Condivisione e scambio di opinioni, notizie, sul mondo gastronomico. Tematiche tecniche riguardanti il "mangiare".
54 messaggiPagina 1 di 3
1, 2, 3

Involuzione o evoluzione?

da Bob il 05 lug 2007 12:19


E' un dubbio che ho da qualche tempo.
Negli ultimi anni, gli esperimenti, più o meno fantasiosi, di cuochi più o meno grandi, ci hanno abituato ad accostamenti impensabili sino a poco tempo fa.
Ma non è che, anzichè educare il nostro gusto, ce lo stiano massacrando? Ormai mangiamo di tutto, e, ho idea, spesso in modo acritico: se è complicato, se è composto da abbinamento osé (ma rigorosamente DOC) allora è buono.
Quanti di noi sono disposti ad ammettere che certi piatti sono invece una emerita schifezza, anche se li abbiamo mangiati per mano (e colpa) di un superchef? E' davvero, un dubbio, e non una provocazione: ricordo che fino a dieci anni fa, se dicevo a un mio zio d Roma che amavo il (famigerato) formaggio col miele, mi toglieva il saluto. Ora, danno a lui dell'incolto. Ma era buono, o no? Questo, sembra che sia l'ultimo dei problemi......

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da ilForchetta il 05 lug 2007 12:37


I grandi chef difficilmente propongo schifezze, secondo la mia esperienza. Se propongono qualcosa di azzardato, poi è sorprendentemente buono.

Sono i 'medi' chef che, nel tentativo di emergere e sorprendere, a volte propongono delle schifezze pazzesche o, più semplicemente, degli abbinamenti poco significativi.

Mi ricordo di un buon, ma non eccelso, ristorante presso il quale un ottimo piatto di gnocchetti alle olive nere con vongole era stato arricchito con un ingrediente (carciofo fritto) che nulla c'entrava con il resto del piatto. Ma faceva figo ed era di tendenza.

Credo che il problema dell'inquinamento del gusto e della proposta di abbinamenti assurdi sia un problema di una ventina di anni fa, agli albori della cucina creativa. Attualmente, mi pare superato.

Ma io e Bob, su cucina innovativa, sperimentale e destrutturata, non andremo mai d'accordo, credo... :wink:

da butter_fly il 05 lug 2007 12:39


ma.... il formaggio col miele è vecchio come il primo topo... pensa ai culurjones sardi! :P

non credo che l'universo dei sapori possa essere limitato: basta pensare a quant'è diverso il "gusto" di alcuni piatti etnici rispetto ai piatti a cui siamo abituati. è una scoperta secondo me pressoché infinita.
inoltre, mo' non è che voglia sembrare una fissa quella della cucina "antica"... ma tanti sapori ce li siamo dimenticati, appartengono ad usanze gastronomiche tramontate; le invenzioni non sono illimitate, mentre le rielaborazioni forse sì.
io credo che un palato "rozzo", nel senso "disabituato ad una certa varietà di sapori ed avvezzo a pochi", non sia capace di cogliere sfumature invece interessanti e gustose per un palato più "curioso".
quest'ultimo, dovrebbe in teoria saper scindere fra un azzardo pessimo ed uno audace ma convincente. il risultato pratico è che poi in bocca sentiamo sapori a noi gradevoli, che il piatto è appetibile, gustoso.
il piatto osé ma pessimo giudicato buono solo perché DOC lo vedo come il vestito orrendo ma indossato lo stesso perché di moda, ossia: bocciato. :wink:


da cisejazz il 05 lug 2007 13:26


a me piace assaggiare gli esperimenti di gusto, ma difficilmente se ne vedono sulla mia tavola.
Per dirla tutta, adoro dei piatti abbastanza semplici, ma preferisco spesso farmeli da sola.
Se esco e vado a pranzo fuori, voglio trovare qualcosa di un po' piu' rispetto a quello che gia' so fare da me...
Con questo non vuol dire che considero tutti i piatti astrusi per forza di cose buoni, solo perche' sono stati preparati da una grande chef (anche perche' non posso permettermi di mangiare il piatto di uno chef famoso).
Intendo dire che se vado a mangiare un piatto di pasta alla norma (uno dei miei piatti preferiti) e so gia' di doverlo pagare tra i 7 e i 15 euro, pretendo che sia fatto a regola d'arte e con gli ingredienti giusti, perche' se mi servono il parmigiano o la ricotta romana al posto della ricotta al forno sicula, io mi incazzo (perdonate il termine) e glielo lascio la'.
Insomma non mi importa che il cibo sia sofisticato o semplice, basta che sia stato cucinato bene e non mortificato per opera di un folle.

da wineless il 05 lug 2007 13:26


butter_fly ha scritto... pensa ai culurjones sardi! :P


tu li mangi col miele?
o forse intendevi dire seadas? :P

Adry =^_^=


alla fine sempre di pastasciutta si tratta

da butter_fly il 05 lug 2007 14:05


wineless ha scritto
butter_fly ha scritto... pensa ai culurjones sardi! :P


tu li mangi col miele?
o forse intendevi dire seadas? :P


:shock: tipico lapsus freudiano... :oops:
la seconda che hai detto :oops:
evidentemente vuol dire che inconsciamente ho voglia di culurjones....
8)


da ilForchetta il 05 lug 2007 14:11


butter_fly ha scrittoevidentemente vuol dire che inconsciamente ho voglia di culurjones....
8)



ehm... ehm...

SIGNORINA!

LA PREGO!

:shock:

da butter_fly il 05 lug 2007 14:13


forky... il nome non rende loro giustizia ma ti assicuro che sono solo degli innocui ravioloni.... innocentissimi.... 8) :P


Re: Involuzione o evoluzione?

da Fante il 05 lug 2007 14:42


Bob ha scrittoMa non è che, anzichè educare il nostro gusto, ce lo stiano massacrando?


Ottimo argomento. Accostamenti improbabili che magari ci stupiscono proprio per la loro audacia, ma siamo davvero in grado di apprezzarli? O di giudicarli?

Non saprei....certo il palato va educato ed è consigliabile secondo me vivere certe esperienze per gradi. Per apprezzare certi abbinamenti bisogna aver sviscerato la tradizione ed essersi fatti una lunga palestra.

Rimane il punto chiave del gusto. Personale d'accordo, ma anche influenzabile e non certo immune da errori o ripensamenti

Re: Involuzione o evoluzione?

da ilForchetta il 05 lug 2007 14:50


Fante ha scrittoPer apprezzare certi abbinamenti bisogna aver sviscerato la tradizione ed essersi fatti una lunga palestra.


Non concordo manco un po'. No, no, no.

Se vuoi scrivere un articolo di critica gastronomica, andando a pescare riferimenti con la tradizione e confrontando cucine e ingredienti, sì.

Ma se vuoi magnare un buon piatto e provare piacere, lo puoi fare anche senza avere sviscerato un bel nulla.

Guardi il piatto, rimani affascinato dalla presentazione, magni, noti le alternanze di sapori, consistenze, temperature e rimani sorpreso da come il cioccolato si sposa con le melanzane.

Con una minima predisposizione a provare le novità e una discreta apertura ad apprezzare il lavoro altrui. Senza la Treccani in tasca.

Re: Involuzione o evoluzione?

da butter_fly il 05 lug 2007 14:56


ilForchetta ha scrittoGuardi il piatto, rimani affascinato dalla presentazione, magni, noti le alternanze di sapori, consistenze, temperature e rimani sorpreso da come il cioccolato si sposa con le melanzane.


'sto week end volevo fare proprio le melanzane al cioccolato!!! dolce tipico della campania :lol:

però, per apprezzare un piatto in tutte le sue sfaccettature, se vogliamo anche "tecniche", un po' di allenamento ci vuole...
un conto è dire: "sì, mi piace"
un conto è "sì, mi piace perché... perché..." :wink:


Re: Involuzione o evoluzione?

da ilForchetta il 05 lug 2007 15:00


butter_fly ha scrittoper apprezzare un piatto in tutte le sue sfaccettature, se vogliamo anche "tecniche", un po' di allenamento ci vuole...


Sì, vero: un po' di allenamento per cogliere e riconoscere tutte le sfaccettature. Non una omnicomprensione per apprezzare l'abbinamento, però. Non esageriamo. secondo me

Ovviamente, più conosci più apprezzi, ma non è vero che se non conosci tutto non puoi apprezzare.

da Bob il 05 lug 2007 15:22


Vorrei specificare.
E lo vorrei fare facendo un esempio, questo sì, provocatorio.
Se io pubblicassi una ricetta astrusa e dagli accostamenti improbabili, sono sicuro che il 90% di voi ( e non solo voi) mi si scaglierebbe contro, o, nella migliore delle ipotesi, guarderebbe con malcelato scetticismo al "misfatto culinario".
Se io però pubblicassi la stessa ricetta, dicendo (vero o falso che fosse) di averla trovata su un libro, che so, di Vissani o Marchesi, chi di voi - mano sul cuore e giuringiuretta - non mi direbbe che è "meravigliosa", "ardita" "inaspettata", e via dicendo?
Intendo: quanto la "griffe" è arrivata anche nella cucina, griffe per cui una borsa di Vuitton da 1500 euro è normale, ma se una borsa molto migliore senza nome ne costasse "solo" 500 sarebbe inaccettabile?
Lo so benissimo che il formaggo col miele è antichissimo, eppure a quel mio zio non se ne poteva comunque parlare, e molti, moltissimi, gli davano ragione: ora, il gusto, in questo caso, ha ricevuto una "educazione". Ma quando si scade nell'involuzione? Quando, insomma, "si fa il figo", e basta?
E ancora: avete mai notato che è invalsa ormai la moda di sottolineare la "provenienza" di certi prodotti, anche quando la provenienza non dice nulla a nessuno? Però, anche questo è "trendy".
A volte ho visto dei menù con chiacchierate allucinanti sulle provenienze dei prodotti. "Marmellata di bucce di salsiccia (citazione: chi la conosce? :lol: ) di maiali dell'allevamento di cesenatico superiore, sbiancate con sapone prodotto nel saponificio Miiiiiiiiiichebbello di Marsiglia Centro"
E un bel "Ecchisenefrega" non ce lo mettiamo?

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da butter_fly il 05 lug 2007 15:39


Bob ha scrittoVorrei specificare.
E lo vorrei fare facendo un esempio, questo sì, provocatorio.
Se io pubblicassi una ricetta astrusa e dagli accostamenti improbabili, sono sicuro che il 90% di voi ( e non solo voi) mi si scaglierebbe contro, o, nella migliore delle ipotesi, guarderebbe con malcelato scetticismo al "misfatto culinario".
Se io però pubblicassi la stessa ricetta, dicendo (vero o falso che fosse) di averla trovata su un libro, che so, di Vissani o Marchesi, chi di voi - mano sul cuore e giuringiuretta - non mi direbbe che è "meravigliosa", "ardita" "inaspettata", e via dicendo?


beh... in genere uno giudica dopo aver assaggiato...... ad esempio, l'idea del risotto con capperi e caffè di alajmo mi disgusta alquanto. ma non il piatto:solo l'idea, non avendo altri elementi. magari però all'assaggio è buonissimo... comunque il tuo discorso era chiaro già prima, e sensato: il rischio del griffato=buonoperforza, indubbiamente, c'è.

Bob ha scrittoE ancora: avete mai notato che è invalsa ormai la moda di sottolineare la "provenienza" di certi prodotti, anche quando la provenienza non dice nulla a nessuno? Però, anche questo è "trendy".
A volte ho visto dei menù con chiacchierate allucinanti sulle provenienze dei prodotti. "Marmellata di bucce di salsiccia (citazione: chi la conosce? :lol: ) di maiali dell'allevamento di cesenatico superiore, sbiancate con sapone prodotto nel saponificio Miiiiiiiiiichebbello di Marsiglia Centro"
E un bel "Ecchisenefrega" non ce lo mettiamo?


:lol: :lol:

però la provenienza a me interessa: mi dà modo di controllare un minimo, anche a posteriori, che tipo di prodotto ho mangiato. certo, quando la cosa puzza di presa-per-i-fondelli mi altero un po'...

insomma, io la buccia delle salsicce la butto via... :oops:


da butter_fly il 05 lug 2007 15:45


ah, un'altra cosa....
ho letto, nel libro di quei due fulminati di pierre gagnaire ed hervé this, che secondo gagnaire praticamente tutto può essere buono ed abbinabile, purché lo si sappia fare, in termini di dosi, cotture, procedimenti, successioni ecc... :roll: detta da uno che non è l'ultimo arrivato fa riflettere... :roll: ha fatto pure un dolce coi funghi :shock:


da ilForchetta il 05 lug 2007 15:49


A me viene in mente un'altra cosa, invece, che ribalta la prospettiva e provoca ancora.

Coloro i quali sono più restii ad assaggiare cose nuove con abbinamenti improbabili sono proprio coloro i quali hanno assaggiato e apprezzato maggiormente i piatti della tradizione.

Quindi, sembrerebbe più facile apprezzare l'azzardo in mancanza di una 'cultura' della gastronomia tradizionale, non nel caso di una sua conoscenza approfondita.

Re: Involuzione o evoluzione?

da Fante il 05 lug 2007 15:54


ilForchetta ha scrittoNon concordo manco un po'. No, no, no.


Premettendo che ti stimo e mi ecciti sessualmente, ci vado giù un po' duvo e mafchio.

Il tuo discorso è il classico esempio di relativismo improvvisato che andrebbe - in questa sede in particolar modo - combattuto.

Uno che va tre volte in un gran ristorante e poi se la tira di capirci tutto, è un perfetto idiota.

Il gusto, così come gli altri sensi, deve essere educato, reso più consapevole, stimolato, fare esperienza....non si improvvisa un bel niente. Ci sono persone che hanno sempre mangiato bene e per le quali è più facile. Per altri è un percorso completamente nuovo. Viaggiare aiuta a conoscere sapori e abbinamenti nuovi.

Ma dire che chiunque è in grado di riconoscere un buon piatto è assolutamente sbagliato.

Tutti i sensi vanno educati: l'orecchio alla musica, la vista alle immagini....perchè mai palato e naso dovrebbero distinguersi?

da Yoda il 05 lug 2007 15:55


il rischio del griffato=buonoperforza, indubbiamente, c'è.


E....c'e anche un'altra cosa,....che spesso ognuno di noi - e chi e' senza peccato scagli la prima pietra- si porta dietro la simpatia per un locale o per uno chef e anche quando capita che in quel locale o da quello chef mangi male, e' spesso disposto a passarci sopra...
Forse un po' di attenzione in piu' anche a questi particolari, il coraggio di dire all'amico cuoco che un certo piatto non va bene o che i prodotti usati non ci azzeccavano..non farebbe male...

Io mi stupisco sempre quando vado a leggermi cosa fa Vissani
ma..non ho elementi per dire che sono o non sono buoni....un ci sono ancora stato!!! :oops: :roll:

"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro

"guida poco...che devi bere..."
My flickr: http://www.flickr.com/photos/46442172@N02/

da Fante il 05 lug 2007 15:56


ilForchetta ha scrittoColoro i quali sono più restii ad assaggiare cose nuove con abbinamenti improbabili sono proprio coloro i quali hanno assaggiato e apprezzato maggiormente i piatti della tradizione.


Nix. E' la curiosità a spingere la ricerca. Ma senza substrato non vai da nessuna parte.

da butter_fly il 05 lug 2007 15:58


ilForchetta ha scrittoA me viene in mente un'altra cosa, invece, che ribalta la prospettiva e provoca ancora.
Coloro i quali sono più restii ad assaggiare cose nuove con abbinamenti improbabili sono proprio coloro i quali hanno assaggiato e apprezzato maggiormente i piatti della tradizione.
Quindi, sembrerebbe più facile apprezzare l'azzardo in mancanza di una 'cultura' della gastronomia tradizionale, non nel caso di una sua conoscenza approfondita.


uhm... vista così però non mi torna... perché mi chiedo: quali "categorie/tipologie" di persone possono essere così carenti in merito alla conoscenza della gastronomia tradizionale? non me ne vengono in mente molte... giusto qualcuno che non ha mai abitato sufficientemente a lungo nello stesso posto, inteso in modo piuttosto ampio... o chi non si interessa di gastronomia... e qui andremmo fuori tema :roll:


54 messaggiPagina 1 di 3
1, 2, 3
Vai a

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 20 ospiti

Moderatori: capohog, scogghi

cron