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Solfiti in carta

da Rinaldo il 13 dic 2005 23:16


Prendo spunto dalla recensione di Talebano alla Valle dei Mulini:


Ci aprono la bottiglia e mi accorgo che, nel retro, l’etichetta così spiega: "IGT imbottigliato a S. Cristina Gela per conto di Morgana Baglio da R.I. 1762 PA srl. Contiene solfiti."
Faccio notare con garbo che i solfiti vanno dichiarati nella carta dei vini: per nulla sorpresa la sommelier mi versa il vino che io respingo immediatamente, ordinando subito un Soave classico Gini contrada Salvarenza 2002 DOC, che arriverà dopo trenta minuti.
Non permetto il ritiro della bottiglia sotto inchiesta, anzi la tappo e la metto ai piedi del tavolo; sarà analizzata doverosamente e, se colpevole, renderemo conto al produttore. Disagio e irritazione mal celate da parte della sommelier
.

Scusatemi ma non ho capito cosa intende.
Dovremmo per legge scrivere sulla carta dei vini quali vini contengono solfiti e quali noo?

Ricordo a tutti il motivo per cui è diventato obbligatorio per i produttori etichettare i vini con la dicitura contiene Solfiti:avvisare chi è allergico del pericolo,stop.Legge entrata in vigore su pressione degli Stati Uniti dove il 10% della popolazione è allergica all'Anidride Solforosa.

La dicitura è obbligatoria per i vini con un limite superiore a 10mg/Lt.:
praticamente tutti..... (aggiunta o autoprodotta dalla vinificazione difficile non trovarla la Solforosa).

Mi piacerebbe avere da Talebano spiegazioni riguardo la sua frase nella recensione.

Rinaldo

da Ospite il 14 dic 2005 09:56


interessante ....mi piacerebbe capirne di piu' !!!

da Fante il 14 dic 2005 10:49


Effettivamente mi sembra che questa crociata contro i solfiti sia un po' eccessiva...
Tanto per alimentare un po' la polemica; qualcuno conosce la casistica di ricoveri o avvelenamenti da solfiti nel vino? Vogliamo paragonarla a quella dovuta all'alcol?

da ilForchetta il 14 dic 2005 10:56


Fante ha scrittoqualcuno conosce la casistica di ricoveri o avvelenamenti da solfiti nel vino?


No, ma sei vuoi ti faccio la casistica dei mal di testa bestiali. Io, 100%, sui bianchi con solfiti aggiunti. :cry:

Re: Solfiti in carta

da ohara il 14 dic 2005 11:25


A me non consta che ci sia alcun obbligo di legge per il ristoratore ad indicare IN CARTA quali vini hanno percentuale di solfiti sopra la soglia che va dichiarata. L'obbligo è invece per il produttore, cme spiegato da Rinaldo.

Certo, nella presentazione della bottiglia credo stia alla sensibilità del sommelier indicare il dettaglio. D'altra parte poichè la soglia che fa scattare l'obbligo è assai bassa, quasi tutti i bianchi che fanno solforosa ci ricascano. Semmai credo che vadano indicati quelli che NON fanno la solforosa, ma, ripeto, a voce, e per una particolare accortezza del / della sommelier.

Recentemente per esempio ho visto una carta vini molto ben fatta che indica a piè di pagina i vini cosiddetti "naturali" ovvero che evitano i vari processi chimici ivi inclusi quello di cui si sta parlando. E' però solo un'informazione in più per il consumatore, non un obbligo di comunicazione.

da ilForchetta il 14 dic 2005 11:45


Ma in effetti, mi pare che ci siano alcuni produttori che indicano che NON hanno aggiunto solfiti.

Poi la solforosa si forma comunque, ma credo di ricordare che il problema si ponga se si forma a seguito di un'aggiunta di solfiti.

(magari la mia prof di chimica del liceo si sta rivoltando nella tomba, in questo momento... certo, se avesse bevuto vino senza solfiti prima di tirare le cuoia, non avrebbe mal di testa neanche lei, adesso... 8) )

da ohara il 14 dic 2005 13:17


L'anidride soloforsa è stata ed è usata tradizionalmente per evitare l'ossidazione dei vini bianchi (oltre che con funzione antisettica e di eliominazione dei lieviti non voluti). Viene anche usata per i rossi ma in misura minore e per estrarre più colore. I solfiti sono il prodotto, per così dire, dell'aggiunta di anidride solforosa.

Un sito che spiega molto bene questo argomento è quello del Movimento Consumatori, vi lascio il link all'argomento specifico perchè credo che sia una delle spiegazioni più chiare, almeno tra quelle che ho visto in circolazione. E poi ci sono anche i risultati di test fatti su vini acquistati presso la GD.

http://www.movimentoconsumatori.it/settori2.php?art=140

ciao

da Ospite il 14 dic 2005 15:15


Bel Paese, il nostro.. Chi lo sa cosa succede davvero nelle cantine?
Chi lo sa se l'uva che poi si trasforma è proprio quella che proviene dal vigneto di cui l'etichetta si vanta?
Norme che vengono, norme che vanno interpretate, norme che non tutelano. Se al momento non è obbligatorio indicare in carta la presenza di solfiti nei vini elencati, è inevitabile che a tutela dei consumatori si arrivi a farlo: perché, per semplificare la vita a tutti, non far sì che l'indicazione sia specifica per quelle bottiglie che NON ne contengono ?
In questo modo, chi dovesse in gradi diversi temerne la presenza per la sua salute, lo saprebbe prima e non soltanto al momento di vedere l'etichetta sulla quale va scritto per legge.
Come sempre, nulla è così semplice come sembra..
Non ho ancora visto Silbusin in questo topic, credo che la sua competenza in materia potrebbe essere molto utile..

da montefollonico il 14 dic 2005 16:09


:D Buona giornata a tutti.Cerco di portare un piccolo contributo:
l'anidride solforosa è presente in tutti i vini, perchè viene prodotta naturalmente dai lieviti.
Discorso diverso quando viene aggiunta : siccome può produrre fenomeni allergici, va indicata nella bottiglia la presenza (non sulla carta dei vini) se supera certi quantitativi e, l'aggiunta in determinate quantità è permessa in tutti i disciplinari, compresi i "biologici", sembra addirittura che campionando biologici e non ,i biologici siano i più trattati con i solfiti.
A rileggersi Montefollonico.

da Rinaldo il 14 dic 2005 16:19


Perfetto Monte!!

Quello che non ho capito di Talebano è perchè si è incarognito così.

Mah,in fondo si trattava di una bottiglia di vino decisamente scadente :D
Buono per il brasato (per cuocerlo) :D :D

Mi ha promesso di parlarne Domenica alla Palta.

Ciao

Rinaldo

da Ospite il 14 dic 2005 16:54


Rinaldo ha scrittoPerfetto Monte!!


uh..dunque Rinaldo, da ristoratore, credi che sia un'idea così malsana quella di avere una carta al ristorante che ti spiega qualcosa di più?
ho capito che non è un obbligo, santa pace, ma perché non dare questo servizio in più al cliente?
Ci sono un sacco di persone normali, non gourmets o appassionati, che potrebbero essere aiutati a bere meglio e in modo più sano..

da Rinaldo il 14 dic 2005 17:54


K1 ha scritto
Rinaldo ha scrittoPerfetto Monte!!


uh..dunque Rinaldo, da ristoratore, credi che sia un'idea così malsana quella di avere una carta al ristorante che ti spiega qualcosa di più?
ho capito che non è un obbligo, santa pace, ma perché non dare questo servizio in più al cliente?
Ci sono un sacco di persone normali, non gourmets o appassionati, che potrebbero essere aiutati a bere meglio e in modo più sano..


No no non è un idea malsana,anzi.
Intendo dire che però dovrebbe essere sempre più a cura del produttore dare certe informazioni no?
Però non è l'indicazione della solforosa che qualifica/squalifica un vino,credimi.

Nella mia carta dei vini trovi caratteristiche del vitigno,dei metodi di vinificazione,curiosità etc.
Ma chi si prende la briga di scendere in dettagli tecnici è poi sicuro che siano recepiti dall'altra parte.

Tutti sanno che Gravner ha delle anfore nella sua azienda,ma tutti sanno che ci fa?Come le usa?Perchè lo fa?

Proprio oggi ho fatto una proposta provocatoria agli admin,se passerà a Gennaio ci sarà di che divertirsi (non posso dire di più,sorry)

Rinaldo

da Ospite il 14 dic 2005 18:35


Rinaldo ha scritto
Intendo dire che però dovrebbe essere sempre più a cura del produttore dare certe informazioni no?
Però non è l'indicazione della solforosa che qualifica/squalifica un vino,credimi.

Nella mia carta dei vini trovi caratteristiche del vitigno,dei metodi di vinificazione,curiosità etc.
Ma chi si prende la briga di scendere in dettagli tecnici è poi sicuro che siano recepiti dall'altra parte.
Rinaldo


Ok, ma il produttore fornisce le informazioni in etichetta: prima che la bottiglia arrivi a tavola, è virtualmente giudicata dalla carta.
La solforosa, willy nilly, oltre un certo limite, è una caratteristica che va ad impattare sulla qualità, no?
Poi non si tratta di dare dettagli tecnici, almeno in questo caso, ma di segnalare una caratteristica importante per la salute (naturalmente, mi ripeto, oltre certi limiti)..

da ilForchetta il 14 dic 2005 18:41


Però una carta dei vini con percentuale di solfiti, indicazione dell'uvaggio, gradazione, produttore, ecc ecc diventa un'enciclopedia.

Al limite il sommelier può dare tali informazioni se lo ritiene necessario. E poi, se ha inserito il vino in lista è perché lo ritiene valido, di norma, o comunque non cattivo.

Non esagererei con le informazioni, altrimenti tocca comporre anche il menu a questo modo.

Non credi?

da Ospite il 14 dic 2005 18:50


alberto ha scrittoPerò una carta dei vini con percentuale di solfiti, indicazione dell'uvaggio, gradazione, produttore, ecc ecc diventa un'enciclopedia.


difatti fin dall'inizio ho scritto che sarebbe stato interessante avere una dicitura semplice semplice accanto a quei vini che "non" (nei limiti di cui si è discusso) contengono solfiti..non mi pare un'elefantimento pazzesco..

da Ospite il 14 dic 2005 18:52


K1 ha scritto
alberto ha scrittoPerò una carta dei vini con percentuale di solfiti, indicazione dell'uvaggio, gradazione, produttore, ecc ecc diventa un'enciclopedia.


difatti fin dall'inizio ho scritto che sarebbe stato interessante avere una dicitura semplice semplice accanto a quei vini che "non" (nei limiti di cui si è discusso) contengono solfiti..non mi pare un'elefantimento pazzesco..


scappato l'apostrofo, sorry.. :oops:

da Fante il 14 dic 2005 18:56


Scematemi un dubbio.
L'assenza di solfiti si sente? Sono migliori i vini senza? O semplicemente si alterano prima e più facilmente e quindi sono peggio?

da Rinaldo il 14 dic 2005 18:58


K1 ha scritto
alberto ha scrittoPerò una carta dei vini con percentuale di solfiti, indicazione dell'uvaggio, gradazione, produttore, ecc ecc diventa un'enciclopedia.


difatti fin dall'inizio ho scritto che sarebbe stato interessante avere una dicitura semplice semplice accanto a quei vini che "non" (nei limiti di cui si è discusso) contengono solfiti..non mi pare un'elefantimento pazzesco..


Credimi è umanamente impossibile:ci sono bianchi che a 80mg/lt sono ancora giudicati ottimi e rossi che a 60 sono ciofeche.

Tutti i Prosecchi sarebbero invendibili:sono farciti di Solforosa (anche sopra 120mg/lt).
Io risolvo il problema,come suggeriva Alberto,facendo una selezione a monte dei miei fornitori,nei limiti del possibile.

Insomma da me il Prosecchino non lo trovi (poi magari ti avveleno con il Vermouth all'assenzio,ma quella è un altra cosa) :D

Rinaldo

da Rinaldo il 14 dic 2005 19:04


Un altro aspetto è la soggettività:una topina come la Michaela penso che metabolizzi diversamente da un omone come Trifola.
Dunque dovrei anche compilare una carta a seconda del cliente a questo punto?? :D
Sei magro metabolizzi poco,solo vini con pochi solfiti!!

I solfiti poi,in accoppiata con alcune pietanze,si metabolizzano prima in un corpo sano:dovrei allora ricompilare la carta a seconda della pietanza?

Mi sembri un po' fuori strada K1,con simpatia.

:D :D
Rinaldo

da ohara il 14 dic 2005 19:06


alberto ha scrittoPerò una carta dei vini con percentuale di solfiti, indicazione dell'uvaggio, gradazione, produttore, ecc ecc diventa un'enciclopedia.

Al limite il sommelier può dare tali informazioni se lo ritiene necessario. E poi, se ha inserito il vino in lista è perché lo ritiene valido, di norma, o comunque non cattivo.

Non esagererei con le informazioni, altrimenti tocca comporre anche il menu a questo modo.

Non credi?


Sono d'accordo con Alberto. La carta non può diventare un elenco di dettagli, perchè ci sono anche persone allergiche ai lieviti e non c'è nessn obbligo ex lege ad enunciare QUALI lieviti sono stati usati. Io credo che stia al ristoratore fare la selezione, in carta, dei vini che ritiene vaidi, e poi al risoratore stesso e/o sommelier spuegare la proposta, chiarire, precisare, eccetera eccetera.

In fin dei conti, come ben dice Monty, la solforosa è ANCHE un prodotto naturale dela macerazione. E questo obbligo di indicazione ex lege è il risultato di presisoni in sede UE da parte delle lobby US per l'import sui loro mercati. Dire che la solforosa fa male tous court non è corretto, certo che se si è allergici fa male.

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