primus ha scrittoRiconosciamo tutti, almeno credo, che gualtiero sia il re indiscusso della cucina italiana, ma non è che tutto quello che scrive sui suoi libri siano legge divina ed il resto del mondo minkiate.
Per macs & Co. , il fegato si cuoce nel burro, non ci sono cassi
Qui stavamo parlando di metodo e se uno certe cose non le sa farebbe più bella figura a tacere. Io tempo da perdere con i coglioni non ne ho. Quando un metodo è più razionale e preciso di un altro, è inutile insistere con la tradizione. Si passa al metodo nuovo.
Eccotelo:
per 4 persone
400 gr. circa di fegato di vitello pulito di pellicine ed eventuali grumetti di sangue. Tagliarlo a fette di 4 cm di lato e 2-3 mm di spessore.
100gr di buon burro
4 cipolle bianche grosse cadauna come una pallina da golf. Aumentare la dose se si gradiscono
1 dcl di vino bianco secco tocaj
sale-pepe e cerfoglio per guarnire.
PROCEDIMENTO
In una casseruolina adeguata mettere a freddo le cipolle affettate sottilissime, 50gr.di burro ed il vino bianco.
Incoperchiare e cuocere fuoco dolce per 30minuti. Controllare che non si asciughimo e, se il caso, unire qualche cucchiaio di acqua e vino. Alla fine devo risultare fondenti con un bella cremina. Salare e pepare solo alla fine -eventualmente, se si gradisce, aggiungere un ulteriore ricciolo di burro.
In una padella di adeguate dimensioni mettere il restante 50 gr. di burro e quando comincia a spumeggiare unire il fegato salato e pepato leggermente.Far cuocere le scaloppe per non più di 1 minuto per parte, mantenendole rosa. Aumentare a 1,30 minuti in caso si preferisca il fegato ben cotto.
ASSEMBLAGGIO FINALE
Sistemare le cipolle sul fondo di piatti caldi e stenderle a velo.
Sopra le cipolle adagiare le scaloppe di fegato e completare con ciuffo di cerfoglio o prezzemolo riccio.
Prova i 2 metodi e ti renderai conto che Bob non sa da che parte si trovi il manico della padella. Quando uno odia un personaggio come Marchesi è perchè lo invidia.
Ciao
LA MAX 61°
Come vedi, la ricetta originaria non è stravolta o chissachè. E' stato tutto finalizzato per ottenere una cosa leggera, digeribile e raffinata rispetto alla tradizione.
Queste son cose che Marchesi scriveva 26 anni fa e che sono tutt'ora valide. Stessa tecnica di razionalizzazione è stata adottata per ammodernare la ricetta del Rognone di vitello.
Occi ci troviamo a cose fatte. Cosa faresti per migliorare ulteriormente? Il difficile sta proprio in questo. Togliere ciò che è superfluo.