montefollonico ha scrittoPenso di non essere il solo ad avere notato il proliferare in maniera esagerata di vini con denominazione IGT, a cui viene attribuito (vorrei sapere da chi???!!??) l'appellativo di SuperTuscany. Tale denominazione dovrebbe individuare vini di altissimo pregio e con caratteristiche comunque superiori ad altri vini proveninti da uve coltivate nelle stesse zone. Addirittura in origine alcuni di questiu vini erano DOGC declassate a IGT. Ora invece molti provengono da vigneti impiantati in zone non regolamentate e addirittura alcune non vocate alla vite. Con abili operazioni di maquillage, cioè una buona vinificazione di Sangiovese in purezza , "tagliandolo" a volte con Merlot per "ammorbidirlo" o con Cabernet per "irrobustirlo", passando il tutto in barrique dai tannini piu o meno dolci e grazie alle annate che dal 1997 (con esclusione del 2002) sono state favorevolissime, si ottengono dei vini che si assomilgiano tutti: belli strutturati e che sanno di "legno". Siamo passati da pochi eccezionali "CRU" ad avere penso decine e decine se non centinaia di Supertuscany "ricavati" da zone che non potevano avere Doc o Docg, quindi con basso valore, e con abili operazioni sia enologiche che di MARKETING ci volgiono propinare vini tutto sommato mediocri o almeno non complessi per di più a prezzi folli.
Questa è si una provocazione, ma la richiesta di aiuto per censire questi vini e per mascherare quelli non "buoni".un saluto Montefollonico
Tema interessante.
Innanzitutto lascerei l'aggettivo "Super Tuscan" a Parker & Company, chè crea solo confusione e vizia l'analisi.
Seppur critica di barriques e uvaggi bordolesi ad oltranza, non penso si debbano demonizzare. Ci sono prodotti, e penso al Guado al Tasso o al Giusto di Notri di Tua Rita, al Castello dei Rampolla, Vigna D'Alceo, al Siepi di Fonterutoli, o all'Avvoltore, al Brancaia, che credo siano superbi. Di certo hanno un gusto ed un aroma "ammiccante" nel senso che tendono a privilegiare consistenze- frutto (per dirla con Maroni) che si avvicinano ad un gusto più di moda. Sono un pò ruffiani, diciamo così, ma lo sono ad alto livello. E io credo che dove la qualità è alta, la si debba riconoscere, al di là poi di discorsi circa l'omologazione di gusto, che è indubbia, e che fa il paio con l'omologazione generale di una societàò globalizzata. Ma qui il discorso si fa ampio e complesso, e lascerei stare.
Per tornare a noi, invece, ed ai vini che ci piacciono tanto, penso quindi che cabernet e merlot, se usati bene, facciano bene! L'importante mi sembra sia la qualità finale. E quindi concordo con te sul fatto che certi aggettivi "super" debbano qualificare in più, e non semplicemente mascherare a mò di cerone una pura operazione di marketing.
Purtroppo sul vino si sono scatenati negli ultimi anni interessi forti, e la Toscana è di certo una delle regioni "vittime" di questi interessi, e ne consegue che l'offerta risulti viziata.
Questo vuole dire che sempre più accortezza è richiesta al consumatore, e che la professionalità di un "enotecaro", "sommelier" o altro profesionista di settore si misuri proprio sulla sua capacità di fare informazione corretta, di scegliere e di aiutare altri a scegliere.
Sull'IGT, ritengo la denominazione "larga" possa permettere ad un produttore che voglia "osare" di uscire dai freddi e amministrativi disciplinari di DOC e DOCG italiote (Veronelli docet sull'importanza di doc comunali invece che le scemenze prodotte da una legislazione che spesso non comprende il territorio) per fare vino in maniera personale.
Il Barbaresco Gaja degli ultimi anni non esisterebbe altrimenti. Ed è solo un esempio.
Conclusione? Non ne ho.
Sono considerazioni sparse che faccio stimolata dal tuo intervento. Personalmente la Toscana l'ho abbandonata da un pò perchè credo che, acnhe rispetto a regioni altrettanto blasonate, vedasi Piemonte per esempio, il rapporto qualità prezzo sia decisamente peggiore. E poi in Piemonte ci si arriva facilmente, da Milano, intendo, e si può fare ricerca e verificare in loco, i.e. in vigna e cantina, come lavorano certuni rispetto a talaltri, e quindi scegliere.
Ciao ciao