da inappetente il 23 mar 2011 23:18
...comunque posto un puntuale giudizio di un forumista presente , anche se qualche particolare ci differenzia in termini analitici:
Ale620 il lun mar 21, 2011 11:58 am
Prima volta per me in Bue House, penso non avrei potuto scegliere miglior compagnia (e miglior bicchierata).
Le mie note:
Prima Batteria d’apertura:
- Champagne Guillemard 2002 (Pinot Meunier in purezza)
- Krug 1998 (brindisi per la nascita del pargolo di Wineduck)
- Castello di Ama – Al Poggio 2004
- Bâtard Montrachet Marc Colin 2004
Non ho esperienza né sui grandi Champagne né sui bianchi, non mi esprimo in merito alla prima batteria, sarebbero espessioni fuorvianti o quantomeno poco affidabili.
Comunque Krug gran vino, bolla finissima e infinitamente persistente, un bel naso, miele, frutta gialla (tanta mela). In bocca è decisamente tanto acido, minerale, citrico. Non avendo altri riferimenti Champagnistici, non posso dare un giudizio qualitativo, comunque ribadisco, che bolla!
Seconda Batteria, warm up:
- Antinori Tignanello 2001
- Poggio di Monsanto 2001
- Poggio di Sotto Riserva 1999
- Montevertine Le Pergole Torte 2001
Personalmente trovo Pergole Torte il re della Batteria, si presenta con un bel granato vivo, un poliedrico naso ampio e profondo, con un’inizio ben presente di terziarizzazione (sentori animali e liquirizia). L’acidità bella sostenuta ci preannuncia un roseo futuro per questo grande IGT di Radda.
Poggio di Sotto lievemente sottotono con un naso lievemente scomposto (ci trovo un tantino di alcolicità che tende a celare il resto), anche se di materia ce n’è davvero tanta, con un tannino bello vispo.
Tignanello bel vino, quasi bordolese al naso (il cabernet qui è dichiarato e si sente tutto), ma c’entra poco in questa batteria di “rustici toscanacci”...
Terza Batteria, si scaldano i motori:
- Antinori Tignanello 2001 (dalla batteria precedente)
- Antinori Tignanello 1994
- Antinori Tignanello 1987 (Esageratamente tappato)
- Chianti Classico 1992 Castello di Ama
- Antinori Tignanello 1978
Dio che Tignanello il '78! Uno dei più bei vini della giornata (almeno fin ora, fino a che l’artiglieria pesante ancora non è in gioco), granato con unghia ampiamente aranciata, accenni d’impatto su tabacco e fumo, cacao amaro, caffé tostato, lieve caramello, naso mobilissimo, complesso e sempre ampio, acidità, sapidità e tannino da manuale, anzichè scrivere pagine e pagine di nozioni dovrebbero presentare questo vino ai corsi.
Peccato per il clamoroso tappo di Tignanello '87 che lo ha mandato diretto negli spogliatoi.
Tignanello '94 altra grande versione dell’IGT di Antinori, naso dolce un pò più “cabernettoso” e decisamente piacevole, ma anche viola e rose appassite, oltre alla liquirizia che un pò ovunque imperava. Ha un potenziale altissimo, sicuramente raggiungerà (e passerà?) le prestazioni del ’78 alla sua età...
Risentendo il 2001 affianco ai parenti “vecchietti”, risalta subito una notevole acidità.
Quarta Batteria, iniziano le danze:
- Biondi Santi Brunello di Montalcino Riserva 2001
- Biondi Santi Brunello di Montalcino Annata 1994
- Biondi Santi Brunello di Montalcino Annata 1981
- Biondi Santi Brunello di Montalcino Annata 1973
- Biondi Santi Brunello di Montalcino Riserva 1961
Non credo sia un caso che la Madonna sia Bionda e Santa...
Man mano che Marco versava, salendo per ogni bicchiere della batteria, un tripudio di sensazioni. Difficilmente si pensava di poter far meglio, e puntualmente ogni bicchiere smentiva quello precedente, fino all’ultimo, vera apoteosi.
Subito s’iquadra la situazione, “Biondi-Santi”. Riserva '01 in una bella veste granato vivo, con colore compatto, inizia leggermente chiuso (si aprirà in seguito con una bella nota balsamica) mostrandosi comunque sempre decisamente giovane, per lo meno in relazione a papà/zio/nonno che seguiranno.
Le tre annate, una meglio dell’altra. Quando si pensa a Biondi-Santi normalmente il pensiero va subito ai Riserva, ma se le annate invecchiano così, sticazzi (passatemi il francesismo)!
Tutti e tre nonostante i lustri alle spalle mostrano sapidità ed acidità ben presenti, e tre colori aranciato brillante che in sequenza stanno una meraviglia. Naso del ‘81 incentrato anch’esso su tabacco e fumo, il colore meno vivo dei tre. ‘73 da ovazione, naso sfaccettato al massimo, d’impatto ciliegia sotto spirito, poi terra, lieve nota di muffa ben integrata e non fastidiosa, dopo un pò di bicchiere si svela una lieve arancia. Vino comunque con un bel tannino setosissimo e -ribadisco- perfettamente acido e sapido, nonostante i quasi quarant’anni.
Riserva ‘61 monumentale, inizia lievemente in sordina rispetto agli altri ma quando parte non si ferma più: nel paio d’ore a venire si susseguono un turbine di descrittori, tra i più netti trovo cuoio, affumicato, tabacco, incenso, arancia sanguinella e rabarbaro nettissimi.
Una tesi sul Sangiovese Grosso, sembra un ritratto di Franco Biondi Santi: trasmette austerità, compostezza e rigore dall’alto dei suoi cinquant’anni (il vino, non Franco), un vino talmente severo, preciso e inflessibile che pare pronto a cazziarti da un momento all’altro, chiedendoti il dovuto rispetto. Paradossalmente, ha davanti ancora una lunga vita.
Quinta Batteria, artiglieria pesante:
- Biondi Santi Brunello di Montalcino Riserva 2001 (dalla batteria precedente)
- Soldera Brunello di Montalcino Riserva 2001 (lotto F68)
- Romanée Conti Echézeaux 2001
- Conterno Barolo Riserva Monfortino 2000
- Biondi Santi Brunello di Montalcino Riserva 1961 (dalla batteria precedente)
Qui ci siamo dovuti stringere perchè la sopracitata Madonna s’è seduta con noi al tavolo, reclamando i suoi bicchieri... Una batteria con cui Marco ha voluto stupire, e c’è riuscito alla grande, volendo misurare le prestazioni del Gran Sangiovese (BSR ’61) affianco a mostri quali Echézeaux e Monfortino
Maestoso il naso del PN, seducente, elegante e potente in eguali dosi, con dei bellissimi fruttini rossi dolci a farla da padrone. Lieve terra dopo un paio d’ore. Grandissimo e ampissimo bouquet, e una bocca (con questa premessa) forse un pò deludente, probabilmente non all’altezza del naso e dei rivali che si trova affianco. A tal proposito Monfortino, oltre a un naso davvero ammaliante (decisa e chiarissima la nota di “verde di anguria”), presenta una bocca davvero stupefacente, con un bel tannino da Nebbiolo (che in mezzo a tutto questo Sangiovese fa la voce grossa) e un’acidità che rende la beva realmente travolgente, penso non si fatichi nemmeno un po’ a finirne una bottiglia da soli.
Dopo un paio d’ore ho trovato una curiosa nota (non mandatemi al diavolo ) di “gomma di palloncino”, qualcuno ci si ritrova?
Soldera bell’esempio di Brunello come-va-fatto, con una bella rosa, la sempre presente liquirizia, un bel tannino vellutato e una persistenza notevolissima, forse tra le più lunghe della giornata, ma affianco a questi calibri di Biondi Santi trovo passi un pò in secondo piano...
Ho tenuto per due ore tutti e quattro i vini e per due ore e continuamente ci trovavo dei vini “nuovi”, davvero impressionanti quanto a complessità olfattiva.
Non mi sento ancora in grado di dar punteggi, ma per questa batteria penso di non sbagliare stando comodo sull’over-95 abbondante...
Sesta MiniBatteria, la quiete dopo la tempesta:
- Le Fioraie Vin Santo 1987
- San Giusto a Rentennano Vin San Giusto 1999
Dopo cotanta roba, fanno la figura delle ragazze simpatiche nel gruppo di strafighe... Non me ne vogliano Marco ed i manuali di abbinamento cibo-vino, ma io sulle paste ho continuato con la quinta batteria…
Comunque, bella e curiosa versione di Vin Santo secco l’87 de Le Fioraie, fatto come il Vin Santo di una volta, anche se non incontra troppo le mie grazie proprio per tipologia, preferisco i dolci.
Vin San Giusto la dolcezza e l’opulenza fatta vino, quasi stucchevole con il dolce dei dolci (perdonate l’assonanza), forse da aspettare per mooolti anni ancora.
Poco altro da dire, solamente “grazie Marco”, davvero.
Alla prossima, e non vedo l’ora.
A seguire le foto delle batterie...Ale620
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