Yoda ha scrittoPoi, almeno questo vale per me, ci sono i vini che hanno un effetto diverso: Non e' piu' solo piacere quello che riescono a dare, ma sono emozioni.
L'esperienza , legata alla memoria gustativa , ci fa trovare in un vino cose che si erano accantonate per anni e di botto, vengono riportate alla mente da un profumo o una nota particolare. Ho un piacevolissimo ricordo, di circa 25 anni fa, quando ho messo il naso dentro un bicchiere di barolo chinato. Un profumo fino a quel momento totalmente dimenticato che in un attimo mi ha riportato a rivedermi con mio nonno al Circolo del paese con lui seduto al tavolo e un bicchierino di questa bevanda davanti. Un dejà-vù piacevolissimo che rivivo molto volentieri.
Ma le piu' intense sensazioni di questo tipo le provo quando riesco a riscontrare il rispetto della territorialita' e della tradizione.
miciagilda ha scritto...Ma quanta è la componente soggettiva? Mi pare predominante e quindi poco produttiva in relazione alla ricerca di una difficile definizione assoluta che qui stiamo cercando...... come tutto ciò che non si possa esprimere numericamente , la componente soggettiva è sempre rilevante . L'esperienza permette il perfezionarsi di una estetica del gusto riuscendo ad interpretare al meglio , come nell'arte , sia essa musicale, figurativa o qualsiasi altra espressione del genio umano . Sinceramente sono contrario al becero soggettivismo che sdogana qualsiasi cazzata o enocorbelleria sull'altare del "de gustibus" . Ma tantè ...