da bruno125 il 08 ago 2006 07:17
Molte cose fanno di questa di birra una bevanda molto, ma molto interessante.
Il nome: un fitto mistero circonda l’origine della più misteriosa delle birre. L’ipotesi più accreditata è quella che lo fa risalire alla cittadina belga di Lembeeck nella Valle della Zenne.
Il distretto: Bruegel viveva da questa parte di Bruxelles e girava per i villaggi del Payottenland. La Lambic ricorre sovente nei suoi quadri di scene rurali, così come è onnipresente nell’arte, nella cultura e nella letteratura popolare fiamminga.
La produzione:: è una birra di frumento e già questa caratteristica la pone nel novero degli stili speciali. Ma non basta: a differenza delle altre birre di frumento si usa sei volte di più luppolo che negli altri normali procedimenti; stiamo parlando però di luppoli invecchiati fino a tre anni, che hanno perso quasi del tutto il loro potere amaricante mantenendo le loro capacità conservanti.
La bollitura: è doppia rispetto alla tradizionale.
E poi soprattutto la fermentazione: vengono impiegati svariati lieviti spontanei e microflora al posto dei due unici lieviti ammissibili solitamente nelle altre birre, e si usano botti di legno al posto delle usuali vasche di acciaio.
Questa bevanda ha almeno cinque fasi di fermentazioni al posto delle due delle birre normali, e fra queste la piu’ peculiare e’ quella dovuta ai lieviti selvaggi presenti esclusivamente nell’atmosfera, nell”ambiente”del Payottenland. I produttori tradizionali di Lambic sono gli unici a rispettare l’estate considerandolo come periodo di transizione, in cui far proseguire l’opera di fermentazione e maturazione della Lambic e…si potrebbe continuare ancora per molto.
Nessuna birra ha la complessità della Lambic e non esiste bevanda più enigmatica, dalla cui constatazione ho tratto ispirazione per il titolo.
Non è una birra facile per la degustazione: tutt’altro. Nei confronti di questa bevanda particolare non ci saranno mai mezze misure. E’ come i sentimenti che si provano davanti ad una bella donna: ci potrà essere ammirazione, amore oppure, agli estremi, anche odio…la Lambic è così.
La Geuze: per provare a spiegare un po’ questa bevanda , potrei citare l’effervescente Geuze, detta anche “lo Champagne del Belgio”. Si tratta di una birra di frumento prodotta assemblando due o più tipi di Lambic di vario invecchiamento al fine di provocare una fermentazione secondaria e una spuma simile a quella dello Champagne, senza alcuna filtrazione, carbonatazione artificiale, dolcificazione o pastorizzazione.
Il sapore: come appare degustandola la Lambic? Dipende, oltre che naturalmente dalla percezione individuale, dal fatto che la Lambic sia giovane, vecchia oppure assemblata ed in questo caso attraverserà ancora altre cinque fasi sovrapposte di fermentazione, in cui quattro o cinque lieviti e microflora originali svolgeranno di nuovo un ruolo importante……
A questo punto si sviluppa la più schietta acidità da questa birra – pensiamo agli altri tipi sviluppati dal Signor Jean-Pierre Van Roy nel sobborgo di Bruxelles – Anderlecht : Foufoune (albicocca), Vigneronne (uva moscato), Kriek (ciliegia), , Rosè di Gambrinus (framboise): probabilmente ha ragione lui, Van Roy, a ritenersi ormai l’unico produttore di lambic autentico…ormai sono procedimenti troppo costosi ed antieconomici.
Ma proseguiamo con questa nota: ed allora questa birra potrà essere acidula, lattica (si, proprio…come un formaggio forte a pasta molle), pastosa, rinfrescante, stimolante con sfumatura rossastre, rosa-porpora , con un contorno di note fruttate oppure (se giovane) potrà avere una veste paglierina ecc…ecc….
A questo punto penso che convenga fermarsi qui….ed allora torno a ripetere che per me, come per tante altre persone, non esiste al mondo una birra così complessa ed enigmatica…….
E’ proprio così; l’enigma delle Lambic………