Da alcuni commenti sparsi mi è sembrato di capire che fosse pensiero di molti quello per cui ilmangione disdegna gli stellati.

Niente affatto, anzi, ben vengano. Tra di loro qualcuno merita, qualcuno no, ma sicuramente è grazie a loro che si fa ricerca e che la nobile arte della gastronomia si evolve.

Cosa diversa, invece, è tutto il mondo che gira attorno ad essi. Un mondo fatto di "gastronomi" e di gente che fa il filo a questo o quel nome altisonante, solo per farsi accettare. Un mondo fatto di blog personali, di giovani liberi pensatori della gastronomia che si scannano parlando delle carte dei vini, dei loro ricarichi e di accostamenti cibo - vino.

Tra questi mi sembra che ci sia una regola precisa: o entri in quell'ambiente e ti fai apprezzare dalla lobby che gira attorno alla gastronomia italiana o sei fuori e non sei degno di parlare di ristoranti.

ilmangione non è d'accordo proprio su questo, vuole andare contro queste consuetudini comportamentali che partono dal farsi accettare prima, per poi essere liberi di poter parlare.
Per noi chiunque è libero, libero di dire ciò che pensa, rispettando la libertà ed il lavoro altrui, ma senza dover necessariamente essere riconosciuto da qualcuno come capace di comprendere una linea di cucina. Nel momento in cui apprezzo il lavoro di un ristoratore vuol dire che ho apprezzato la sua linea e la sua ricerca e sono libero di condividere questo mio pensiero sia che mi chiami Roberto Adami sia che mi chiami Edoardo Raspelli.

Roberto