ilForchetta ha scrittoDa cliente, rivendico il diritto a sedermi al tavolo di chi mi pare, di qualsiasi livello ed esprimere un giudizio (e a fare il ruttino).
Fante ha scrittoDevi rivendicare il diritto di esprimere un giudizio, ma devi avere l'onestà di capire i tuoi limiti e, se davvero la cosa ti interessa di migliorarti.
ilForchetta ha scrittoD'accordo, anzi di più. Peccato, bello il mio cicciottolone, che il tuo ragionamento partisse da altre basi.
Fante ha scrittoilForchetta ha scrittoD'accordo, anzi di più. Peccato, bello il mio cicciottolone, che il tuo ragionamento partisse da altre basi.
Non hai capito niente.....per apprezzare consapevolmente un grande piatto devi avere fatto un certo percorso! Ma porca besciamella, non è tanto difficile da capire! Se uno va a guardare solo i film di Vanzina, potrà anche andare a vedere un film di Kubrick, ma sarà assolutamente ininfluente che gli sia piaciuto o meno, perchè tanto non ha capito un casso lo stesso! Cribbio! Comunista!
silbusin ha scritto Non ci siamo. Non si può pensare all'origine della cucina tradizionale se no la maionese, visto che è stata inventata per il Re Sole (se non sbaglio) sarebbe un alimento da ricchi?
silbusin ha scrittoI ravioli sono tradizionali, poi è arrivato Marchesi con il raviolo aperto, poi è arrivato Adrià con il sugo fuori e la pasta dentro,...
Bob ha scrittoInfatti, secondo me, la maionese NON fa parte della cuicna tradizionale: a casa mia era una sciccheria riservata alle feste, quando ero piccolo.....
È sicuramente la più diffusa fra le salse che sono state inventate. La sua origine non è sicura, ma pare - e questa non è che una delle versioni - che il suo nome derivi dalla città spagnola di Mahon, dove il cuoco militare di Armand de la Porte, duca di Richelieu, improvvisò, nel 1757, una salsa a base di olio crudo e tuorlo d'uovo, non avendo altri ingredienti a disposizione. Il successo fu strepitoso, però stranamente la salsa mahonnaise, che in Francia diventa mayonnaise e in Italia maionese, non ha preso il nome del suo inventore, bensì del luogo di origine.
ilForchetta ha scrittoAl di là dei discorsi sulla necessità di un percorso formativo, non vi pare che un ristoratore di un certo livello debba essere in grado di soddisfare chiunque si trovi di fronte, indipendentemente dalla 'cultura' gastronomica dell'avventore?
E che il problema si ponga soprattutto quando si parla di innovazione e sperimentazione?
Ovvero, noi ci stiamo ponendo il problema di quanto noi clienti dobbiamo essere eruditi per riuscire a comprendere lo sforzo dello chef ma, alla fin fine, chi veramente deve fare lo sforzo di essere comprensibile è, in primis, il ristoratore.
In primis, non in primus, eh!