butter_fly ha scrittonon so se se ne parla in tv o sui giornali... comunque, questi sono i fatti
mio nonno è un agricoltore. l'anno scorso ha seminato grano, come tanti altri, visto che i prezzi parevano dargli ragione. al momento di andare a riscuotere, ecco il prezzo che gli è stato proposto: 12 euro a quintale. peccato che i semi invece costano 56 euro.
insomma povero vecchietto... ha deciso di non prendere i soldi e aspettare che il prezzo torni su, quanto meno per andarci paro con le spese (cosa quasi impossibile).
non so cos'è che non vada nel meccanismo perché non lo conosco a fondo, ma mi pare che ci sia sotto qualcosa di molto, molto sbagliato, e di tutto questo can can il consumatore non sa nulla: vede solo il prezzo della pasta e del pane, e non si rende conto che gli agricoltori (italiani) lavorano spesso a remissione, almeno per questo tipo di coltivazione.
chiedo lumi: come funziona il mercato del grano? c'è qualcuno che è più informato di me? per quanto ne so io molto dipende dalla borsa di chicago, ma mi pare veramente vergognoso che nessuno faccia niente per far fronte a questa situazione
La Borsa di chicago c'entra e non c'entra: le prime borsi merci (commodities Exchanges)degne di tale nome sono nate in America verso la metà del 19 secolo e cominciarono trattando burro uova e latte, da lì si andarono affinandosi ed ampliandosi, standardizzando i contratti scambiati (quantità, qualità luoghi e date di consegna etc.) fino a diventare quello che sono oggi (abbiamo visto tutti una poltrona per due). Alle borsi merci accedono sia i produttori/trasformatori della merce in questione che gli speculatori (non è una parolaccia) che contribuiscono a fornire "liquidità" al mercato. Le commodities vengono utilizzate dai produttori/trasformatori per coprirsi dalle fluttuazioni dei prezzi.
Per fare l'esempio del nonno funzionerebbe così: lui semina il grano, sapendo indicativamente quante tonnellate di raccolto può aspettarsi vende uno o più contratti commodities ad un anno o quel che è la data di raccolta prevista. In quel modo "blocca" il prezzo del grano del momento e non gli interessa quale sarà il prezzo di mercato al momento del raccolto. I contratti non li avrebbe venduti su Chicago (CME) ma sulla Borsa di Bordeaux dove trattano contratti sul grano con le specifiche qualitative europee.
Cosa è successo anno scorso, un'aberrazione ne più ne meno come sul petrolio. Anzitutto nel prezzo del grano devi calcolare anche i prezzi del petrolio (trebbiatura, trasporto etc.), anno scorso abbiamo avuto una serie di fattori concorrenti nell'influire sui prezzi delle granaglie e derivati, il petrolio alle stelle, la (bolla di sapone a mio avviso) dei biocarburanti ed alcuni hedge fund che sono entrati pesantemente nel settore. Il tutto unito alla stupidità umana che porta a strapparsi di mano azioni e futures quando sono ai massimi per non toccarli nemmeno con un bastone quando sono a buon mercato
(è come se tu stravedessi per un pullover di caghemire a 880 euro ed in saldo a 400 non lo volessi comprare). Scusa la digressione.
Ricapitolando: petrolio che tira su il prezzo del grano, eil petrolio stesso é salito per un'aberrazione di mercato- il governo cinese che garantiva un prezzo politico del petrolio sussidiando la differenza tra prezzo politico e quello reale- il trip sui biocarburanti (man mano che sale il px del petrolio diventano sempre più competitivi ed inducono a comprare sempre più granaglie, anche a prezzi crescenti, per produrli) ed hedge fund che investono nel settore delle commodities. Questo giochino non è successo comunque solo sui grani ma su molte commodities in generale che contavano su un'espansione continua dei paesi emergenti. Poi aggiungici situazioni di cartello da parte di chi compra dagli agricoltori etc.etc etc.
La Cina smette di sussidiare i costi del petrolio, parte la crisi, i biocarbuaranti gli hai visti tu? I prezzi vanno a donnine di malaffare sgonfiando l'ennesima bolla speculativa. Tuo nonno rimane fregato.
Spero di essere stato abbastanza... confuso