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da montefollonico il 05 apr 2006 11:35


un modo sicuro c'è,basta una sempilce analisi dei bilanci dell'azienda titivinicola biodinamica, prima e dopo l'abbraccio alla "filosofia" bio.
Crudele la cosa, però da fare.
un saluto Monty

da Rinaldo il 05 apr 2006 16:32


montefollonico ha scrittoun modo sicuro c'è,basta una sempilce analisi dei bilanci dell'azienda titivinicola biodinamica, prima e dopo l'abbraccio alla "filosofia" bio.
Crudele la cosa, però da fare.
un saluto Monty


Ok se è una S.r.l. o una S.p.A. anche se credo che aziende Bio con questa costituzione societaria non ne esistano.

Se sono aziende agricole o forme societarie più semplici (s.a.s/s.n.c.) è sufficiente assoldare una banda di balordi che gli devastano gli uffici e ci fanno le fotocopie dei bilanci.

Direi che è fattibile.
King ci pensi tu per la seconda ipotesi? :D

Seriamente:che male c'è se un'azienda che produce biodinamico guadagna del denaro?
Non riesco a comprendere il tuo secondo post.
Rinaldo

da montefollonico il 05 apr 2006 16:41


allora....semplice:
una azienda che produce mediocri vini, con problemi di invenduto, abbraccia il biodinamico e grazie al "pompaggio" dei raprresentanti, e dei media vende, a prezzi pure alti.
Perchè devo pagare ciò , quando ho ottimi produttori, non alchimisti, che lavorano onestamente e non sono biodinamici????

da Rinaldo il 05 apr 2006 17:05


Nessuno butta alle ortiche il lavoro dei bravi vignaioli tradizionalisti, gli stessi che prendano in considerazione gli onesti "innamorati" del bio come Damijan,Maulè e Gravner per fare dei nomi.

Quando Marco K1 dice di non essere integralisti intende questo penso.
A presto

Rinaldo.

(non mi hai risposto come facciamo a controllare i bilanci però....) :(

da Ospite il 05 apr 2006 19:44


Scusate...forse ho capito male io...pero' dalle parole di montefollonico qualcuno potrebbe percepire un'equazione del tipo BIODINAMICO=PURA OPERAZIONE COMMERCIALE PER SPINGERE VINI ALTRIMENTI NON VENDIBILI.

io dico che sicuramente ci saranno dei vini biodinamici di bassa lega...ma questo avviene anche con la metodologia di pregio???
:roll: :roll:

da Ospite il 05 apr 2006 21:12


Rinaldo ha scrittoNessuno butta alle ortiche il lavoro dei bravi vignaioli tradizionalisti, gli stessi che prendano in considerazione gli onesti "innamorati" del bio come Damijan,Maulè e Gravner per fare dei nomi.

Quando Marco K1 dice di non essere integralisti intende questo penso.
A presto


(


esatto.. :D

in effetti si è sempre trascinati da una passione o da una scuola di pensiero che ci "prende", è essenziale riuscire a confrontarsi con serenità e senza accusarsi a vicenda di non capire..sembra semplice, eh, Gabriele? :wink:

da montefollonico il 05 apr 2006 22:14


rieccomi.
Quante cose da dire.
La prima che mi turba e mi da immensa noia è utilizzare la desinenza BIO.
i cosiddeti biodinamici, non hanno alcun diritto di utilizzarla
Vengono confusi, accettati, riconosciuti come biologici. Forse vorrebbero esserlo, ma non lo sono affatto, almeno per ora.
Quindi riepilogando cattiva informazione, scarsa trasparenze, per quale motivo? Non voglio pensare anche qui a ritorni puramente commerciali :?
Continua..... Montefollonico

da Ospite il 06 apr 2006 08:54


io dico che sicuramente ci saranno dei vini biodinamici di bassa lega...ma questo avviene anche con la metodologia di pregio???


mi sono accorto di avere usato il turco :oops:

spero sia chiaro che il senso di quello che volevo dire. no vero ??

Insomma ne il biodinamico ne il "classico" assicurano a priori un'alta qualita' di vino, ci saranno tra le fila di entrambi vini buoni e vini meno buoni. Concentriamoci su quelli buoni ....e lasciamo perdere per un attimo i bilanci e la commercializzazione problemi che riguardano entrambe le schiere

Cosa c'e' da salvare tra le due metodologie e cosa da buttare ????

da Fante il 06 apr 2006 09:18


Carissimi,
sto seguendo con grande interesse la discussione da dietro le quinte.
Vi segnalo un articolo sull'argomento

http://www.slowfood.it/img_sito/riviste ... colas.html

Ciao

da Ospite il 06 apr 2006 09:27


ottimo Fante ..adesso il quadro comincia ad essere piu' completo,
potrebbe essere interessante un commento all'articolo fatto da persone competenti.....solo per fare qualche nome..Rinaldo, Monty, Talebano, K1, Ohara...mi scuso con chi non e' stato nominato...

da montefollonico il 06 apr 2006 10:11


rieccomi, inizio a ripsondere parzialmente all'articolo evidenziato, citato già tempo fa per altro
Prima obiezione come mai esempio Movia utilizza per i suoi vini, vitigni alloctoni, non limitandosi ai suoi autoctoni.
Continuo, l'utilizzo esasperato dei barriques (venti- trenta mesi), porta una quantità di tannini ,e non solo, esagerata altro che "correzioni".
Comiciamo ad essere più rigorosi:
facciamo un bel protocollo per la biodinamicità, fatto da esterni ovviamente, sennò se la cantano e se la suonano a misura:
cominciamo a contemplare solo coltivazioni autoctoni ed un uso limitatissimo dei barriques.
Comodo mettere solo regole che vogliono e/o possono sostenere.
A rileggersi prestissimo.Monty

DOVEROSA PRECISAZIONE

da montefollonico il 06 apr 2006 10:45


Leggo nei vari interventi un confronto fra due tipologie di vini, biodinamici e non.
Errore dobbiamo aprire un confornto fra tre o meglio quattro realtà:
-gli "standardizzati" o come piace a molti tradizionali, che poi non sono, cioè quelli che con alchimie in vigna e cantina hanno sempre annate su ottimi livelli.
-i biodinamici appunto
-i piccoli grandi produttori italiani , che nel rispetto delle vecchie tradizioni, usando ramato e zolfo solamente in vigna, lotta integrata antiparassitaria, poco o punto iposolfito (prima si chiamava così), vitigni AUTOCTONI, barrique limitato, lieviti "primitivi" ecc... producono benisssimo, sanissimo, non hanno bisogno di FARSI NOTARE, perchè vendono tutto.
-ultimo i vini biologici certificati. A presto Monty.

Re: DOVEROSA PRECISAZIONE

da Ospite il 06 apr 2006 10:54


montefollonico ha scrittoLeggo nei vari interventi un confronto fra due tipologie di vini, biodinamici e non.
Errore dobbiamo aprire un confornto fra tre o meglio quattro realtà:
-gli "standardizzati" o come piace a molti tradizionali, che poi non sono, cioè quelli che con alchimie in vigna e cantina hanno sempre annate su ottimi livelli.
-i biodinamici appunto
-i piccoli grandi produttori italiani , che nel rispetto delle vecchie tradizioni, usando ramato e zolfo solamente in vigna, lotta integrata antiparassitaria, poco o punto iposolfito (prima si chiamava così), vitigni AUTOCTONI, barrique limitato, lieviti "primitivi" ecc... producono benisssimo, sanissimo, non hanno bisogno di FARSI NOTARE, perchè vendono tutto.
-ultimo i vini biologici certificati. A presto Monty.


il discorso diventa sempre piu 'interessante e complicato :roll: ....mi sentirei di escludere dalla discussione i vini "standardizzati" ..o se vogliamo gli infallibili...visto che con correzioni varie in cantina (perche' si tratta di vini corretti ed abbelliti in cantina) riescono a vendere i loro prodotti "ruffiani".

Focalizzerei il discorso su:

-Biodinamici
-Biologici (ammetto che nella mia ignoranza tendevo a confonderli)
-Piccoli Grandi produttori italiani(utilizzando la classificazione di montefollonico)....una domanda si puo' fare qualche esempio ????

da ohara il 18 apr 2006 18:34


montefollonico ha scrittorieccomi, inizio a ripsondere parzialmente all'articolo evidenziato, citato già tempo fa per altro
Prima obiezione come mai esempio Movia utilizza per i suoi vini, vitigni alloctoni, non limitandosi ai suoi autoctoni.
Continuo, l'utilizzo esasperato dei barriques (venti- trenta mesi), porta una quantità di tannini ,e non solo, esagerata altro che "correzioni".
Comiciamo ad essere più rigorosi:
facciamo un bel protocollo per la biodinamicità, fatto da esterni ovviamente, sennò se la cantano e se la suonano a misura:
cominciamo a contemplare solo coltivazioni autoctoni ed un uso limitatissimo dei barriques.
Comodo mettere solo regole che vogliono e/o possono sostenere.
A rileggersi prestissimo.Monty


Caro Monty,

sono tendenzialemnte d'accordo con te, ma a mio avviso bisogna cercare di non essere dei torquemada con particolare riferimento alla barrique. Mi spiego: il mondo non si divide in "barrique si vs. barrique no" ma su come la barrique venga usata. Sai meglio di me, ne sono certa, che ci sono viti, lo chardonnay ne è un esempio calzante, ma anche la ribolla, o il verdicchio, e che dire dell'insolia?, che il legno lo reggono bene e non sono necessariamente impattati da stucchevoli aromi di vaniglia modello torta della nonna.

Inoltre, la barrique può essere usata nuova, e qui in molti casi la lascerei agli amerikani, o di secondo se non terzo passaggio. E non vedo danni collaterali. Tra l'altro, per i puristi del bio, magari una sbirciatina all'utilizzo del legno piccolo in cantina farebbe bene, o no? Ma non per questo va demonizzato.

Ripeto, cerchiamo di non oscillare come il pendolo (di Foucault?) e passare da un estremo all'altro, da un ostracismo vecchi ad uno nuovo. Il risultato sarebbe solo poca informazione per il consumatore e tanta propaganda, pro domo di chi in quel momento ha degli interessi comerciali da difendere.

i pasionari deL biodinamico

da montefollonico il 24 nov 2007 18:46


Che fine hanno fatto???
i pasionari del biodinamico! possibile che non c'e ne siano più?

Non si riesce più a fare un bel confronto? o si sono resi conto della Cosa?!.
Monty fidu :lol: cioso

da silbusin il 24 nov 2007 19:34


8)

da corona il 25 nov 2007 19:49


Rinaldo ha scrittoPerchè il Bio è Bio, punto.

Te lo "cucchi" così come è, se non ti piace se tu che non sei da Biodinamico.La Ribolla di Damijan 2004 non è un granchè, il 2003 è eccezionale (l'ho in lista), ma sono/saranno commercializzate entrambe.

Il Flaccianello di Fontodi 2002 non esiste, perchè l'annata non era all'altezza.
Sono solo 2 esempi, ma che rendono perfettamente l'idea di quello che intendevo dire; con questo non è che Damijan è bello e Fontodi è brutto o viceversa, sono solo modi diversi di operare: tu da che parte stai Filippo?

Rinaldo


Damjan Podversic non è ne biologico ne biodinamico, solamente a livello di chimica usa il minimo possibile di solforosa e basta, ma prova a dirgli in faccia: "Sei un bio-logico/dinamico".

Sei sicuro che la ribolla 2004 non sia un granchè? Meglio, ne rimane un po' anche per me!

Premesso che non sono un talebano delbio, ma uno che beve tutto a prescindere da chi lo produca, mi urge dire che i cosiddetti produttori bio-qualcosa mi garantiscono un utilizzo della chimica limitato, ricordiamoci che tra mille diavolerie, nella bottiglia dovrebbe entrarci anche del succo d'uva.
Se tra un'annata e l'altra ci son differenze ben vengano, non esiste una stagione uguale all'altra e siccome l'uva che si raccoglie dipende anche dal clima (TERROIR= TERRENO+CLIMA+UOMO), mi poiace che una annata sia diversa dall'altra.
Per contro posso dire di aver bevuto grosse porcherie targate "Bio", ma èuna bella lotta con le grosse porcherie targate"produzione convenzionale".

da corona il 25 nov 2007 19:54


E' sicuramente vero che molti che si proclamano (con certificazione in contro etichetta) biologici l'abbiano fatto perchè è una moda, ma come in tutti i settori c'è sempre qualcuno che salta sul carro del successo,pronto ad abbandonarlo al primo alito contrario.

Qualcuno dice che ci sono produttori che con uve atte a divenir DOC o DOCG declassano il loro prodotto a IGT o VDT perchè così ci caccian dentro quello che gli pare: spero che questa persona per coerenza non beva i vini (fantastici) di Montevertine :D :D :D :D

da corona il 26 nov 2007 08:55


ops, quasi mi dimentico, i vini del domaine de la Romanée-Conti vengono prodotti secondo metodi che abbracciano il biologico anche se non certificati, vogliamo mettere in discussione pure questi?

Agli oppositori della barrique vorrei ricordare che i più grandi vini del mondo affinano in barrique, si vedano tutti i grandi bordeaux e tutti i grandi borgogna più numerosi toscani, soprattutto in zona bolgheri (sassicaia i dice niente?), per cui il problema non è il contenitore, ma come lo si utilizza e su che uva: nebbiolo e sangiovese van meglio in botte grande perchè son vitigni "ossidativi" per cui abbisognano di meno contatto con la superficie legnosa, pinot nero, cabernet e merlot sono vitigni riduttivi per cui la barrique ben si adatta per una maggior micro-ossigenazione.

Il problema non è bio/non bio, ma buono/non buono e soprattutto sano per l'organismo/deleterio per l'organismo: nei vini che io chiamo "convenzionali" ci si possono mettere lieviti selezionati di natura sintetica, enzimi, gomma arabica, tannino artificiale per non parlare dei trattamenti in vigna, tutta roba lecita e che può dare grandi risultati, ma cosa c'entra sta roba con il vino?

Ma noi possiamo veramente pensare di migliorare la natura?

da tello-77 il 26 nov 2007 16:16


sorry, non conosco questa manifestazione, ma il fatto che venmga fatta in concomitanza col Vinitaly non mi sembra una gran furbata.... :?

Sù dè dòòòòòòòssss !

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