SeaHorse ha scrittoPartiamo dal presupposto che io sono ignorante e può essere che stia per dire una cazzata dietro l'altra (eh sì, metto già le mani avanti, non si sa mai!).
Per quel che mi ricordo io, fino a qualche anno fa, i vini bianchi erano considerati vini "leggeri". Ora, in tutte le ultime uscite che ho fatto al ristorante non mi è capitato nemmeno una volta di avere un vino bianco con una gradazione al di sotto dei 13°, sebbene in alcune occasioni avessi specificatamente chiesto qualcosa di non eccessivamente alcolico (l'ultima volta per esempio, un bianco da 13° era uno di quelli con la gradazione più bassa che il ristoratore aveva a disposizione...).
A questo punto mi chiedo, ma che fine hanno fatto i vini un po' più leggeri??
Luca75 ha scrittoin questo caso però Non so se sia il mercato del consumatore, perchè nella mia statistica personale, i vini bianchi da 11-12 gradi mancano a tutti. Spero anche io di non dire castronerie ma suppongo che:
-più gradi ha un vino e più dura negli anni
- un vino più alcolico si vende a maggior prezzo
- rinforzare il vino bianco con un po' di legno aumenta struttura, complessità ecc.
In altre parole il produttore vende una bottiglia a maggior prezzo e il rivenditore Non deve per forza smerciarlo giovane.
Prendiamo i soave o i breganze o i lugana. da un po' di anni ho smesso di berli xchè non mi piacciono più.
corona ha scritto...ti dirò: il mio ultimo chateau latour 1964 in etichetta dichiarava 11,5vol %. Può essere che mi sbagli, ma al massimo di 1 punto percentuale, per cui direi che l'alcol fa da conservante come io faccio il diplomatico.Nella boccia aperta di Latour '64 in occasione del Bordeaux Tour di qualche mese fa , confermo quella gradazione , aggiungendo ad un 12° di Lafite 1975 aperta lo stesso giorno . Grufolando in cantinetta , sto vedendo anche :
.....
silbusin ha scrittoNon mettere le mani avanti che nessuno te le taglia.
inappetente ha scrittocorona ha scritto...ti dirò: il mio ultimo chateau latour 1964 in etichetta dichiarava 11,5vol %. Può essere che mi sbagli, ma al massimo di 1 punto percentuale, per cui direi che l'alcol fa da conservante come io faccio il diplomatico.Nella boccia aperta di Latour '64 in occasione del Bordeaux Tour di qualche mese fa , confermo quella gradazione , aggiungendo ad un 12° di Lafite 1975 aperta lo stesso giorno . Grufolando in cantinetta , sto vedendo anche :
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- Haut Brion 1913 : 10,6°
- Latour 1928 : 10,5°
- Lafite 1931 : 10,8°
- Margaux 1945 :11°
Visto che ho avuto la fortuna di berli più volte (anche in altre annate "mature") posso confermare che il grado alcoolico , su certi vini , è tutt'altro che discriminante importante ...
corona ha scrittoOrmai mi son ridotto a comprare kerner con residui zuccherini
Luca75 ha scritto-più gradi ha un vino e più dura negli anni
- un vino più alcolico si vende a maggior prezzo
- rinforzare il vino bianco con un po' di legno aumenta struttura, complessità ecc..
Parakarro ha scrittoLuca75 ha scritto-più gradi ha un vino e più dura negli anni
- un vino più alcolico si vende a maggior prezzo
- rinforzare il vino bianco con un po' di legno aumenta struttura, complessità ecc..
montefollonico ha scrittoL'alcool è un conservante eccome.
Il marsala nasce proprio da un aggiunta di alcool per poter conservare il vino che dai lidi siciliani veniva portato in Inghilterra
montefollonico ha scrittoL'alcool è un conservante eccome.... MA NON UNA DISCRIMINANTE QUALITATIVO/longeva . In un vino non rinforzato , l'alcool non è certo la componente principale per una parabola di terziarizzazione prolungata , ne sono appunto l'esempio i grandi Bordeaux storici o i vecchi Brunello. Molto più importante l'equilibrio acido/polifenolico , con damigelle d'onore proprio la consistenza (estrattiva) e l'alcool . Non si spiegherebbe altrimenti , se non con l'equilibrio di questi componenti , come un Tokaji aszu Ecsenzia oppure i TBA tedeschi , con alcool paragonabile ad una birra alla spina , siano in assoluto , assieme ai Vins Jaune di Jura , i vini più longevi del pianeta sfidando non i decenni ma i secoli ...
Il marsala nasce proprio da un aggiunta di alcool per poter conservare il vino che dai lidi siciliani veniva portato in Inghilterra