Gosset Celebris 1998? o Sancerre Cuvee Edmond A. Mellot?
... neppure tanto fuori tema ed entrambi di livello , soprattutto la cuvée Edmond , mio piccolo pallino ... dài , ci penso io così lasciamo un pò di suspence...
Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti. Non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza. (Arthur Bloch)
... ah ... le "sorprese" sono state :
- Fra le bolle : Champagne Brigandat Blanc de Noir
- Fra i bianchi alloctoni : Pouligny Montrachet 2006 Ramonet
- Fra i "Barbaresco" 2004 : Gevrey Chambertin "Les Evoucelles" Vieilles Vignes 2004 Bernard Dugat Py ...
inappetente ha scritto... ah ... le "sorprese" sono state : - Fra le bolle : Champagne Brigandat Blanc de Noir - Fra i bianchi alloctoni : Pouligny Montrachet 2006 Ramonet - Fra i "Barbaresco" 2004 : Gevrey Chambertin "Les Evoucelles" Vieilles Vignes 2004 Bernard Dugat Py ...
Quoto!
grazie ancora per la bella serata istruttiva e conviviale!
Un applauso anche a Rinco e sua sorella per l'ottima cucina!
Secondo round e altra bella serata da segnare...
Grazie ancora a Marco per le eloquenti spiegazioni sui vini e sui luoghi di provenienza, nonche per il contributo aggiuntivo di due stupende bottiglie... Un plauso alla sua pazienza nell'intatterci. Lui che rispetto a tutti noi e' ad un livello irraggiungibile
Un grazie anche alla disponibilita' di Angelo da Carbonara e alla Sua grande quanto minuta sorella , bravissima come al solito in cucina..
Due note sui vini senza entrare troppo nel tecnico...
APERITIVO:
- Metodo Classico Franciacorta (Cola Battista ) ***+
- Champagne Blanc de Blanc Vazart Coquart ***
- Champagne Brigandat Blanc de Noir ****+
Il Franciacorta a mio avviso la piacevole sorpresa della serata... Il puttanone della batteria.. Un po' come mettere la Marini vicino a Angelina Jolie ( il Vazart Coquart) e alla Hepburn ( l'eleganza infinita del BdN di Brigandat ) Naso ampio e opulento e una bocca piena e morbida. Un bel produttore da tenere sott'occhio.. Certo. siamo lontani dall'eleganza e dalal finezza del Brigandat che , a mio avviso ha surclassato gli altri contenders.... Buono , ma lontano dagli altri due il Vazart
BATTERIA DI BIANCHI AUTOCTONI :
- Timorasso Sterpi Walter Massa 2004 s. v.
- Gavi dei Gavi La Scolca 2007 ***
- Arneis Marco Porello Cru Camestri 2008***
Il Piemonte non e' regione di bianchi....anche se poi ne vedremo delle belle... e questi tre autoctoni, confermano un po' questa teoria. Come gia' ribadito, sono sempre in attesa di assaggiare un Timorasso che mi convinca. Purtroppo , non sara' questa l'occasione per confutare la mia impressione. Il vino risulta ormai ben oltre la china e le uniche sensazioni che mi ha lasciato, sono relative alla terziarizzazione che lascia a questa bottiglia note maderizzate e alcooliche sia al naso che in bocca. Il Gavi e' legnoso... troppo legnoso. Al naso e in bocca rimane imperante questa sensazione. L'uso poco accorto dei carati , se non gestito da una grande mano rilascia quelle note tostate e vanigliose sempre uguali a se' stesse... Piu' beverino l'Arneis , ma le delicate note di fiori e frutta fresca, non bastano a farne un vino indimenticabile.
La serata entra nel vivo. da qui in poi, sara' un crescendo di sensazioni . I primi due semplicemente meravigliosi.. Ad un Sauvignon tipicamente varietale..e assolutamente didattico, fa riscontro un Riesling che mi ha stupito. Non pensavo che da noi si potesse fare cosi' buono. Mi ha ricordato l'ultimo giro in Mosella. Grande naso , Mineralita' a profusione e freschezza assoluta. Un grande vino. Poi...si volta pagina e.. di fronte ad una bottiglia come lo Chardonnay di Ramonet, ci si deve inchinare e ammettere che i nostri cugini hanno un grande culo. La benedetta terra di Borgogna regala alle uve una infinita varieta' di profumi . Marco diceva della esercitazione di eleganza che Ramonet ha cercato di fare conm questo vino. Direi che il risultato e' di assoluto rilievo. Bevuto in un amen...col risottino alla pasta di salame...
Questa batteria e' "inquinata" dalla presenza della seconda sorpresa fattaci da Marco in bottiglia rigorosamente stagnolata. Vino assolutamente indecifrabile. Brillante, di un rubino bello carico, a prima vista un vino dotato di una sua consistenza... Naso immediatamente esplosivo con note vegetali.. ricordi di peperone verde che ci portano a pensare a Bordeaux.. La mia unica certezza e' sulla nazione di provenienza.. ma con la zona proprio non ci sono.. Il naso intanto vira sul balsamico e su note di incenso .. In bocca grasso e morbido.. Un gran bel vino... Poi Marco toglie la stagnola alla bottiglia e ne emerge uno Gevrey Chambertin che mai avrei pensato di trovare cosi'.. Il ricordo di quelle zone mi da' vini con un colore tenue, smorto. e mai consistenti e di corpo come questo.. E' una sorpresa.. una bella sorpresa.. In tavola intanto arriva la lepre con polenta e devo scegliere quale dei tre Barbaresco a tavola la accompagnera'. IL Roagna ha note puzzettose ( qualcino dira' addirittura di stallatico) .. il Santo Stefano di Giacosa e' strepitoso ma la mia preferenza andra' a Sottimano..
Sei bicchieri schierati davanti per questa batteria finale che ci impegnera' accompagnando degnamente del buon Gorgonzola naturale e una scheggia di Grana 36 mesi fornito dal bravissimo Matteo ( Zolletta) Perderemo quasi immediatamente uno dei contendenti ( Mascarello) che , dopo qualche minuto essere stato versato ,a ha mostrato una decisa tappatura . Semplice ed immediato il Brunate Le coste di Rinaldi. Naso avvolgente e preciso per Altare che ad una immediatezza totale sia al naso che alla beva , quasi a significare scarsa complessita', ha fato poi seguito con note evolutive di grande rilievo. Grande il Monvigliero. Forse l'unico ad uscire dal concetto di classicismo con note quasi affumicate a dargli una sua dignitosita' e un posto fuori dal coro. Due giganti invece il Vigna Rionda e il Gran Bussia. Un naso piu' entusiasmante il Gran Bussia e una bocca migliore per il Vigna Rionda.. Mi ha sfiorato per un attimo il pensiero folle di unire gli ultimi due gocci di vino rimastimi nel bicchiere per avere bocca e naso al massimo livello . Due veri monumenti al Barolo.... da berne una brenta...
FINALE : Moscato d'Asti Vajra
IL Moscato piu' buono che io abbia mai bevuto. Semplicemente questo!
"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro
... belle e quasi compulsive le bolle , in una serata come questa pericolosissime in quanto difficili da non bere ... e dopo son dolori . terza volta che bevo Cola e terza volta che questo piccolo artigiano mi entusiasma . Quasi pirotecnico al naso ,senz'altro più intenso dei franciosi . Gli manca quel pizzico di mineralità e complessità in bocca di Brigandat , ad esempio , ma davevro un gran bicchiere ruttante : 89/100 contro la finezza snella e flessuosa di Vazart Coquart (88+/100) e la intrigante sfrontatezza pinottosa di Brigandat (90/100) : tre bocce come da sogno realizzabilissimo da abbinare ad un intero pasto con vini di bevibilità e gradevolezza estrema , la loro forza .
Fra i bianchi , un de profundis per il Timorasso (peccato) e un'onesta presenza scenica per Arneis e "storico" Gavi di La Scolca , davvero l'ombra di se stesso e del blasone ( e prezzo ... è boccia che viaggia verso i 30 euri in enoteca) che si trascina dietro ... diverso spessore la batteria successiva , con un sauvignon di Burlotto scoppiettante e varietale (87+/100) e un Riesling di Vajra che si conferma la migliore espressione di questo vitigno dell'intero italico stivale (90+/100) ... Pouligny di Ramonet? ... solo un "gola gola" di cosa potrebbe essere una serata dedicata alla Borgogna bianca : essenziale , variegato , elegante , floreale ... è un suo esercizio stilistico ( piccolo filare fuori della sua zona di Chassagne) ma che gli è riuscito da levata di cappello . Da ingurgitarselo a gargarozzo ... 91+/100 ... tutta bellissima la batteria di rossi , senza davvero un vaso di coccio . Grandi interpreti del loro territorio , senz'altro tutti vini di grande espressività e personalità . Unica eccezione per il S.Stefano di Giacosa , quasi noioso nella sua perfezione , senza sbavature , senza difetti , archetipale e idoneo per una lezione didattica di grande Nebbiolo da Barbaresco ( per tutto ciò , 90/100 non glieli toglie nessuno) però ... boh , la scintilla dell'emozione latita , forse meglio la contadina imperfezione al naso del Pajé di Roagna ( ma che bella bocca setosa , che gli aumenta il voto a 87+/100) o lo stralunato (come produttore) Brunate Le Coste di Rinaldi (86/100) , ancora ben lungi da raggiungere il suo equilibrio strutturale , con acidità assassina un pò scissa dal contesto e una profondità solo intuita , un frutto esuberante ma criptico nella espressione varietale . Sorpresa per me dopo tante bevute non esaltanti il Barolo di Altare , che ritorna maestro nel suo genere . Qui il frutto è davvero netto , floreale come ha da essere un grande Barolo , persino troione come ti avviluppa le papille (90+/100) . Senz'altro riesce sempre ad emozionarmi il Monvigliero , uno dei miei cru preferiti perchè dotato di un enostrabismo di Venere che affascina come nessuno per l'originalità e riconoscibilità (plus) Foglie essiccate , china , rabarbaro , spezie , aghi di pino ... una bocca con tannini setosi , fittissimi , ancora in divenire dove diventerà drappo dai velluti ammalianti , statene certi ( fra qualche lustro) . Chevidevo dire , 92/100 perchè splendido . Pajoré di Sottimano : performance eccellente . Ricco d'estratti ma non paradossale ... solo ricco ... e il naso ne è testimonianza con una tavolozza di profumi sempre in mobilissima vriegatura , bocca potente e solenne , davvero un gran vino ... col brasato , poi , quasi indecentemente buono : 92+/100 . Non sono d'accordo sul Monprivato . Ondivago per riduzioni forti , scambiate per tappo quindi non decifrabile , chi ha avuto pazienza è stato premiato con una pulizia sorprendente e una profondità che urla Barolo da tutti i pori . Peccato il tempo relativo di interpretazione nel bicchiere , ma nei "momenti di lucidità" monumentale (91+/100) . Finiamo con il Gran Bussia ... annata classica che mi sta dando grandi soddisfazioni in generale , ieri una bellissima interpretazione di Monforte . Ricchissimo al naso , austero in bocca , un manuale da sfogliare con pazienza e grande gioia . Per palati virili , vero Nebbiolo d'antan che unisce vigoria a eleganza , sfaccettature e decisione organolettica (93+/100). Un vero rappresentante nobiliare della casta ... finisco con quello che considero la miglior bocca della serata , Vigna Rionda di Massolino : un caterpillar , anche se al naso ancora un pò chiuso , sta per aprirsi dopo un periodo di almeno un lustro di sonno olfattivo . Se dovessi scindere il voto , 86/100 al naso e 94/100 la bocca . Ma non faccio la media matematica perchè ne conosco l'evoluzione e la richezza solo sussurrata ieri sera , la urlerà a bocca distesa fra qualche anno ancora ...
PS: discorso a parte per Dugat Py ... essendo un fenomeno unico nel suo genere , che ai tanti puristi della Borgogna Jayeriana lascia un pò perplessi , ma a me fa sempre godere come un riccio per densità e originalità interpretativa ... butto lì un 92/100?...
PPS: Moscato di Vajra ... nonostante la maratona , me lo sono bevuto d'un fiato ...
Ultima modifica di inappetente il 13 feb 2011 12:43, modificato 1 volta in totale.
...il prossimo chessifà e quando?
-Toscana? ( Chianti Classico, Brunello e Supertuscans)
- Borgogna? ( panoramica generale oppure dividiamo in due : prima bianca , poi rossa) ... venerdì 29 aprile o la prima settimana di Maggio?
inappetente ha scritto...il prossimo chessifà e quando? -Toscana? ( Chianti Classico, Brunello e Supertuscans) - Borgogna? ( panoramica generale oppure dividiamo in due : prima bianca , poi rossa) ... venerdì 29 aprile o la prima settimana di Maggio?
Io mi adeguo.. con chiara preferenza per la Francia...
Aspettiamo di sentire qualche interessato...
"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro