montefollonico ha scrittoInnnazitutto non è un solo "gruppo d'assaggio" ma almeno una mezza dozzina , fra i quali , un paio , anche a MIlano . Ci si sposta sovente , soprattutto per le bicchierate più importanti , che infatti si organizzano la domenica a mezzodì per permettere un rientro agevole non in notturna . Chiaramente quando si organizzano , di approfondimento , il venerdì sera , le ditanze si accorciano un pò ( ma non è difficile vedere anche amici che vengono da Milano o Bologna quando le facciamo a casa di amici nel parmense) . Per la verticale storica di Mastroberardino di un mese fa , c'erano cinque campani , 1 romano , qualche emiliano e qualche veneto . Dice bene l'amico forumista (Yoda) che afferma che è importante averne voglia e passione "fresca" . Ripeto , le faccio da trent'anni e ancora non mi sono stancato , così come partecipo a varie organizzate da altri amici , partecipo sempre meno alle Kermesses commerciali ( tipo Vinitaly ... assurde ) e tante visite alle cantine , siano essi amici produttori , siano essi produttori emergenti che hanno "da dire qualcosa" in termini di qualità . Vengo a rispondere più specificatamente :inappetente ha scrittomontefollonico ha scrittouna domanda : ma vi riunite per bere o per approfondire la conoscenza di questi vini?DEvono essere due cose necessariamente disgiunte? Ci divertiamo stando in compagnia , ridendo e scherzando e tutto ciò "valutando" cose all'altezza che ci stimolano sensi e desiderio di approfondimento della passione che , comunque , accomuna i presenti . A volte le varie finalità personali sono tali e tante da lasciare dubbi su quale sia la principale , quando si fanno quest cose . Strano , comunque , che su questa sezione tematica si chieda più del "perchè" e del "percome" e poco sul "cosa" . Mi sembra abbastanza sintomatico .
Monty
1)Sintomatico per quale motivo?
scusa se vorrei qualche breve specifica:
2)all'altezza riferito a che cosa?
3)approfondimento della passione: cosa vuol dire?
Ed ora torno alla questione principale:
4)un conto è bere in allegra compagnia, un conto è anche cercare di approfondire, sempre in allegra compagnia, volevo quindi solo sapere come procedete per farlo.
saluti
Monty
montefollonico ha scrittoPersonalmente cerco o meglio cercavo nei decenni passati di evitare la mera degustazione, ma approfondire la conoscienza, dei vini. Ora ho poca voglia: è molto faticoso cimentarsi in approfondimenti che possono essere chiamati tali, appunto da non confondere con le degustazioni.
continua.....
Montefollonico
Monty
scogghi ha scrittoPoi siccome tutti avete detto che era meglio che quel topic nello specifico era meglio se rimaneva nella sua sezione originale ho provveduto a spostarlo nuovamente.Oeh , non lo vedevo più , quindi pensavo fosse sparito : non faccio alcuna fatica a ritornare sui miei passi e a stare più attento a quel che dico , magari prima chiedendo .
Quindi imparerai a conoscerci e a capire che qui magari saremo guitti, ma in quanto a chiarezza e trasparenza non accettiamo lezioni da nessuno.
Admin
silbusin ha scrittoHai fatto male : meglio quell'enciclopedia enologica che è una bottiglia del vecchio Bepi di qualsiasi scritto teorico ( o teoretico) , ti apre molte più porte alla conoscenza di qualsiasi libro di enotecnologia . Che poi uno voglia approfondire anche temi riguardanti l'aspetto tecnico/scientifico , è solo un plus nell'autoformazione individuale di ognuno di noi. Tanti grandi tecnici , che conosco e frequento , sono pessimi degustatori o , peggio ancora , vedono il vino come output produttivo ma assai scevro da ogni contesto cultural/emozionale . Viceversa , tanti grandi giornalisti degustatori , che conosco e frequento , sono talmente ignoranti sull'aspetto tecnico che danno proprio la sensazione di essere monchi e quasi ridicoli quando entrano nello specifico . Quindi credo proprio che il giusto mix di approfondimento sia quello che tiene conto di entrambi gli aspetti , senza che uno prevalga sull'altro .montefollonico ha scrittoPersonalmente cerco o meglio cercavo nei decenni passati di evitare la mera degustazione, ma approfondire la conoscienza, dei vini. Ora ho poca voglia: è molto faticoso cimentarsi in approfondimenti che possono essere chiamati tali, appunto da non confondere con le degustazioni.
continua.....
Montefollonico
Monty
Ti quoto in pieno. Pur alla mia veneranda età ho appena ordinato alla Libreria Cortina 300 euro di libri che parlano di biochimica alimentare, tecnologia alimentare, legislazione delle etichettature. Li ho preferiti a una boccia di Quintarelli.
.
montefollonico ha scrittotranquillo i moderatori non faranno sparire un bel niente......il problema è un altro....non capisco il senso della tua semplicista imbarazzata risposta e sopratutto mi cerchi di dire che fate per approfondire la conoscienza dei vini durante le vostre bevuteDico solo che sbagli , sia nell'interpretare imbarazzo nella mia risposta , sia pensando che siano solo bicchierate fini a se stesse . Ci si diverte , questo si , ma è solo una componente . Ognuno in quel contesto ci mette del suo , può essere in conoscenza , può essere in simpatia : tutto fa brodo dove il fine ultimo è la convivialità . Le "giornate di studio" , che ogni tanto facciamo , sono 'ddu palle tremende .
Montefollonico
silbusin ha scrittomontefollonico ha scrittoPersonalmente cerco o meglio cercavo nei decenni passati di evitare la mera degustazione, ma approfondire la conoscienza, dei vini. Ora ho poca voglia: è molto faticoso cimentarsi in approfondimenti che possono essere chiamati tali, appunto da non confondere con le degustazioni.
continua.....
Montefollonico
Monty
Ti quoto in pieno. Pur alla mia veneranda età ho appena ordinato alla Libreria Cortina 300 euro di libri che parlano di biochimica alimentare, tecnologia alimentare, legislazione delle etichettature. Li ho preferiti a una boccia di Quintarelli.
Il tuo conterraneo Leonardo diceva:
«Quelli che s'innamorano di pratica senza scienza son come il nocchiere, che entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada».
Cosa vuol dire fare l'elenco della spesa quando tre vini ti possono affascinare per la loro storia, il territorio, le coltivazioni, le trasformazioni organolettiche dei terreni, la messa in opera di nuove tecnologie (tipo gli opacimetri a laser), ecc.
E poi basta con quella stupida frase: "bisogna avere gran sete". De che? Della solfoadenosinmetionina come epatoprotettore?
Dice bene l'Admin. Siamo dei guitti con l'umiltà di fermarsi ad ascoltare. Però ognuno vada per la sue strade. Se si incontrano bene, se proseguono parallele meglio, se divergono all'infinito eccellente.
capohog ha scritto
Quoto il grande gatto: la storia, il lavoro , le tradizioni, il processo trasformativo, l'impegno del produttore sono fattori altrettanto importanti del risultato finale - e non solo in enologia ma anche in gastronomia, nell'artigianato etc - affascinandoti e nel contempo permettendoti di considerare ed apprezzare un vino piuttosto che un salume o che altro prescindendo anche dalla pura e pedissequa analisi organolettica.
Yoda ha scrittocapohog ha scritto
Quoto il grande gatto: la storia, il lavoro , le tradizioni, il processo trasformativo, l'impegno del produttore sono fattori altrettanto importanti del risultato finale - e non solo in enologia ma anche in gastronomia, nell'artigianato etc - affascinandoti e nel contempo permettendoti di considerare ed apprezzare un vino piuttosto che un salume o che altro prescindendo anche dalla pura e pedissequa analisi organolettica.
D'accordo..ma funziona solo se quello che poi e' il risultato finale di tutte ste belle cose, indipendentemente dal fatto che sia vino,salume,formaggio ecc ecc ecc...ha organoletticamente un senso..altrimenti tutto va a escort...
se el vin l'e' minga bun...l'e' minga bun e basta!
E quindi , si ritorna al punto 1...
capohog ha scrittolapalissiano è dire poco : direi "Catalanesco" .Yoda ha scrittocapohog ha scritto
Quoto il grande gatto: la storia, il lavoro , le tradizioni, il processo trasformativo, l'impegno del produttore sono fattori altrettanto importanti del risultato finale - e non solo in enologia ma anche in gastronomia, nell'artigianato etc - affascinandoti e nel contempo permettendoti di considerare ed apprezzare un vino piuttosto che un salume o che altro prescindendo anche dalla pura e pedissequa analisi organolettica.
D'accordo..ma funziona solo se quello che poi e' il risultato finale di tutte ste belle cose, indipendentemente dal fatto che sia vino,salume,formaggio ecc ecc ecc...ha organoletticamente un senso..altrimenti tutto va a escort...
se el vin l'e' minga bun...l'e' minga bun e basta!
E quindi , si ritorna al punto 1...
Lapalissiano...
ma il conoscere il "vissuto" (fa molto anni 80) di un prodotto ti aiuta a capirlo meglio ed apprezzarne le caratteristiche, le particolarità ed anche la tipicità.
Ovvio che se è cattivo è cattivo qualunque sia la storia dietro....
montefollonico ha scrittoBeh visto che non riesci ad ottenere risposta, vediamo se proferendo il quesito in altro modo riusciamo lo stesso ad arrivare al dunque.Tutto ... sembra tanto? No , in tanti anni , con la frequenza con cui le facciamo , si può . Ma approfondire una , due volte non vuol dire conoscere , quindi ci sono anche le repliche continue che facciamo anche sullo stesso tema , alcuni davvero mooooolto dibattuti ( Sangiovese Toscano in tutte le sue declinazioni , anche storiche , Nebbiolo idem , Amarone idem , bordolesi d'Italia idem + gli altri grandi vitigni . E' chiaro che alcuni temi sono davvero periodici , come Borgogna bianca e rossa , Bordeaux , Rodano , Loira . Aree "incontaminate" dal nostro approfondimento non ce ne sono ancora tante , faccio prima a dirti quali : in Francia il Jurancon e , parzialmente , il Jura . In Spagna la Navarra e lo Xeres , in Portogallo Porto & C (sempre "usati" come finali di bevute ma mai approfondite) , in USA lo Zinfandel (Pinot Nero Oregon e Napa bordolesi fatte parecchie volte) , i Neozelandesi bianchi e rossi , il Sudafrica . In Italia forse l'unica cosa che non abbiamo ancora approfondito sono le Grave del Friuli , il Molise e il Lazio .
In questi ultimi anni di quali zone geografiche e relativi vini (solo il nome della Doc Docg igt ecc, non il nome dell'etichetta) avete approfondito la conoscenza?
saluti Montefollonico
inappetente ha scrittoHai fatto male : meglio quell'enciclopedia enologica che è una bottiglia del vecchio Bepi di qualsiasi scritto teorico ( o teoretico) , ti apre molte più porte alla conoscenza di qualsiasi libro di enotecnologia . Che poi uno voglia approfondire anche temi riguardanti l'aspetto tecnico/scientifico , è solo un plus nell'autoformazione individuale di ognuno di noi. Tanti grandi tecnici , che conosco e frequento , sono pessimi degustatori o , peggio ancora , vedono il vino come output produttivo ma assai scevro da ogni contesto cultural/emozionale . Viceversa , tanti grandi giornalisti degustatori , che conosco e frequento , sono talmente ignoranti sull'aspetto tecnico che danno proprio la sensazione di essere monchi e quasi ridicoli quando entrano nello specifico . Quindi credo proprio che il giusto mix di approfondimento sia quello che tiene conto di entrambi gli aspetti , senza che uno prevalga sull'altro .
silbusin ha scritto1)Non entro nel merito dell'articolata risposta perchè sostanzialmente non mi coinvolge emotivamente in alcun modo.
2)Ritengo però che le parole iniziali spieghino bene perchè l'Italia è il fanalino di coda in Europa per lettura e acquisto di libri e quotidiani. E i professionisti italiani siano agli ultimi posti per l'aggiornamento su bibliografia internazionale.
3)Ha forse ragione yoda: il vino piace o non piace. A me. Degli altri non mi deve interessare.
4)Tutte le altre cose sono pura autoreferenzialità e fantasiose invenzioni. La fortuna dei supereroi enologici, di cui ad esempio corona ne è un esponente, è la presenza di quel nume tutelare che si chiama internet e dove il copia-incolla è spettacoloso.
5)Dopo 40 anni che degusto vino in modestissime quantità, per ovvi motivi di intelligente protezione della salute, conosco bene solo una decina di territori. E già faccio fatica a starci dietro, tanto che alcuni li ho dovuti abbandonare. E altri li abbandonerò. Il grande mondo dell'olio ne ha sostituito molti.
6)Anche perchè la mission de ilmangione.it è la ristorazione, non l'enologia. Quest'ultima è una componente minoritaria e come tale ha il suo piccolo spazio. Non dobbiamo vendere guide come il GR.
7)E chi ci definì guitti si prese un sonoro calcio in culo dalla proprietà finendo a ciacolare sui blog, che sono spazi per dilettanti (come ha detto la Cassazione), non testate giornalistiche come la nostra.
Tanto per fare informazione e approfondimento.
Con la massima simpatia e rispetto.
silvano busin