Un thread per tutti, ma che piacerà soprattutto al nostro primus, fiero sostenitore e strenuo difensore dell'oltrepò (o forse gli creerà qualche riflessione in più).
Qui parliamo di cose serie, di quel Bruno Giacosa i cui vini sono stati battuti in aste internazionali a 6000-7000€ (avete visto bene, non ci sono zero di troppo).
Ho voluto iniziare una discussione su uno spumante che ignoravo (ne sono venuto a conoscenza proprio oggi perché il nostro Inappy me ne ha parlato e lo proporrà alla prossima bicchierata), e di cui non si è mai parlato in questo forum, spumante, che ha dello straordinario.
Straordinario non solo per le sue qualità come vedremo, ma per la sua storia.
Cosa sarà saltato in mente a Bruno Giacosa di partire dalle benedette Langhe (sono davvero benedette quelle colline) e andare in un'altra zona vinicola italiana per spumantizzare, zona snobbata da molti amanti del bere alto (il target di Giacosa) e considerata la periferia del metodo classico?
Per ridare dignità ad una zona male considerata o per una sfida personale?
Qui due interessanti articoli di un influente critico (e ahime anche influenzato da certi poteri), Franco Ziliani,
http://www.lemillebolleblog.it/2013/12/ ... o-giacosa/http://www.lemillebolleblog.it/2011/02/ ... o-giacosa/Secondo Ziliani è meglio del blasonato Ferrari Perlé noir.
Stare sopra il Perlé significa essere ai vertici della spumantizzazione (a spanne nei primi 20), ma ancor più importante, significa rivalutare un'area tanto snobbata, quale l'oltrepò.
La domanda sorge spontanea?
Se da quelle terre considerate poco vocate, qualcuno, un alloctono tra l'altro, è riuscito a fare un grande spumante perché le altre produzioni sono spesso mediocri e comunque mai paragonabili ai Trento doc ed ai Franciacorta?
I produttori soffrono di un ritardo culturale così forte rispetto a quelli di altre aree?
Una delle mie ricorrenti seghe mentali riguarda la zona da cui provengo e il suo vino, il Lambrusco, forse berremmo dei lambruschi migliori di quelli che i mantovani sono costretti a bere se venissero qui dei Mascarello o simili a condurre le aziende.
La natura spesso è capace di offrire meglio rispetto a ciò che crediamo e siamo abituati a raccogliere. (negli ultimi anni anche a Mantova sono stati fatti passi da gigante, ricordo i vini della cantina sociale di Viadana quand'ero adolescente, ora col Cavalcabò siamo non lontani dalle migliori produzioni emiliane, ma probabilmente c'è ancora tanto potenziale).
E' indubbiamente il migliore spumante dell'oltrepò, ed altrettanto indubbiamente tra i migliori bdn d'Italia.
Si dice che i record sono fatti per essere battuti, spero tanto che i grandi produttori dell'oltrepo vedano questo vino come una sfida a migliorare le loro produzioni.
Zimmerman alla Bussola diceva che le eccellenze non sono fatte solo per essere apprezzate, ma dovrebbero servire a dare il meglio da noi stessi, magari è solo un ingenuità, ma è bello crederlo.
Non vedo l'ora di berlo la settimana prossima
PS Anche D'Alema fa nella sua azienda un metodo classico da Pinot Nero, chissà se è a questi livelli, l'enologo che lo cura è dei più blasonati.