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Autoctoni e mercato

da Rinaldo il 05 dic 2005 20:07


Leggo spesso riviste di settore e parlandone con colleghi o semplici appassionati mi accorgo sempre più che ogni giorno si spendono fiumi di parole (Jalisse J) sul vino.

Ho trovato un vero e proprio esercito di persone,operatori di settore soprattutto, che pensano di avere la soluzione alla crisi che da tempo,dicono,attanaglia l’industria vitivinicola:i vitigni autoctoni.

Premetto che non voglio togliere importanza alla tradizione e alla sapienza dei nostri antenati che hanno saputo negli anni trovare i vitigni giusti per ogni territorio;va però fatta chiarezza sui fattori critici di successo di un prodotto di consumo,in un mercato moderno.

Gusto,aspettative e bisogni di noi consumatori sono fattori che non rimangono immutati nel tempo e che ogni produttore che si rispetti deve avere ben presente.

Faccio l’esempio della Barbera:solo quindici anni fa era una bevanda alcolica che nessun consumatore dei giorni nostri apprezzerebbe;vitigno autoctono che se oggi fosse vinificato con metodi tradizionali,produrrebbe un vino di scarso successo.

Invece la Barbera di oggi è un vino assai diverso,grazie all’applicazione delle più moderne tecniche di vinificazione,tecniche lontane anni luce dalle radici contadine piemontesi.
Appunto queste tecniche hanno consentito di prendere le distanze dal prodotto tradizionale ed adattarlo ai gusti di oggi.

La conclusione del mio discorso è che le aziende che vorranno avere successo e che non si accontenteranno della sola sopravvivenza economica,dovranno capire prima di tutto cosa vogliono ora i consumatori e quindi mettersi a “fare il vino” che il mercato vuole.

Un aiuto importante dovrà arrivare anche dai consorzi che fanno capo alle DOCG e alle DOC;intendo dire che,se ad Asti per rafforzare la Barbera serve un 5% di Cabernet Sauvignon,che lo prevedano;senza farsi troppi scrupoli cosiddetti “romantici” (si stava meglio quando si stava peggio) e far perdere alle aziende produttrici mercato,a favore di nuovi mondi vinicoli (Turchia,Spagna e Grecia in prima fila).

Concludo affermando:vitigni autoctoni si,ma con un occhio al mercato e all’internazionalità.


Rinaldo

Re: Autoctoni e mercato

da Ospite il 05 dic 2005 20:52


Non lo so Rinaldo..Non ho la tua competenza in fatto di vini, ma non ti sembra che il tuo ragionamento possa essere invertito? Intendo dire, la fase del mercato che confeziona il vino sulla base di un gusto massificato mi sembra sia già nella sua manifestazione conclamata.
In definitiva, lasciando da parte l'estremizzazione di quel Barbera old style, iniziare piano piano a "educare" il mercato con un minimo di diversità e qualche sfumatura diversa dalle solite, invece di reagire allo stesso riproducendo banalità, non sarebbe una strada comunque percorribile, soprattutto per i piccoli produttori italiani?
altrimenti, chi la regge la concorrenza?

da Rinaldo il 05 dic 2005 22:21


Uno delle "missioni" che mi sono imposto all'Oca è quella di cercare,nel limite del possibile,di educare al gusto il consumatore di vino.

Mode,media e abitudini distorte mi fanno dire oggi,a quasi 3 anni dalla nostra apertura,che un buon 70% del prodotto da noi venduto,è prodotto massificato.Il rimanente è prodotto "consigliato" da me in prima persona o "acquistato" da un intenditore/conoscitore.

La mia giovane carta dei vini,in continua crescita,comprende etichette autoctone,di ricerca,ma obbligatoriamente anche dei nomi.

Se ci aggiungi che una grossa percentuale di prodotto rivenduto dalla distribuzione è altrettanto massificato,ti rimane che solo una piccola percentuale di prodotto cosidetto "per palati esigenti"è assorbito dal mercato.

Andare contro i mulini a vento durante una bufera è si romantico,ma provoca tante contusioni;il giusto equilibrio lo si raggiunge producendo/vendendo prodotti per tutto il mercato:modaiolo e noglobal.

Ti faccio un esempio:gli Antinori.

La famiglia Antinori ha in questo anticipato i tempi,affiancando Castello della Sala e Guado al Tasso a S.Cristina e Peppoli,senza dimenticare l'acquisizione delle cantine Prunotto.

La loro proposta è completa;loro sopravvivono,anzi sono un azienda florida;altri che non hanno capito come sarebbe andata sono finite nelle mani di grossi gruppi distributivi o hanno chiuso i battenti.

Antinori rivaluta gli autoctoni ma lavora gli internazionali,capisco che non sono tante le cantine che possono permetterselo,ma una proposta completa di mercato deve comprendere entrambi,assolutamente.

Pena la non sopravvivenza nel mercato.

Un altro esempio lo puoi trarre da questo forum,nella sua interezza:Cibo e vino dovrebbero essere un connubbio imprescindibile,ma quanti siamo presenti in questa sezione in maniera discretamente assidua?
7/8 forse 10 utenti su migliaia di iscritti e decine di frequentatori usuali del sito.Quanti che si seggono in un ristorante o prelevano una bottiglia dallo scaffale lo fanno con cognizione di causa?
Pochi penso io;gli stessi pochi che alimenterebbero il mercato del non massificato,non aiutando più di tanto in materia di numeri/soldoni le cantine più attente alla tradizione.

So che non è bello da dire o da leggere,ma io penso sia così.

Rinaldo

da montefollonico il 05 dic 2005 23:03


Bravo Rinaldo!...è che con questo topic ci diventiamo vecchi per quanto c'è da ragionarci sopra! :)
Comunque vedrai che fra poco toccherà anche alla Bonarda ad avere stuole di tre bicchieri, come prima è successo alla Barbera e poi al Montepulciano d'Abruzzo.a rileggersi presto Monty

da ilForchetta il 06 dic 2005 11:11


Rinaldo ha ragione, ma 'la scelta del vino dallo scaffale non ponderata' è quasi obbligata. A meno che non si beva una boccia al giorno o che si abbiano 20 anni di passione alle spalle.

E poi, per capire che un vino è schifoso, bisogna berlo, prima. Per capire la differenza con quello buono.

Le cose sono facili per i sommelier e gli appassionati ricchi. Per gli altri, la teoria è sconsolatamente distante dalla pratica.

da ohara il 07 dic 2005 14:45


alberto ha scrittoLe cose sono facili per i sommelier e gli appassionati ricchi. Per gli altri, la teoria è sconsolatamente distante dalla pratica.


NO; NO; NO; non è vero! E altrimenti tra un pò arriviamo a dire che il bello è solo epr pochi....il bello, in tutto, va cercato, e non è vero che SEMPRE o si deve pagare TANTO Il bello, in senso lato, richiede inteligenza, e l'intelligenza è di pochi, questo si, ma non venirmi a dire che per forza ci vogliono i soldi, pwerchè quelli ce i hanno anche i coglioni e non è detto che sappiano scegliere..spero non mi censurino

Saper scegliere, e saper cercare, e saper decidere, eccetera eccetera, è, RIPETO, questione di intelligenza, e di volonta, ma non di soldi. E sono d'accordo con Rinaldo quando menziona i grandi produttori, perchè per imparare a scegliere si può proprio iniziare dal prodotto base DI QUALITA di un grande produttore e i prezzi, in questo caso, non sono necessariamente per richci.

Finiamola di giustificarci dietro al dito dei soldi per continuare a perseguire un comportamento da consumatore non intelligente....che poi magari spende la stesa cifra di un riccone ma in schifezze.


Forse sono stata poco chiara. :D

Ciao

da Macs il 07 dic 2005 15:44


Condivido in massima parte l'esposizione di ohara...

Però c'è un però...

Per scegliere, cercare, decidere, serve una risorsa che purtroppo è scarsa: il tempo.

Se gh'è un patrono dei faciademerda, ghe dumandi cosa g'ho de fà...
DVDS - El paradis del Scurpion.

da ohara il 07 dic 2005 20:41


Macs ha scrittoCondivido in massima parte l'esposizione di ohara...

Però c'è un però...

Per scegliere, cercare, decidere, serve una risorsa che purtroppo è scarsa: il tempo.


Verissimo

E infatti ci stanno defraudando del tempo e costringendo a comportamenti da consumatori coglioni, ingozzati di nulla e paciosamente sazi di schifezze, obnubilati e pigri di fronte ad uno schermo tv.

Proprio per questo la vera rivoluzione parte dal recupero della propria scelta, tutta individuale, e quindi intelligente. Ma mi sa che sto partendo per la tangente.....magari se ne può discutere di persona davanti ad un bel vino da Eur 8.50!

Ciao

da Rinaldo il 07 dic 2005 23:24


Un Pinot Nero vigna 25 anni di Bruno Verdi (Canneto Pavese).
2003 esaurito,da Febbraio disponibile 2004. :D

Rinaldo

da ilForchetta il 12 dic 2005 10:38


Macs ha scrittoCondivido in massima parte l'esposizione di ohara...

Però c'è un però...

Per scegliere, cercare, decidere, serve una risorsa che purtroppo è scarsa: il tempo.


Ma servono anche i soldi, sorry.

Soldi per andare in giro per cantine, soldi per comprare vino e soldi per abbinarci il cibo, se si voglino fare le cose fatte per bene.

Forse voi non avete problemi di questo tipo, ma ci sono tante persone che hanno di questi problemi. E anche solo 6-8 euro per una bottiglia di vino sono tanti, per alcuni, anzi per molti.

Fatevene una ragione.

da Macs il 12 dic 2005 11:55


alberto ha scrittoMa servono anche i soldi, sorry.


Effettivamente con il mio post volevo far trasparire che la risorsa tempo molte volte abbonda a chi ha le tasche piene della risorsa citata da Alberto...

Il golf è "sport da ricchi" non per i costi delle attrezzature o per le fee d'ingresso sui campi... è che sono pochi quelli che si possono permettere almeno 4 ore per una partita... (ok, azzannatemi per la vaccata che ho appena detto... ERA UN ESEMPIO...)

Se gh'è un patrono dei faciademerda, ghe dumandi cosa g'ho de fà...
DVDS - El paradis del Scurpion.

da ilForchetta il 12 dic 2005 12:04


Beh, la questione del tempo, macs, è legata alla questione dei soldi.

Sai, se hai la colf che ti sistema casa e ti fa la spesa, la cena e ti spupazzza i bambini, allora hai anche tempo per andare a spasso per vini, nel weekend. Altrimenti il sabato fai la spesa. E a volte, lavori anche, se per esempio fai il commerciante.

E, in ogni caso, se c'é una cosa che costa, quando si cerca la qualità, è il vino.

E mi ricordo ancora un consiglio su un barbaresco da 15 euro a bottiglia come vino da tutti i giorni....

da ohara il 12 dic 2005 14:20


alberto ha scrittoE mi ricordo ancora un consiglio su un barbaresco da 15 euro a bottiglia come vino da tutti i giorni....


Ma perchè vuoi polemizzare a tutti i costi, Alberto? Io il vino lo compro anche da Eur 3.50, non ne faccio affatto una bandiera di soldi/statu8s sociale. Il, Barbaresco a 15 euro era un esempio di qualità, Barbaresco, a prezzi che se inferiori mi farebbero alzare per lo meno il sopracciglio. Ma se vuoi bere un nero d'avola di Cottanera, lo trovi tranquillamente a meno. E va benissimo cos.

Non sarai per caso il fratello magigore di Kinggeorge?

da Ospite il 12 dic 2005 14:27


alberto ha scritto.
E, in ogni caso, se c'é una cosa che costa, quando si cerca la qualità, è il vino.


non è così ineluttabilmente vero..
comunque sia, le persone che frequentano questo forum tendono, a mio giudizio - ad autoselezionarsi. Quindi Alberto, il tuo discorso filo-pauperistico sulla disponibilità regge fino ad un certo punto, dato che non parliamo della società ma di gente che dovrebbe amare la buona tavola..

da ohara il 12 dic 2005 14:28


alberto ha scrittoE, in ogni caso, se c'é una cosa che costa, quando si cerca la qualità, è il vino.



E non è vero. Certo che se tu pretendi di alzarti e andare al ristorante o all'enoteca e scegliere senza esserti un pò informato/guardato in giro/ascoltato/degustato, prendi il tuo bel vino da Euro 30 e sei convinto che la qualità sia solo a quei prezzi. Ripeto, non è così, perchè dipende dal vino e dal produttore e dalla cantina e dal territorio.

Ecco perchè ribadisco che per avere qualità bisogna saper cercare e scegliere. E la scelta richiede intelligenza o quantomeno curiosità intelettuale .....non sarà magari per questo che polemizzi tanto, eh? :wink: )

da ilForchetta il 12 dic 2005 15:07


va beh, bere buon vino e selezionarlo è alla portata di tutti. se lo dite voi. :roll:

da ilForchetta il 12 dic 2005 15:13


ohara ha scritto E la scelta richiede intelligenza o quantomeno curiosità intelettuale .....non sarà magari per questo che polemizzi tanto, eh? :wink: )


Potevi evitarla questa.

Comuqnue non polemizzo, semplicemente non sono d'accordo e lo dico.

da ohara il 12 dic 2005 15:41


alberto ha scrittoComuqnue non polemizzo, semplicemente non sono d'accordo e lo dico.



E ci mancherebbe altro che tu non lo facessi! Mi sembra però che le colf e/o i barbareschi a Eur 15 fosse non c'entrassero molto, o sbaglio? :) (faccina per chiarire tono amichevole della conversazione, perchè altrimenti mi sa che ci azzuffiamo)

da ilForchetta il 12 dic 2005 16:05


I due esempi erano per fare capire la diversa percezione del vil denaro. 15 euro non sono pochi per una boccia di vino, ma se ti puoi permettere altre comodità, come una colf a tempo pieno, lo diventano.

Ma è per pochi. Per gli altri l'enologia è un hobby costoso, in termini di acquisto di bottiglie, di viaggi, di tempo e di disponibilità.

da montefollonico il 12 dic 2005 17:05


State buoni :)
dialogo e scambio di informazioni:
SCAMBIO DI INFORMAZIONI che da tanto dico.
Sicuramente "cercare" cantine, richiede tempo, molto, il tempo è un lusso,
ma è anche questione di scelte e priorità organizzare quello che abbiamo.
Personalmente ora ne ho pochissimo, per motivi lavorativi, "per cercare" cantine, prima per gli stessi motivi ci "vivevo" di più nelle cantine.
Ma eccoci allo scambio di informazioni: chi è in grado di fornire valide notizie agli altri Mangioni per costituire una valida cantina, anche non onerosa è giusto che le dia, sicuramente in pvt,o se gli Admin trovano altro strumento adatto, per due semlplici motivi, per non fare pubblicità e per non permettere a tutti indiscriminatamente di accedere a tali notizie che potrebbero in caso, esempio, di numerosi acquisti riversati su un piccolo produttore, turbarne il mercato.A rileggersi, Montefollonico

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