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VINI dal gusto NAZIONALPOPOLARE

da inappetente il 06 apr 2011 14:11


...premetto che è una discussione tuttaltro che banale in quanto sono anni ed anni che si dibatte su questo argomento . Chi parte da una presa di posizione legittimissima che il vino rimane un bene da vendere e un produttore un imprenditore , per cui la cantina è un'impresa , deve fare profitto e il bene deve essere un attuale marketing oriented . Se poi l'azienda è sana , tutte le fasi produttive e commerciali permettono un'attività altamente remunerativa che promuovendo il fiorire dell'impresa e lo sviluppo della stessa ... bien , la mission è compiuta e la pecunia non olet .
Di contro , chi vede uno sbocco commerciale di successo legato non sul gusto di mercato modaiolo o del momento , ma un trasferimento del territorio , della tradizione , di un gusto estetico che è anche filosofia da trasmettere , eviterà compromessi tecnologici o produttivi , con conseguente risultato sensoriale, ma cercherà l'estrema aderenza territoriale del suo output produttivo , più o meno d'eccellenza a seconda della vocazione territoriale e sua capacità artigianale . Gli esempi potrebbero essere molteplici ma anche contrastanti e sorprendenti . Il "piacione" può essere un pregio o un difetto a seconda dell'ottica , così come un vino di territorio può non esserlo ma , come un'opera d'arte, avere bisogno di esperienza , studio e applicazione per poterne comprendere la grandezza . Ognuno porti la sua esperienza personale , nomi e cognomi , e quel che pensa senza remore...

da nebbiolo75 il 06 apr 2011 14:18


Da che si può partire? O meglio, come si possono catalogare i vini?

Per esempio: Brunello di Montalcino 2005 di Salvioni. Che posso dire? Che l'ho trovato legato al territorio (ma andrebbe specificato il territorio stesso e cosa ci si aspetta da quel tipo di terreno), ma per me è caro (circa 55 euro a bottiglia)? Forse bisognerebbe fare la carta d'identità di un'etichetta prima di dare giudizi sia tecnici che nazional popolari. Però la cosa mi intriga :-)

E' difficile dar da mangiare alla gente che non ha fame

da capohog il 06 apr 2011 14:42


nebbiolo75
Chianti forever


MessaggioInviato: Mer Apr 06, 2011 2:12 pm Oggetto: Giusto giudizio Rispondi citando Modifica Cancella messaggio IP
inappetente ha scritto:
giusto giudizio di un vino dal gusto "nazional popolare" rispetto ad uno considerato "intellettuale"


Ecco il topic aperto Smile

da cosa si comincia?
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nebbiolo75
Chianti forever


MessaggioInviato: Mer Apr 06, 2011 2:13 pm Oggetto: Rispondi citando Modifica Cancella messaggio IP
come non detto Smile bruciato sul tempo!
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miciagilda
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MessaggioInviato: Mer Apr 06, 2011 2:17 pm Oggetto: Rispondi citando Modifica Cancella messaggio IP
Potremmo cominciare da "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"?

Insomma: esiste un concetto di bontà assoluta di un vino?

O "buono" è un vino che piace a più persone e basta?

A me sembra che non se ne possa uscire... Wink





Per comodità ho cercato di raccogliere in un unico topic le risposte già date in due topic simili, uno lo chiudo, in modo da non soffrire di schizzofrenia :wink:

96 cubic inch of good vibs

da capohog il 06 apr 2011 14:52


Domanda per meglio identificare il concetto di nazional popolare e di piacione: il Turà, i prosecchini, le barberine frizzanti, il Galestro sono nazional popolari?
Se sono nazional popolari sono anche piacioni o piacione è più, che so, un barriquato con nome sofisticato bevibile da subito?

Sii più preciso inappetente, se no Paulyste parte con l'esegesi del thread e non ne tiriamo più fuori le gambe :wink: :lol: :lol: :lol: :lol:

96 cubic inch of good vibs

da Paulyste il 06 apr 2011 15:31


Bravo capohog, mi hai anticipato. Comunque è un bel topic e spero abbia vita grazie a chi di vino qui ne sa più di me.

Nazionalpopolare per me è il vino da grande produzione, magari anche urfido o comunque senza particolari qualità, tipo la grande quantità di Prosecchi, Asti Spumante, Bonarde dell'Oltrepò, ecc. Ma anche un Chianti da 3-5 euro al supermercato per me resta nazionalpopolare, anche solo per una questione di prezzo unita a una certa territorialità (nel senso che un Cabernet Sauvignon sudafricano a 4 euro è popolare, ma non nazionale).

Del tutto diverso è il concetto di "piacione", che io avvicino a quello di "ruffianeria": piacione è un vino di buona qualità ma privo di quelle asperità che in alcuni casi contraddistinguono un grande vino. Chessò, "piacione" è per me l'Altero di Poggio Antico (bevuto l'altro giorno) rispetto al loro Brunello classico, molto più "rozzo", molto più spigoloso. "Piacione", visto che sono ticinese e qui si fa solo Merlot, è quello barricato rispetto a quello che non lo è. In genere potremmo ritenere più piacioni anche tutti i non monovitigni, soprattutto quando il numero degli apporti sale a quattro, cinque o più.

Ho detto la mia. Aspetto che inappetente mi prenda a bastonate :P

da Yoda il 06 apr 2011 16:12


Qualche anno fa , girava sulle tv uno spot di Boldi che con un improbabile accento toscano recitava: "So hontrario alla pentola a pressione...Non si vede la hottura...."

Mi e' tornato alla mente questo...
Sono anch'io contrario.. Sono contrario all'omologazione, sono contrario alle mode e ai vini "costruiti" per piacere, sono contrario ai vini sempre uguali a se' stessi dalle Alpi alle Piramidi, sono contrario agli impianti alloctoni... insomma..son contrario a quasi tutto quello che non e' territorialita' , tradizione e storia...
Credo che ogni zona dovrebbe valorizzare al meglio le caratteristiche pedoclimatiche dei luoghi adottando anche gli aiuti che la tecnica attuale puo' dare, ma ,nel rigoroso rispetto delle caratteristiche peculiari dei vitigni tipici.
Ho detto prima "contrario a quasi tutto", perche' inevitabilmente, anche a me capita di apprezzare dei vini che non c'entrano niente coi luoghi in cui vengono prodotti o con i vitigni da cui provengono.
E' il caso , per esempio dei vari Supertuscans, dove cabernet,merlot e sirah sono i cepages preponderanti. Beh..mica si potra' dire che i vari Sassicaia,Ornellaia ,Masseto ecc ecc sono vini cattivi .no? ...Pero'...rimane il pero'. Non e' forse meglio apprezzare il piacere di bere un Riesling ed essere consapevoli , senza ombra di dubbio che ha origini Alsaziane oppure riuscire a riconoscere un Teroldego e collocarlo senza dubbio alcuno in Trentino???
E non voglio entrare nel merito delle pratiche di cantina..per il momento...
Aspettiamo di vedere come evolve la discussione... 8)

"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro

"guida poco...che devi bere..."
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da Paulyste il 06 apr 2011 16:16


Ecco, buon suggerimento di discussione. Omologazione o non omologazione, è questo il problema 8)

da nebbiolo75 il 06 apr 2011 16:18


PaulySte ha scrittoEcco, buon suggerimento di discussione. Omologazione o non omologazione, è questo il problema 8)


Il compito delle doc non è quello di omologare un certo tipo di prodotto? :-)

E' difficile dar da mangiare alla gente che non ha fame

da Yoda il 06 apr 2011 16:22


nebbiolo75 ha scritto
PaulySte ha scrittoEcco, buon suggerimento di discussione. Omologazione o non omologazione, è questo il problema 8)


Il compito delle doc non è quello di omologare un certo tipo di prodotto? :-)


hai mai letto un disciplinare??? :roll: :roll: :roll: :roll: :roll:

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da capohog il 06 apr 2011 16:25


nebbiolo75 ha scritto
PaulySte ha scrittoEcco, buon suggerimento di discussione. Omologazione o non omologazione, è questo il problema 8)


Il compito delle doc non è quello di omologare un certo tipo di prodotto? :-)


Capiamoci sul concetto di omologazione, una DOC regionale nata per "difendere" e "valorizzare" un vino lo omologa anche perché lo stesso non sia di livello infimo, pur avvalendosi della notorietà data dal luogo o dalla regione.
L'omologazione nel senso di un vino fatto con vitigni alloctoni che ha più o meno le stesse caratteristiche dal Manzanare al Reno è un'altra cosa.... :?

96 cubic inch of good vibs

da Paulyste il 06 apr 2011 16:28


Dipende dal punto di vista. Da un lato omologa tutti i vini di una determinata zona di produzione impedendo che i singoli produttori vadano di fantasia: se Chianti deve essere, di quel vitigno deve essere fatto e su quelle colline deve essere maturato. Dall'altra parte impedisce l'omologazione generale, proteggendo la diversità di un determinato tipo di vino rispetto ad altri.

da Yoda il 06 apr 2011 16:41


Tanto per dare unidea, pensate che esiste una Doc "Piemonte"...
Vi pare una cosa seria???
Fatevi venire in mente un vitigno qualsiasi e sicuramente potrete verificare che in quella Doc c'e'.... 8) :lol: :lol:

e piu' sotto...ancora le IGT 8) 8)

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da Paulyste il 06 apr 2011 16:49


Ci garantisce che viene dal Piemonte. In un mondo in cui l'olio d'oliva appartentemente italiano è fatto con olive spagnole e greche, già sapere da dove viene una cosa è apprezzabile. Ciò ovviamente non la fa più buona.

da inappetente il 06 apr 2011 16:55


... molte volte , partire "dalla storia" insegna . Innanzitutto del perchè di certi fenomeni , poi dai risultati ottenuti . C'era una volta.... certo , c'era una volta dove il territorio e il produttore erano sopra tutto . Ma la tecnica e le risorse economiche non aiutavano . Il mercato mondiale l'ha fatto Bordeaux e quello fu il referente principale . Il mercato dall'Europa anglosassone si è trasferito agli States e il gusto americano , strettamente pragmatico , ha voluto una forzatura dell'interpretazione territoriale pragmatica : spendendo "tanti" soldi , non si voleva che il bene se lo godessero i pronipoti , ma il vino andava fruito già da subito . Questa filosofia impose un nuovo modo di approcciarsi al mercato da parte di tutto l'universo vinicolo , non solo strettamente legato ai tagli bordolesi . Impianti sempre più fitti , rese asfittiche , rotomaceratori , osmosi inversa , lieviti selezionati , coadiuvanti per l'enologia , affinamento in legni sempre più piccoli ma , soprattutto , più nuovi ead alta porosità . nacque una generazione di vini immediati , rotondi , morbidi per non dire mammelliformi , ben colorati e di struttura adiposa . Quasi tutti uguali . Oggi l'accezione del termine dell'enoevoluto è proprio quello di relativizzare a quel periodo alcune espressioni di immediatezza , forse impropriamente , forse in controtendenza . Sta di fatto che le cose stanno cambiando , ma la cultura non la si crea in un lasso di tempo breve , per cui è ancora imperante l'obbligo dell'adattamento tecnologico dove si vuole lo sbocco di mercato dei grandi numeri ... faccio nomi illuminanti per i vecchi appassionati : i Langa IN , alcuni supertuscans ( ma solo alcuni) quali i vari Guado al Tasso , Petra , tanti "aia" nati dal successo di pochi ... e poi i Planeta Friends , i "Feudiani" aglianici , quindi tanti bianchi "California style" o ... terzomondo style ...
Ultima modifica di inappetente il 06 apr 2011 16:59, modificato 2 volte in totale.

da inappetente il 06 apr 2011 16:56


PaulySte ha scrittoBravo capohog, mi hai anticipato. Comunque è un bel topic e spero abbia vita grazie a chi di vino qui ne sa più di me.

Nazionalpopolare per me è il vino da grande produzione, magari anche urfido o comunque senza particolari qualità, tipo la grande quantità di Prosecchi, Asti Spumante, Bonarde dell'Oltrepò, ecc. Ma anche un Chianti da 3-5 euro al supermercato per me resta nazionalpopolare, anche solo per una questione di prezzo unita a una certa territorialità (nel senso che un Cabernet Sauvignon sudafricano a 4 euro è popolare, ma non nazionale).

Del tutto diverso è il concetto di "piacione", che io avvicino a quello di "ruffianeria": piacione è un vino di buona qualità ma privo di quelle asperità che in alcuni casi contraddistinguono un grande vino. Chessò, "piacione" è per me l'Altero di Poggio Antico (bevuto l'altro giorno) rispetto al loro Brunello classico, molto più "rozzo", molto più spigoloso. "Piacione", visto che sono ticinese e qui si fa solo Merlot, è quello barricato rispetto a quello che non lo è. In genere potremmo ritenere più piacioni anche tutti i non monovitigni, soprattutto quando il numero degli apporti sale a quattro, cinque o più.

Ho detto la mia. Aspetto che inappetente mi prenda a bastonate :P
... per chi mi prendi : per adesso escludi solo baci appassionati , col prosieguo vediamo ...

da Paulyste il 06 apr 2011 17:07


:cry: :cry: :cry:
Comunque hai ragione, niente baci. Meglio non fare ingelosire il Maestro 8)

Comunque mi sembra che stiamo sviando dall'argomento "nazionalpopolare", o sbaglio?

da inappetente il 06 apr 2011 17:13


PaulySte ha scritto:cry: :cry: :cry:
Comunque hai ragione, niente baci. Meglio non fare ingelosire il Maestro 8)

Comunque mi sembra che stiamo sviando dall'argomento "nazionalpopolare", o sbaglio?
... ma no , qualche intermezzo fra pallosissime congetture ( mie soprattutto) ogni tanto ci sta :wink: ...

da Yoda il 06 apr 2011 17:19


PaulySte ha scritto:cry: :cry: :cry:
Comunque hai ragione, niente baci. Meglio non fare ingelosire il Maestro 8)



Tranquillo...Non c'e' pericolo...
La carne di porco a me non e' mai piaciuta.... 8) 8)

E non ho minimanente intenzione di cambiare le mie preferenze

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da nebbiolo75 il 06 apr 2011 17:38


Yoda ha scritto
nebbiolo75 ha scritto
PaulySte ha scrittoEcco, buon suggerimento di discussione. Omologazione o non omologazione, è questo il problema 8)


Il compito delle doc non è quello di omologare un certo tipo di prodotto? :-)


hai mai letto un disciplinare??? :roll: :roll: :roll: :roll: :roll:


certo che l'ho letto, è la parola omologazione che è di ampio respiro :roll: :roll: :roll: :roll:

E' difficile dar da mangiare alla gente che non ha fame

da capohog il 06 apr 2011 17:50


Nomi siano! Iniziamo dai nazional popolar (il che non è necessariamente da intendersi come dispregiativo.....):

Frascati Fontana Candida ( ricordo piacevolissime serate primaverili seduti con gli amici a cambiare il mondo sotto le stelle con una boccia di frascati...)
Lambrusco Cavicchioli e c
il prosecchino e/o spumantino e/o frizzantino tout-court
Verdicchio Fazi e Battaglia
Soave Bolla
Chianti Classici assortiti in fiasco (Cecchi, Sorelli etc.)
Rosatello Ruffino
Galestro :twisted:
Schiava Kettmeyer
Corvo Rosso......

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