inappetente ha scrittoDipende dalla tipologia : sul Nero d'Avola difficile prescindere da Gulfi e i suoi eccellenti Cru . Personalmente mi attizza il Nerobufaleffi e il Neromaccarj , ma in certe annate è straordinario il Nerobaronj . Oggi Sicilia significa Etna o , personalmente , Nerello Mascalese . Ormai sono parecchie , seppur piccole , le realtà che si cimentano alla grande con questo vitigno ( col Nerello Cappuccio) . Geraci con il Faro Palari , Terre Nere con tutti i suoi cru , Passopisciaro , Biondi con il suo Outis e ... tanti piccolissimi . C'è solo da scegliere . Scaduti , secondo me , quelli dallo stile terzomondista (Planeta ,Cusumano , Principi di Butera & C) .
capohog ha scrittoInnanzitutto come fenomeno va contestualizzato : i fratelli Planeta , giovani e dinamici , hanno cavalcato l'onda del "facile e subito" coinvolgendo tutte le risorse per far vino di buona qualità che il mercato richiedeva , ad un prezzo alto ma tutt'altro che impossibile ( tutte le tipologie , salvo Alastro e Segreta bianco e rosso , viaggiano attorno ai 18-20 Euro) . Il suo Chardonnay , boteriano e adiposo , fece tendenza a fine anni novanta del secolo scorso . Oggi è un fenomeno più d'esportazione , con una bella serie di referenze corrette , piacione , ruffiane e tecnicamente ben fatte . Ricordiamo che sono i figli di quel Planeta presidente della cantina Settsoli , una delle più grandi d'Europa , quindi conoscenza e risorse , in famiglia , non mancavano di certo . Della gamma , sinceramente , fra i bianchi preferisco il Fiano , mentre fra i rossi Sirah e Merlot sono tutt'altro che trascurabili . Certo se cerchiamo complessità e finezza , meglio rivolgersi altrove .inappetente ha scrittoDipende dalla tipologia : sul Nero d'Avola difficile prescindere da Gulfi e i suoi eccellenti Cru . Personalmente mi attizza il Nerobufaleffi e il Neromaccarj , ma in certe annate è straordinario il Nerobaronj . Oggi Sicilia significa Etna o , personalmente , Nerello Mascalese . Ormai sono parecchie , seppur piccole , le realtà che si cimentano alla grande con questo vitigno ( col Nerello Cappuccio) . Geraci con il Faro Palari , Terre Nere con tutti i suoi cru , Passopisciaro , Biondi con il suo Outis e ... tanti piccolissimi . C'è solo da scegliere . Scaduti , secondo me , quelli dallo stile terzomondista (Planeta ,Cusumano , Principi di Butera & C) .
terre nere me ne è appena arrivato una cartonata dal mio spacciatore siciliano online
personale curiosità, cosa ne pensi di planeta?
Me lo hanno rifilato spesso come un nuovo miracolo dell'enologia siciliana ma mi ha sempre lasciato perplesso, come un bluff a tavolino stile Vigna d'Alceo
capohog ha scrittoHo fatto un po' di shopping di cose (per me) nuove per curiosità di provare, qualcuno le conosce:Alcuni no (Vigna Piancastelli e Ferentano) se non di nome , gli altri bei bicchieri di vino nel quotidiano e basta.Il Greco di Pietracupa lascialo un paio d'anni a riposare che migliora sensibilmente . Meglio il suo Fiano .
Bianco di Corte Annunziata Paternoster
Vigna Piancastelli terre del Principe (Casavecchia e Pallagrello nero)
Ferentano (roscetto)
Greco di Tufo Pietracupa
Poggio della Costa Grechetto Mottura
inappetente ha scrittoDipende dalla tipologia : sul Nero d'Avola difficile prescindere da Gulfi e i suoi eccellenti Cru . Personalmente mi attizza il Nerobufaleffi e il Neromaccarj , ma in certe annate è straordinario il Nerobaronj . Oggi Sicilia significa Etna o , personalmente , Nerello Mascalese . Ormai sono parecchie , seppur piccole , le realtà che si cimentano alla grande con questo vitigno ( col Nerello Cappuccio) . Geraci con il Faro Palari , Terre Nere con tutti i suoi cru , Passopisciaro , Biondi con il suo Outis e ... tanti piccolissimi . C'è solo da scegliere . Scaduti , secondo me , quelli dallo stile terzomondista (Planeta ,Cusumano , Principi di Butera & C) .
Parakarro ha scrittoCUSUMANO ANGIMBÈ 2008 euro6.80
questo è lo chardonnay tappato con il vetro?!
bel tappo... ma non lo copro piu'
corona ha scritto...Ecco, qui ci si intende, anche se io non esagererei con Gulfi e di sicuro non amo passopisciaro che trovo sempre un po' troppo internazionale.Sulla definizione di "gusto internazionale" ci sarebbe da fare qualche precisazione da parte di chi lo erge come bandiera da non sventolare in qualsiasi frangente . Tu lo chiami "gusto internazionale" probabilmente in riferimento ad uno stile più votato ai mercati esteri , quindi omologazione con poca personalità , poca territorialità , modalità a volte scriteriate di utilizzo del legno , morbidezze all'esagerazione , tannini peregrini . Io lo chiamo semplicemente "gusto terzomondista" perchè è dalle aree di nuovo sviluppo vitivinicolo che nascono soprattutto quelle tendenze all'espansione nei mercati che contano con determinate "caratteristiche" , Stati uniti sopra tutti , che amano gusti sempliciotti e immediati ( a basso prezzo possibilmente) piuttosto che vini ancora da terziarizzare per dotarsi di quel corredo amato dai veri esperti "storici" dei grandi vini . In questo contesto , Franchetti ha saputo inserirsi secondo me con grande maestria , sia creandosi uno stile , sia valorizzandolo anche in termini economici ( è noto che Tenuta di Trinoro o Palazzi furono fra i vini più cari d'Italia ... e d'Europa nonostante poca storia alle spalle) . Nel suo "creare vino" , grande importanza ha avuto per lui la Guida Spirituale di Rolland , che sarà pure dedito all'enomercimonio intellettuale , ma non certo è un incapace di fare vino , come pure non lo è Cotarella né Lanati , anche se in tanti danno loro addosso . Tra l'altro , Franchetti è stato uno dei primi a credere nell'Etna e ai primi personali assaggi (primi anni del millennio) mi era sembrato davvero originale e tutt'altro che scontato
inappetente ha scrittocorona ha scritto...Ecco, qui ci si intende, anche se io non esagererei con Gulfi e di sicuro non amo passopisciaro che trovo sempre un po' troppo internazionale.Sulla definizione di "gusto internazionale" ci sarebbe da fare qualche precisazione da parte di chi lo erge come bandiera da non sventolare in qualsiasi frangente . Tu lo chiami "gusto internazionale" probabilmente in riferimento ad uno stile più votato ai mercati esteri , quindi omologazione con poca personalità , poca territorialità , modalità a volte scriteriate di utilizzo del legno , morbidezze all'esagerazione , tannini peregrini . Io lo chiamo semplicemente "gusto terzomondista" perchè è dalle aree di nuovo sviluppo vitivinicolo che nascono soprattutto quelle tendenze all'espansione nei mercati che contano con determinate "caratteristiche" , Stati uniti sopra tutti , che amano gusti sempliciotti e immediati ( a basso prezzo possibilmente) piuttosto che vini ancora da terziarizzare per dotarsi di quel corredo amato dai veri esperti "storici" dei grandi vini . In questo contesto , Franchetti ha saputo inserirsi secondo me con grande maestria , sia creandosi uno stile , sia valorizzandolo anche in termini economici ( è noto che Tenuta di Trinoro o Palazzi furono fra i vini più cari d'Italia ... e d'Europa nonostante poca storia alle spalle) . Nel suo "creare vino" , grande importanza ha avuto per lui la Guida Spirituale di Rolland , che sarà pure dedito all'enomercimonio intellettuale , ma non certo è un incapace di fare vino , come pure non lo è Cotarella né Lanati , anche se in tanti danno loro addosso . Tra l'altro , Franchetti è stato uno dei primi a credere nell'Etna e ai primi personali assaggi (primi anni del millennio) mi era sembrato davvero originale e tutt'altro che scontato
Parakarro ha scrittoa dire il vero la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la francia....
ma cazzo lo sai che sono ancora con le papille estasiate...
a proposito di costi: in estate di rossi ne bevo pochini...diciamo uno a settimana... forse meno...la boccia non arriva a 30 euro (io la pago attorno ai 20)...
vogliamo dire quanto spendi di bolle francesi AL GIORNO?!