capohog ha scritto“Dicesi slow food di un posto, di una trattoria, di una stalla, di un luogo qualsiasi dove si trovava un formaggio squisito che il contadino vi vendeva a buon prezzo ma dove adesso hanno messo una stronza, magra come un chiodo, che non lo assaggia neanche ma che lo vende, il formaggio, a prezzo decuplicato”. e Dissapore commenta.. così!
Che comunque sia diventato un business notevole quello dei presidi mi sembra abbastanza accertato....
Mauro1980 ha scrittol'ho visto con alcuni prodotti slow food, genuini e fatti con cura prima venissero presidiati, dal momento della bolla papale, grazie al clamore, la domanda è aumentata parecchio, un produttore onesto dovrebbe limitare la propria produzione in funzione delle proprie capacità (alcuni lo fanno), quelle capacità che gli permettono di mantenere i livelli qualitativi che l'hanno reso famoso.
Capita invece che all'aumentare della domanda aumenti anche vertiginosamente la produzione con conseguenze nefaste sulla qualità finale.
scogghi ha scrittoMauro1980 ha scrittol'ho visto con alcuni prodotti slow food, genuini e fatti con cura prima venissero presidiati, dal momento della bolla papale, grazie al clamore, la domanda è aumentata parecchio, un produttore onesto dovrebbe limitare la propria produzione in funzione delle proprie capacità (alcuni lo fanno), quelle capacità che gli permettono di mantenere i livelli qualitativi che l'hanno reso famoso.
Capita invece che all'aumentare della domanda aumenti anche vertiginosamente la produzione con conseguenze nefaste sulla qualità finale.
E tu, con questo intervento in altro topic non parli di business
luc83 ha scrittocapohog ha scritto“Dicesi slow food di un posto, di una trattoria, di una stalla, di un luogo qualsiasi dove si trovava un formaggio squisito che il contadino vi vendeva a buon prezzo ma dove adesso hanno messo una stronza, magra come un chiodo, che non lo assaggia neanche ma che lo vende, il formaggio, a prezzo decuplicato”. e Dissapore commenta.. così!
Che comunque sia diventato un business notevole quello dei presidi mi sembra abbastanza accertato....
purtroppo in italia i presidi vengono sfruttati ed invece di difendere il prodotto si crea il business
figlidiputin ha scritto
Già. Che mi dici (dite) invece di Campagnaamica? Mi sembra abbia una filosofia più corretta (anche e soprattutto verso chi produce)
luc83 ha scrittofiglidiputin ha scritto
Già. Che mi dici (dite) invece di Campagnaamica? Mi sembra abbia una filosofia più corretta (anche e soprattutto verso chi produce)
non sono mai stato ai loro mercati, magari maxb. ha visitato quello di cuasso al monte.
sono invece stato a quello di Varese organizzato dalla coldiretti e qualche cosa di interessante l'ho trovato...soprattutto i formaggi di capra della Valcuvia.
capohog ha scrittoChe comunque sia diventato un business notevole quello dei presidi mi sembra abbastanza accertato....
manufood ha scrittocapohog ha scrittoChe comunque sia diventato un business notevole quello dei presidi mi sembra abbastanza accertato....
forse, come dice Mauro, il business di alcuni produttori non è aumentato però è aumentato tutto ciò che gira intorno a Slow Food. io ne ero socio poi ne sono uscito perchè personalmente non condivido molte idee di Petrini che si assurge nelle sue affermazioni a re del mondo.
Slow Food era un bel progetto poi hanno cominciato a pensare a farci i soldi e da causa nobile è diventata una vacca da cui mungere più latte possibile.
ovviamente tutto IMHO.
Mauro1980 ha scrittoscogghi ha scrittoMauro1980 ha scrittol'ho visto con alcuni prodotti slow food, genuini e fatti con cura prima venissero presidiati, dal momento della bolla papale, grazie al clamore, la domanda è aumentata parecchio, un produttore onesto dovrebbe limitare la propria produzione in funzione delle proprie capacità (alcuni lo fanno), quelle capacità che gli permettono di mantenere i livelli qualitativi che l'hanno reso famoso.
Capita invece che all'aumentare della domanda aumenti anche vertiginosamente la produzione con conseguenze nefaste sulla qualità finale.
E tu, con questo intervento in altro topic non parli di business
Tutto va quantificato Scogghi ma hai fatto bene a far notare quella che di prim'acchito sembra una contraddizione
Se vuoi cito un esempio reale,
Un bravo norcino che da 200-300 salumi l'anno è passato a produrne 1000 (una volta presidiato), ha quintuplicato la produzione, ma rimane comunque un'inezia rispetto a tanti produttori medi, (anche senza confrontare coi big come Beretta, Negroni, Levoni,ecc... che lavorano su ben altri numeri)
La sua attività, da microscopica qual'era, è diventata piccola, ma la qualità finale è cambiata radicalmente.
Se vuoi produrre 1000 salami, ma non hai lo spazio per la stagionatura, che ricordo essere di almeno 5-6 mesi per un salame nostrano, sei obbligato ad accorciare i tempi di stagionatura e a macellare non rispettando più le stagionalità, insomma fai un prodotto diverso, a mio parere peggiore.
Questo intendevo nel topic che hai linkato
In questo thread invece voglio dire che anche chi produce 1000 salami l'anno gestisce un business comunque molto piccolo, non notevole, come quell'agricoltore che fa meloni, angurie, mele campanine, zucche, pomodori, tutto biologico, ma in soli 6 ettari di terreno (un orto insomma, ma di prodotti vi assicuro buonissimi)
Spero di essere stato chiaro non sempre lo sono
In SF c'è un po di tutto, prodotti squisiti venduti a prezzi ragionevoli e cose un po mediocri
Zolletta ha scritto200-300 salumi all'anno è impossibile è un numero estremamente basso. È come dire un ristorante che fa 10 coperti al mese
Zolletta ha scrittoSF si è "svenduto" troppo, e a volte premiano chi non dovrebbero premiare, ma lo fanno perchè questi produttori sostengono la stessa associazione e penalizzano chi di esser sponsorizzato da SF non gli ne frega una mazza.
Mauro1980 ha scrittoSlow Food non ha mai detto che solo i loro associati sono buoni puliti e giusti,anzi innanzitutto promuove un modo di agire e pensare, non una lista di produttori.
luc83 ha scrittoquando sono andato in cerca di informazioni per una scheda del libro del mangione saltò fuori questo articolo in rete:
http://www.varesefocus.it/varesefocus/v ... enDocument
ad un certo punto si dice che per creare un presidio slow food ci vogliono circa 15 mila euro (magari sono pure aumentati nel frattempo), è normale poi che in qualche modo si cerchi di recuperare l'investimento.
"Fare un presidio è un percorso lungo e oneroso, costa almeno 15 mila euro - spiega Ivan Rovetta, 61 anni, fiduciario di Slow Food Varese - Pensiamo allora di aderire ad un presidio transfrontaliero, come quello della mortadella di fegato di maiale del Canton Ticino. E' la stessa strada che vorremmo percorrere per il Sancarlino della Valcuvia, il caprino piccante simile allo Zincarlin della Val di Muggio, prodotto con pepe nero rotto al mortaio che stagiona sei-otto settimane".