Alzheimer e alcol: il rischio è in come si beve
Il rischio di deterioramento cognitivo è molto più alto per chi si astiene dal bere per un tempo determinato e poi si butta sulla bottiglia che non per chi assume regolarmente modeste quantità di alcol
L’equilibrio è importante in ogni situazione della vita. E in questo caso anche per la salute mentale. Perché, a quanto pare, il rischio di deficit cognitivi si ha sia quando si beve troppo che quando non si beve affatto per un certo periodo di tempo, intervallato da bevute compulsive, magari durante feste o occasioni mondane. Questo è quanto afferma un nuovo studio condotto presso l'Università di Turku di Helsinki e dal National Institute for Health and Welfare della Finlandia.
Quelli che starebbero meglio, in pratica, sono coloro che vengono considerate bevitori “leggeri”, ovvero quelle persone che assumono solo piccole quantità di alcol ma con costanza.
Gli autori dello studio non hanno valutato solo il consumo di alcol totale, ma anche gli effetti a lungo termine che si evidenziano anche dopo molti anni, a seconda del tipo di abitudine del bere.
Bere grandi quantità di alcol, infatti, come un’intera bottiglia in una sola occasione (almeno mensile) è considerata dai ricercatori un fattore di rischio per il deterioramento delle funzioni cognitive. Tali bevute “compulsive” raddoppiano il deterioramento cognitivo anche quando il consumo totale di alcol è normale o controllato.
«La nostra scoperta è significativa in quanto le alterazioni tipiche della malattia di Alzheimer - la più comune sindrome da demenza - si pensa alla prima comparsa di due o tre decenni prima della manifestazione clinica, e quindi l'identificazione dei fattori di rischio precoce è fondamentale », spiega Jyri Virta, ricercatore presso l'Università di Turku.
Ecco così che astenersi durante una settimana o un intero mese per poi scolarsi magari un’intera bottiglia in una volta sola può concorrere ad aumentare lo sviluppo di un successivo decadimento cognitivo.
Di conseguenza, non è solo una questione di quantità di alcol ingerita ma di come questa quantità viene consumata. I risultati sono stati pubblicati nel numero di dicembre del Journal of Alzheimer's Disease.
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...tanto per ricordare, in questa sezione, di non scherzare troppo col fuoco...