Confezione "Terre d'Italia" da 500 gr.
Euro 2 circa.
Ricette sul Forum:
Zuppa di cicerchie e piselli secchi
Puré di cicerchie, crema di sesamo e rape rosse
La C. è una fabacea che vanta
origini antichissime (8000 a.C. Kurdistan iracheno, 2000-1500 a.C. subcontinente indiano).
La C. rivestì una grande importanza come specie colturale non soltanto per l'alimentazione umana, ma anche come foraggio per gli animali. A partire dal secolo scorso essa cominciò a divenire meno rilevante a causa di scarsa digeribilità e sapore marcato. Ma in India e in Etiopia la C. e la sua farina costituiscono invece tuttora una voce importante nell'alimentazione.
La
pianta annuale ha fusto sottile, lungo dai 25 ai 60 cm, e foglie con base a forma di cuneo ed estremità acuminate. Il colore dei fiori varia dal blu al porpora, dal rosa al bianco, e condiziona in qualche modo quello dei semi presenti nel baccello, simili a per aspetto a sassolini: bianchi, grigio-marroni o giallognoli. In Europa sono più diffuse quelle a fiore bianco, in Asia quelle a fiore blu.
I semi offrono un buon
apporto di amidi e proteine, mentre limitata è la percentuale di grassi. Un loro consumo eccessivo e costante, tuttavia, può provocare una grave malattia, il
latirismo, attualmente diffusa nei Paesi asiatici dove il legume ricopre oltre un terzo del fabbisogno proteico pro capite. Tali rischi non sono presenti in Italia dove il consumo è assai più limitato.
A fine Novembre ogni anno si festeggia la
cicerchia di Serra de' Conti (Ancona), presidio Slow Food.
In cucina si usano solo le c. secche, che si trovano in commercio, anche confezionate assieme a foglie di alloro e grani di pepe, in sacchetti di celofan o in recipienti di vetro. Vanno ammollate in acqua tiepida per circa otto ore (ma spesso anche di più) prima di essere cucinate: in zuppe e minestre, dove le si può trovare abbinate a cereali come l'orzo o il farro oppure alle patate, in insalata (previa lessatura), in umido come contorno di carni o baccalà.