Come ben sapete,quasi tutti i vitigni continentali esistenti al giorno d’oggi, non sono altro che reinnesti su piede franco di vite americana.
Alla fine dell’Ottocento quando la fillossera fece la sua drammatica apparizione fra le vigne europee ci fu un vero e proprio cataclisma.
Il malefico ragnetto divorò in pochi mesi la maggior parte delle radici dei vigneti;solo poche zone insulari si salvarano,e di conseguenza pochissimi vitigni oggi posso vantare l’originalità di provenienza.
Uno tra questi, che ho scoperto da breve tempo è il Groppello di Revò.
Una delle particolarità è che si tratta di un vitigno di provenienza peninsulare, siamo in Trentino a nord del lago di Garda; tutto ciò lo rende ancora più affascinante e unico.
Vi allego una breve scheda tecnica e un rimando al sito del produttore che ho contattato per avere del prodotto.
VIGNETO DI PROVENIENZA: superficie 1,2Ha sesto impianto 0,80 x 1,80 altitudine
600-1000m/slm - esposizione sud-est
ALLEVAMENTO: gujot antico
ETÀ DELLE VITI: 80-120 anni
RESA PER ETTARO: 60-80 q/Ha
TERRENO: sabbioso, argilloso, 40% pendenza
VENDEMMIA: manuale seconda decade di ottobre
VINIFICAZIONE: tradizionale in acciaio
MATURAZIONE: in acciaio e barique per circa 12 mesi
AFFINAMENTO: in vetro per 6 mesi
GRADO ALCOLICO: 13%
ESAME ORGANOLETTICO: rosso rubino con profumi di frutti di bosco e erbe selvatiche. Particolarmente complesso nei profumi per le forti variazioni termiche presenti nella zona.
http://www.elzeremia.it
Dalla scheda tecnica la cosa che salta subito all’occhio è l’età delle viti: una media di 100 anni. Trovo affascinante sapere che il prodotto che sto rigirando nel bicchiere proviene da una pianta che ha un secolo, un vero schiaffo morale a chi è salito alla ribalta in questi ultimi anni, girando per la Francia a comperare barbatelle a destra e a manca, affrettandosi a cavalcare quella che in questi ultimi anni è diventata una sempre più proficua moda; quando invece la ricchezza enoculturale di un paese passa per le proprie tradizioni.
Rinaldo