marcy76 ha scrittoBuonasera a tutti,
tra due settimane sarò a Pescoluse (LE), dove ho affittato una casa con alcuni amici per una settimana di vacanza.
Scrivo per avere qualche indicazione su trattorie, pizzerie, vinerie e, in generale, locali informali, dove cenare la sera nel tratto di costa che va da Gallipoli a Santa Maria di Leuca ed eventualmente anche qualche indirizzo nel primo entroterra, magari utile per conoscere meglio le specialità locali.
Grazie fin d'ora per l'interessamento e la collaborazione, buona serata!
maxbor ha scrittomarcy76 ha scrittoBuonasera a tutti,
tra due settimane sarò a Pescoluse (LE), dove ho affittato una casa con alcuni amici per una settimana di vacanza.
Scrivo per avere qualche indicazione su trattorie, pizzerie, vinerie e, in generale, locali informali, dove cenare la sera nel tratto di costa che va da Gallipoli a Santa Maria di Leuca ed eventualmente anche qualche indirizzo nel primo entroterra, magari utile per conoscere meglio le specialità locali.
Grazie fin d'ora per l'interessamento e la collaborazione, buona serata!
Non è una zona in cui vado con frequenza, quindi ho poco di sperimentato da segnalarti.
L'unico posto che ti consiglio, con schietta cucina di territorio ben eseguita (oltre alla divagazione piemontese di un eccellente brasato) è La Rua de li travaj di Patù.
Locale ubicato nella piazza del paese in estate frequentatissimo dai turisti è con tavoli messi un po' ovunque. Ne perde un po' ma ne vale ugualmente la pena.
Questa la mia recensione per il libro "Piatti dimenticati" di Andrea Guolo che però non ho scaricato sul Mangione.
LA RUA DE LI TRAVAj (strada dei lavoratori)
Piazza Indipendenza – Patù (Lecce)
"Patù, tre chilometri dal mare di leuca e millecinquecento abitanti tra i quali Vinicio Capossela (cittadino onorario) e lui, Gino, il patron de La Rura de li travaj, un luogo dove la cucina del territorio esplode in tutta la sua schiettezza.
Si viene catturati dal tempo sia nelle due piccole salette con camino che semplicemente all’aperto, in piazza, sotto il campanile della Chiesa Madre.
Ci viene il forestiero curioso di assaporare piatti per lui sconosciuti ma anche il “leccese” desideroso di trovare o ritrovare i sapori della sua terra.
Ambiente, servizio, cucina, non aspettatevi stelle o stellette, se non quelle del cielo salentino. Qui la cura e la semplicità è tutta familiare, la sostanza batte la forma, ci si sente amici tra gli amici,…un robusto rosso del salento e del buon pane casereccio, quindi si parte.
Come fare a rinunciare agli antipasti? Non si può, è bene metterlo in preventivo. Magari se si è in gruppo è preferibile ordinarne un assaggio ridotto altrimenti si rischia di non poter proseguire.
Il tavolo si dipinge come una tavolozza con i colori del ciambotto (zucchine, melanzane e peperoni), parmigiana, pitta di patate (una focaccia), ciceri e fogghie (ceci e verdura), cicurieddhre (cicorie selvatiche), insalata di patate, le immancabili pittule (polpette di pastella fritte) ed altro ancora.
Per il primo mi sono indirizzato sulle “campestri” fave e cicorie. Altri hanno ordinato sagne n’cannulate (pasta lunga ritorta fatta a mano e condita con sugo e ricotta acida) o l’antica “scurdiata” (altrove “cecamariti”).
Rimane un po’ di posto per un assaggio di pezzetti di carne al sugo e del buonissimo polpettone.
Finale con festival di ottimi dolci casalinghi (tranci di crostate e dolcetti di mandorla) accompagnati da un “rosolio” fatto in casa.
Conto di 25 euro a testa per un rapporto qualità prezzo salentino come non mai!"
maxbor ha scrittomarcy76 ha scrittoBuonasera a tutti,
tra due settimane sarò a Pescoluse (LE), dove ho affittato una casa con alcuni amici per una settimana di vacanza.
Scrivo per avere qualche indicazione su trattorie, pizzerie, vinerie e, in generale, locali informali, dove cenare la sera nel tratto di costa che va da Gallipoli a Santa Maria di Leuca ed eventualmente anche qualche indirizzo nel primo entroterra, magari utile per conoscere meglio le specialità locali.
Grazie fin d'ora per l'interessamento e la collaborazione, buona serata!
Non è una zona in cui vado con frequenza, quindi ho poco di sperimentato da segnalarti.
L'unico posto che ti consiglio, con schietta cucina di territorio ben eseguita (oltre alla divagazione piemontese di un eccellente brasato) è La Rua de li travaj di Patù.
Locale ubicato nella piazza del paese in estate frequentatissimo dai turisti è con tavoli messi un po' ovunque. Ne perde un po' ma ne vale ugualmente la pena.
Questa la mia recensione per il libro "Piatti dimenticati" di Andrea Guolo che però non ho scaricato sul Mangione.
LA RUA DE LI TRAVAj (strada dei lavoratori)
Piazza Indipendenza – Patù (Lecce)
"Patù, tre chilometri dal mare di leuca e millecinquecento abitanti tra i quali Vinicio Capossela (cittadino onorario) e lui, Gino, il patron de La Rura de li travaj, un luogo dove la cucina del territorio esplode in tutta la sua schiettezza.
Si viene catturati dal tempo sia nelle due piccole salette con camino che semplicemente all’aperto, in piazza, sotto il campanile della Chiesa Madre.
Ci viene il forestiero curioso di assaporare piatti per lui sconosciuti ma anche il “leccese” desideroso di trovare o ritrovare i sapori della sua terra.
Ambiente, servizio, cucina, non aspettatevi stelle o stellette, se non quelle del cielo salentino. Qui la cura e la semplicità è tutta familiare, la sostanza batte la forma, ci si sente amici tra gli amici,…un robusto rosso del salento e del buon pane casereccio, quindi si parte.
Come fare a rinunciare agli antipasti? Non si può, è bene metterlo in preventivo. Magari se si è in gruppo è preferibile ordinarne un assaggio ridotto altrimenti si rischia di non poter proseguire.
Il tavolo si dipinge come una tavolozza con i colori del ciambotto (zucchine, melanzane e peperoni), parmigiana, pitta di patate (una focaccia), ciceri e fogghie (ceci e verdura), cicurieddhre (cicorie selvatiche), insalata di patate, le immancabili pittule (polpette di pastella fritte) ed altro ancora.
Per il primo mi sono indirizzato sulle “campestri” fave e cicorie. Altri hanno ordinato sagne n’cannulate (pasta lunga ritorta fatta a mano e condita con sugo e ricotta acida) o l’antica “scurdiata” (altrove “cecamariti”).
Rimane un po’ di posto per un assaggio di pezzetti di carne al sugo e del buonissimo polpettone.
Finale con festival di ottimi dolci casalinghi (tranci di crostate e dolcetti di mandorla) accompagnati da un “rosolio” fatto in casa.
Conto di 25 euro a testa per un rapporto qualità prezzo salentino come non mai!"
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