'innovazione. E che ci sia un'attenzione crescente verso la gastronomia è evidente. Questo potrebbe essere un segnale in più. No?

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