Notizie varie, opinioni, approfondimenti, discussioni sulle tematiche del grande mondo del vino, della birra e dei distillati.
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da silbusin il 29 nov 2005 16:46


A proposito dei vini tripla A e biodinamici, interessante su http://www.tigulliovino.it/iniziative/i ... ino_19.htm
l'articolo di Filippo Ronco.

Ecco il manifesto di Luca Gargano, pioniere dell biodinamicità del vino:
“A” come Agricoli - soltanto chi coltiva direttamente il vigneto può instaurare un rapporto corretto tra uomo e vite, ed ottenere un’uva sana e matura esclusivamente con interventi agronomici naturali.
“A” come Artigiani - occorrono metodi e capacità “artigianali” per attuare un processo produttivo viticolo ed enologico che non modifichi la struttura originaria dell’uva, e non alteri quella del vino.
“A” come Artisti - solamente la sensibilità “artistica” di un produttore, rispettoso del proprio lavoro e delle proprie idee, può dar vita ad un grande vino dove vengano esaltati i caratteri del territorio e del vitigno.

E ancora:
I vini Tripla A possono nascere solo:
1°) da produttori agricoltori che coltivano i vigneti senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi rispettando la vite e i suoi cicli naturali. (In pratica occorre seguire le direttive europee previste per l'agricoltura biologica e/o per l'agricoltura biodinamica).
2°) da uve raccolte a maturazione piena. (Cioè perfettamente equilibrate in quei parametri biochimici indispensabili per ottenere un vino naturalmente armonico e pieno).
3°) da uve perfettamente sane. (Bisogna avere il coraggio di scartare le uve attacate da qualsiasi malattia, perchè da esse non si possono mai ottenere vini sani e qualità).
4°) da uve dove il tempo tra la vendemmia e la pressatura è minimo. (E' una regola di base che a volte viene disattesa. Alcuni difetti dei vini nascono da fermentazioni anomale già nei contenitori di raccolta).
5°) da mosti ai quali non venga aggiunta ne’ anidride solforosa ne’ altri additivi. (Possibile solo con uve sane e perfettamente mature).
6°) utilizzando lieviti autoctoni ed escludendo i lieviti selezionati. (I lieviti autoctoni trasmettono al vino un'impronta irripetibile, e si trovano su tutte le uve. Ma se i grappoli non sono perfettamente sani e maturi i lieviti autocnoni non si possono usare. Per facilitare la fermentazione con lieviti autoctoni basta premoltiplicarli creando un "pied de cuve").
7°) senza interventi chimici o fisici, prima e durante la fermentazione alcolica, diversi dal semplice controllo delle temperature. (Permesse piccole dosi di anidride solforosa dopo la vinificazione per i vini dolci, e prima dell'imbottigliamento per gli altri vini. Sono tassativamente esclusi gli interventi di concentrazione attuati con qualsiasi metodo).
8°) maturando sulle proprie “fecce fini” fino all’imbottigliamento. (Le fecce fini svolgono una funzione di autoprotezione per il vino, ed assicurano maggior stabilità, personalità e longevità)
9°) non modificando nessun parametro chimico. (Se uve e vino sono equilibrati non c'è bisogno di alcuna correzione)
10°) non filtrando o chiarificando prima dell’imbottigliamento o facendolo in modo molto blando. (La filtrazione e la chiarifica impoveriscono il vino, e ne modificano la personalità tanto faticosamente ottenuta in precedenza).

http://www.enotime.it/zoom/triplea/mani ... ipleA.html
http://www.velier.it/introduzione.htm

Che dire?

da kinggeorge il 29 nov 2005 16:47


avevo letto anche io... e non mi ricordo dove, ma sempre su Tigulliovino, avevo letto la critica a questo sistema...

... Stella Stellina, la notte si avvicina ...
P.S.: "tu sei il solito facinoroso: un po' diplomatico un po' sovversivo" - wineless, 23/05/2005

da Fante il 29 nov 2005 16:54


silbusin ha scrittoChe dire?


Forse che si fanno un mazzo tanto per ottenere vini che otterrebbero anche con qualche piccolo aiuto di sintesi?
Ma te che sei uno scienziato ( restate seri, mi raccomando), come lo vedi 'sto rifiuto della sostanza ( AAAAAAAAHHAHAHRGH ) chimica?
T'anticipo il mio punto di vista ( probabilmente già espresso, visto che tendo a ripetermi, a ripetermi); io trovo sia solo una moda, facilmente un alibi per tenere i prezzi alti ( 15 euro per un novello? Sì, ma è biodinamico...aaaaah).
Oltretutto, insisto, l'uso ragionato dei prodotti chimici, ha permesso una maggiore resa delle coltivazioni, ergo, una diminuzione delle aree deputate alla coltivazione, ergo, un'aumento delle zone boschive, ergo, un netto miglioramento della flora e fauna.
Personalmente, per questo motivo, sono contrario alle coltivazioni biologiche...

da Ospite il 29 nov 2005 17:00


Fante ha scritto
silbusin ha scrittoChe dire?


Forse che si fanno un mazzo tanto per ottenere vini che otterrebbero anche con qualche piccolo aiuto di sintesi?
Ma te che sei uno scienziato ( restate seri, mi raccomando), come lo vedi 'sto rifiuto della sostanza ( AAAAAAAAHHAHAHRGH ) chimica?
T'anticipo il mio punto di vista ( probabilmente già espresso, visto che tendo a ripetermi, a ripetermi); io trovo sia solo una moda, facilmente un alibi per tenere i prezzi alti ( 15 euro per un novello? Sì, ma è biodinamico...aaaaah).
Oltretutto, insisto, l'uso ragionato dei prodotti chimici, ha permesso una maggiore resa delle coltivazioni, ergo, una diminuzione delle aree deputate alla coltivazione, ergo, un'aumento delle zone boschive, ergo, un netto miglioramento della flora e fauna.
Personalmente, per questo motivo, sono contrario alle coltivazioni biologiche...


il novello pero' non e' vino...non facciamo confusione 8)

da ilForchetta il 29 nov 2005 17:00


Scrivere un post serio a ruota di fante sta diventando una mia fissazione.

Comunque.

Mi è sempre rimasta in mente una intelligente considerazione letta a proposito di coltivazioni "naturali" contro coltivazioni "chimiche".

Gli insetti e la natura non rispettano la legge e la conseguenza è che, spesso, si sono riscontrate percentuali di sostanze potenzialmente tossiche per l'uomo più alte presso le coltivazioni "naturali". Semplicemente perché ne venivano emesse "a necessità" e in quantità ovviamente a "discrezione" della natura.
Questo non capita nelle coltivazioni "chimiche" dove l'agricoltore (in teoria) deve rispettare la legge che limita le sostanze nocive.

In realtà, credo che, salomonicamente, basterebbe che venissero utilizzate solo le sostanze dimostratesi non tossiche e in quantità regolate da appositi disciplinari, per dirimere la questione.

Ma fatta la legge, trovato l'inganno. E, spesso, una resa maggiore di uva o olive val bene uno strappo alla regola.

da silbusin il 29 nov 2005 17:03


Ti rispondo, usufruendo della mia immensa cultura, ricordando gli Amish.
Nell'era della luce elettrica & Co fanno ancora tutto a mano: il biodinamico assomiglia in parte alla loro filosofia che è fuori dal tempo e in parte stupida.
Ci sono cibi che se non opportunamente trattati sarebbero addirittura pericolosi: pensiamo a tutte le aflotossine.
Quindi se il biodinamico è un ragionamento alla Amish è una stronzata se invece è solo l'invito ad una maggiore cura delle coltivazioni e della vinificazione, ben venga. Ma leggendo la "filosofia" che sta dietro certe affermazioni di Vernier c'è poco da sperare.
Sarebbe curioso sentire il parere di Bruno Verdi, o Anteo, o Leopardi Dittaiuti.

da Greedy il 29 nov 2005 17:06


silbusin ha scritto
Sarebbe curioso sentire il parere di Bruno Verdi, o Anteo, o Leopardi Dittaiuti.


Anteo chi? Quello del cinema a luci rosse?


:D :D


D.

Life is too fu@%ing short! You wann' it? Go get it!

da Strini il 29 nov 2005 17:15


Tornando seri :shock:

Se si prendono in considerazione le caratteristiche organolettiche ed il pericolom di omologazione, posso anche essere d'accordo con questi disciplinari (non intendo solamente il vino). Prezzi molto più elevati per rese inferiori e di alta qualità. Se la mettiamo sul piano della salute ho invece grossi dubbi: spacciare il biologico per l'unico cibo sicuro da consumare è una bufala.

"Cos'è l'amore in confronto a una bistecca con le cipolle?" (W. Somerset Maugham)

da ilForchetta il 29 nov 2005 17:17


Strini ha scrittoSpacciare il biologico per l'unico cibo sicuro da consumare è una bufala.


Purtroppo questo è il gioco della comunicazione. Mi sembra che sia proprio questo il messaggio che alcuni stanno cercando di fare passare.

da Fante il 29 nov 2005 17:40


Strini ha scrittoSe la mettiamo sul piano della salute ho invece grossi dubbi: spacciare il biologico per l'unico cibo sicuro da consumare è una bufala.


Aggiungi che l'uso di pesticidi, conservanti, stabilizzanti, ecc ha notevolemente ridotto il pericolo di intossicazioni alimentari anche letali.

da Strini il 29 nov 2005 18:21


Coclusione?
Pretendiamo che alla cena di Natale venga servito solo Solforaia dei Marchesi Anidridi? Direi un '98, anno in cui il solforico ha dato risultati eccellenti. 8)

"Cos'è l'amore in confronto a una bistecca con le cipolle?" (W. Somerset Maugham)

da ilForchetta il 29 nov 2005 18:24


Strini ha scrittoCoclusione?
Pretendiamo che alla cena di Natale venga servito solo Solforaia dei Marchesi Anidridi? Direi un '98, anno in cui il solforico ha dato risultati eccellenti. 8)


Sperando che non ci siano indesiderate tracce d'uva, possibilmente. Mi appesantisce sempre quel sentore.

da Fante il 29 nov 2005 18:25


Strini ha scrittoCoclusione?
Pretendiamo che alla cena di Natale venga servito solo Solforaia dei Marchesi Anidridi? Direi un '98, anno in cui il solforico ha dato risultati eccellenti. 8)


Lo accompagniamo a delle tartine di Sintetico di Allume di grotta?

da wineless il 29 nov 2005 19:54


Ho appena chiamato La Palta.
Non sono state poste limitazioni "lato ilmangione" sui coperti, quindi hanno detto che possono tranquillamente soddisfare almeno 45 persone.

Pertanto non siamo neanche al giro di boa, considerando che ora il contatore indica 23 ma se si fa la somma dei singoli si arriva a 21. Roby puoi verificare se è possibile che con un click di troppo qualcuno l'abbia incrementato due volte?

Adry =^_^=


alla fine sempre di pastasciutta si tratta

Re: Evento Pre-Natalizio

da princess il 29 nov 2005 21:09


K1 ha scrittoVedo un menù davvero notevole..per di più con i biodinamici e le triple A e
bella gente iscritta..Bene bene, sarà una buona occasione per sperimentare questo ristorante di cui mi hanno parlato benissimo.
Quant'è il limite dei partecipanti? Vedo che però mancano ancora un bel po' di illustrissimi, ci sarete, vero?


Il limite dei partecipanti è di 40 o AL MASSIMO 45 persone.... il ristorante resterà chiuso al pubblico in quanto riservato per l'Evento del Mangione :P
A proposito, invece, di "illustrissimi", :wink: vi anticipo che sarà tra noi, IN ANTEPRIMA ASSOLUTA anche il misterioso personaggio cui corrisponde il nick di...... T A L E B A N O .... :P :P :P

<i>"Senza il piacere del gusto, la vita è come un lungo viaggio attraverso il deserto"</i> G. D'Annunzio

vini biodinamici

da montefollonico il 29 nov 2005 23:36


Porto ancora una volta il mo contributo, che peraltro si associa totalmente a quello già ampiamente ed ottimamente illustrato da Sil..
Siamo di fronte ad una "filosofia " che ripeto attualmente non ha niente di scientifico, malgrado si tenti di "metterci una toppa", formando un consorzio di autoregolamentazione come il MARCHIO DEMETER e ci sia una lodevole Associazione Agriola Biodinamica. Ma tuttora non ci sono regolamentazioni, inoltre anche se in futuro ci saranno c'è molto da lavorare sul poter accettare e comprovare quanto da essi sostenuto,
con giusta cautela della comunità ambientalista. Montefollonico

vivi biolocici e biodinamici

da Ospite il 30 nov 2005 11:57


silbusin ha scrittoA proposito dei vini tripla A e biodinamici, interessante su http://www.tigulliovino.it/iniziative/i ... ino_19.htm
l'articolo di Filippo Ronco.

Ecco il manifesto di Luca Gargano, pioniere dell biodinamicità del vino:
“A” come Agricoli - soltanto chi coltiva direttamente il vigneto può instaurare un rapporto corretto tra uomo e vite, ed ottenere un’uva sana e matura esclusivamente con interventi agronomici naturali.
“A” come Artigiani - occorrono metodi e capacità “artigianali” per attuare un processo produttivo viticolo ed enologico che non modifichi la struttura originaria dell’uva, e non alteri quella del vino.
“A” come Artisti - solamente la sensibilità “artistica” di un produttore, rispettoso del proprio lavoro e delle proprie idee, può dar vita ad un grande vino dove vengano esaltati i caratteri del territorio e del vitigno.

E ancora:
I vini Tripla A possono nascere solo:
1°) da produttori agricoltori che coltivano i vigneti senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi rispettando la vite e i suoi cicli naturali. (In pratica occorre seguire le direttive europee previste per l'agricoltura biologica e/o per l'agricoltura biodinamica).
2°) da uve raccolte a maturazione piena. (Cioè perfettamente equilibrate in quei parametri biochimici indispensabili per ottenere un vino naturalmente armonico e pieno).
3°) da uve perfettamente sane. (Bisogna avere il coraggio di scartare le uve attacate da qualsiasi malattia, perchè da esse non si possono mai ottenere vini sani e qualità).
4°) da uve dove il tempo tra la vendemmia e la pressatura è minimo. (E' una regola di base che a volte viene disattesa. Alcuni difetti dei vini nascono da fermentazioni anomale già nei contenitori di raccolta).
5°) da mosti ai quali non venga aggiunta ne’ anidride solforosa ne’ altri additivi. (Possibile solo con uve sane e perfettamente mature).
6°) utilizzando lieviti autoctoni ed escludendo i lieviti selezionati. (I lieviti autoctoni trasmettono al vino un'impronta irripetibile, e si trovano su tutte le uve. Ma se i grappoli non sono perfettamente sani e maturi i lieviti autocnoni non si possono usare. Per facilitare la fermentazione con lieviti autoctoni basta premoltiplicarli creando un "pied de cuve").
7°) senza interventi chimici o fisici, prima e durante la fermentazione alcolica, diversi dal semplice controllo delle temperature. (Permesse piccole dosi di anidride solforosa dopo la vinificazione per i vini dolci, e prima dell'imbottigliamento per gli altri vini. Sono tassativamente esclusi gli interventi di concentrazione attuati con qualsiasi metodo).
8°) maturando sulle proprie “fecce fini” fino all’imbottigliamento. (Le fecce fini svolgono una funzione di autoprotezione per il vino, ed assicurano maggior stabilità, personalità e longevità)
9°) non modificando nessun parametro chimico. (Se uve e vino sono equilibrati non c'è bisogno di alcuna correzione)
10°) non filtrando o chiarificando prima dell’imbottigliamento o facendolo in modo molto blando. (La filtrazione e la chiarifica impoveriscono il vino, e ne modificano la personalità tanto faticosamente ottenuta in precedenza).

http://www.enotime.it/zoom/triplea/mani ... ipleA.html
http://www.velier.it/introduzione.htm

Che dire?


Buona giornata a tutti, sono talebano e vorrei contribuire a dipanare la matassa dei bio. Cercherò di farlo in modo semplice e ricettivo. A sette anni pestavo l'uva nelle botti per poi procedere alla fermentazione coi lieviti indigeni, poi la cantina ecc.; lo possiamo considerare un processo biologico?
Si usava solo una soluzione di solfato di rame per la parte fogliare della vite, onde preservarla da attacchi parassitari. Il vignaiolo, oltre a curare la vite, guardava la luna ( anche oggi le semine vengono effettuate rispettando i tempi planetari, (ne convenite?), teneva conto delle pioggie stagionali, del sole, del vento ( secco o umido) delle maree ecc.
Quest'atteggiamento lo possiamo chiamare biodinamico?
A parer mio ritengo, dopo quarant'anni di approfondimento, di constatazioni e di assaggi che i due bio si integrano. La valutazione l'ho potuta fare sul campo di lavoro, vedendo, ascoltando, valutando e bevendo tantissimi vini, ma proprio tanti. Tutto quello che viene scritto non mi interessa, tanto meno le teorie da fantascienza.
Concludo: la vite è solo la parte fogliare della liana, si è una liana, la radice è l'attrice principale; è lei che deve scavare, cercare, surgere e trasmettere al frutto il suo estenuante lavoro. Si deve autoproteggere e se muore, si fà come a Sparta, giù dalla rupe! Ricordo che Gravner, Valentini, Maule, Massavecchia per citarne qualcuno, fanno AGRICOLTURA CON LE MANI.
Questo è solo il mio punto di vista, il resto non lo leggo, pur facendo parte del comitato di redazione di una buona rivista specializzata, il cui editore mi strapazza per le troppe querele che arrivano puntalmente da parte di chi il vino lo compone in cantina. Non interverrò ancora nella discussione, sarò lieto di confrontarmi sul tema, con i magnifici mangioni che parteciperanno al pranzo della Palta, dove ci sarà una sorpresa per voi tutti da parte mia.
Vorrei tranquillizzare il pregevole SILBUSIN, dicendogli che quando accuso malesseri particolari allo stomaco, bevo se è a portata di mano un sano bicchiere di Breg.Grazie a tutti per aver avuto la pazienza di leggermi e per quelli che non potranno partecipare all'evento, formulo affettuosi auguri per il Natale. Bruno talebano

da kinggeorge il 30 nov 2005 14:48


non mi intrometto nel merito, non essendone all'altezza...

ma devo fare i complimenti a Bruno per la chiarezza :)

Sarà un gran piacere incontrarlo finalmente...

:wink:

... Stella Stellina, la notte si avvicina ...
P.S.: "tu sei il solito facinoroso: un po' diplomatico un po' sovversivo" - wineless, 23/05/2005

da MEB il 30 nov 2005 17:54


quanto mi spiace non esserci .. :cry:

precisazioni

da montefollonico il 30 nov 2005 21:56


Per iniziare un saluto a tutti. Speravo di trovare più post, quindi cercando di essere breve , per non annoiare, cerco di specificare al meglio il mio pensiero sulla "agricoltura biodinamica", alfine di non essere frainteso per colpa della mia sintesi esasperata o per non essere letto in tutti interventi.
Bene, naturalmente sono per le "colture (ed anche culture) biologiche".
Perchè naturalmente?, perchè per mia fortuna sono impegnato in questo settore da oltre trenta anni. All'inizio ho fatto per anni varie ricerche sull'Ecologia del Quaternario, pubblicando su riviste scientifiche.Ho, per "passione" ,seguito fino nalla fine degli anni 90, vigne e cantine della Toscana. Qua i piccoli "grandi"produttori (riconosciuti fra i milgiori al mondo) costruiscono i vini molto in Vigna, preservandoli in cantina. Ricerca e selezione del cloni autoctoni, scelta dei terreni per gli impianti, potatura verde , "lotta integrata"., vendemmie "accurate", ecc ecc.
portano ad avere risultati eccezionali come prodotto finale (quanti tre bicchieri visti nascere).
Continuando a parlare sulla "biodinamicità", mi permetto di esprimere un parere sotto la veste di "operatore del settore", in quanto, per passione mia e bontà di altri, sono nel consiglio direttivo di due storiche associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell'Ambiente... ed anche altro.....
Voglio terminare dicendo che l'agricoltura biodinamica va ammirata, abbracciata, considerata e supportata, ma ,ma , ma a tuttoggi non essendoci riscontri scientifici su questa "filosofia", non essendoci regolamentazioni sulle colture con relativo organo istituzionale di controllo, non possiamo sapere come si "comportano" in realtà gli agricoltori biodinamici.
Come consumatore devo fare un atto di fede nell'abbracciare tale filosofia, come "ambientalista" da una parte devo essere entusiasta, dall'altra controllarli , valutarli e manifestare eventuali dubbi e scettiscismi. Grazie per l'attenzione, rimango in attesa di mleggere commenti e contributi che ci faranno solo crescere. Montefollonico

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