Sesso gratis o andare a mangiare alla Madia?
Sicuramente quest'ultima, col sesso gratis non sai mai come capiti, con la Madia capiti sempre bene! Ignoro perché questo accostamento irriverente mi sia venuto in mente, ma l'esperienza mangionesca in quel di Brione ha sicuramente stimolato papille e sensi di tutti i tipi, un evento particolare quello alla Madia che ha visto aggiungersi al tavolo tanti nuovi amici e qualche...separatista. Procediamo con ordine, dopo alcuni tornanti che s'inerpicano verso Brione arrivo ad un cartello che indica di svoltare a destra per la Madia dove trovo il buon Scogghi che con un cartello col logo de ilmangione in mano m'indica l'entrata del parcheggio del ristorante (Non mi ricordo se alla fine del pranzo siamo passati a riprenderlo....mah?!?)Tra i primi arrivati Franferrari, mangione nonché membro di un'altra confraternita dal nome inequivocabile (I' grass) che é passato a prendere Mauro1980, due magri che mangiano però da grassi e come se ne andasse della loro vita. Nel frattempo arrivano anche due simpatici pazzi furiosi del Lazio che sono partiti alle 5 di mattina da Aprilia per pranzare con noi per poi passare qualche giorno in Lombardia. La comitiva si popola via via di facce nuove ed una serie di stuzzichini corroborati da un paio di calici di <i> FranciaCorta Saten Ca del Vent </i> preparano piacevolmente alla imminente avventura gastronomica.
Ci hanno preparato una grande tavolata a ferro di cavallo per accoglierci tutti quanti e poter condividere come al solito al meglio esperienze e convivialità. Ma ahimé parte del tavolo rimarrà vuoto; un improvviso moto separazionista coglie otto semisconosciuti mangioni – forse intimoriti dal nostro bieco aspetto - che optano per l’apartheid ed un tavolo separato. Non avendo lamette a disposizione evitiamo di suicidarci tagliandoci le vene per questo e ci rifacciamo con i golosi panini portati dalla cucina.
Io mi trovo seduto difronte ad una simpatica coppia (Kalifornia74) , offro dell’acqua alla gentile fanciulla che educatamente rifiuta guardandomi peraltro un po’ stupita, come a dire “acqua?!?”. Il vero mangione si vede subito...
Inizia la teoria degli antipasti:
Vengono servite <b> giardiniera casalinga </b>, delicata ed appena agra, senza l’olio a soffocarla ed appesantirla ed il pan brioche caldo con marmellata di cipolle e ginepro che fungeranno da contorno a dei salumi “commoventi” come direbbe l’ amico Johnleg.
<b> Violino di agnello </b>, affettato soave e fragrante giudicato all’unanimità il migliore dei quattro eccelsi salumi offerti; dalla tavolata novelli Paganini si offronno frementi di mostrar la loro maestria col...violino, anche se tenderei ad escludere che sia per ispirazione di Euterpe.
Un <b> salame invecchiato 2 anni </b> setoso ed intenso al palato, un profumato<b> culatello</b> di un piccolo produttore della zona ed infine un <b> prosciutto cotto di pecora</b> con un filo d’olio del Garda completano l’offerta della norcineria. Per defatigare il palato in un bicchierino di vetro ci viene servita una <b> zuppetta di verdure e lampredotto</b> piccantina al punto giusto e che prepara l’accoglienza allo <b>strachi parat </B> accompagnato dall’imancabile polenta. Lo strachi parat è una sorta di zuppa di cipolle densa mischiata con una formaggella locale a formare un piatto saporoso e confortante. Anche qua, come per tutte le materie prime la filiera è cortissima e certificata, se andate sul sito della Madia vedrete chi fornisce quel tipo di formaggio, chi quelle cipolle e così via...un’attenzione maniacale al territorio ed alla qualità. L’ultimo antipasto è qualcosa con cui vorreste farvi riempire, al posto del Pop Corn, i bicchieroni di carta che danno al cinema e sgranocchiare con sommo piacere davanti ad un buon film, davanti ad un bel panorama, ascoltando della buona musica, insomma anche solo guardando un muro bianco, le <b> lumache avvolte nella pancetta </b> della Madia; croccanti e da mangiare rigorosamente con le mani.
Intanto siamo passati ad un vitigno locale un <i> Groppello riserva Terre balosse di Zuliani</I> che avrebbe meritato di respirare un po’ di più , frutti rossi, spezia, struttura importante.
I prodromi sono incoraggianti e già spazzolati, quando si entra nel vivo del percorso gastronomico con un <b> Risotto con cicorie selvatiche, Nostrano Valtrompia d’Alpeggio e riduzione di Braulio</b> piatto che gioca piacevolmente con i toni amari delle cicorie, la grassezza e intensità del formaggio e le note aromatiche della riduzione. Qualche grano di gramignia nel riso aggiunge un contrasto di consistenze.
Passiamo poi agli <b> Gnocchi bio di ricotta con pesto di sedano e mandorle </b>, gnocchi di ricotta baianca di notevole levità servito con un connubio interessante tra sedano in parte tritato in parte tagliato e delle ottime mandorle di Noto. Tra i due (ottimi) piatti è quello che mi ha intrigato di più per l’originalità degli accostamenti.
Ingraniamo le ridotte visto che la salita si fa erta...ci aiuta un Cellatica Superiore Ca del Vent, un blend di Marzemino, Barbera ed incroci terzi, un po’ più ruffiano del precedente grazie alla barique, anche qua piccoli frutti rossi e neri, fiori, tannini morbidi.
<b> Manzo all’olio </b> tipico piatto di Rovato del quale esistono tante versioni quante famiglie che lo fanno, basta guardare il sito di Rovato
http://www.rovato.it/manzo.htm.
Al posto del cappello del prete alla Madia hanno usato il ganascino e servito la carni a tocchi piuttosto che a fette, la carne pur resa morbida dalla lunga cottura rimane bella mostosa. A mio avviso una delle migliori versioni mai mangiate .
Ed eccoci all’altra eccellenza della giornata <b> Controfiletto di pecora della Valcamonica con olio di cenere di rosmarino </b>. Commosso mi sovvengono sul momento le braciole di pecora alla griglia mangiate da giovin studente in Toscana, bestie sicuramente perite per le troppe primavere e dall’inequivocabile afrore; afrore che nulla o poco riusciva a distogliermi dal ferale pasto. (tradotto per i meno aulici, a 20 anni mangi di tutto, anche la pecora tigliosa della trattoriaccia in periferia)
Questo è tutto un altro mondo, il controfiletto cotto perfettamente al sangue ed appena insaporito dall’olio riposa su un sottile velo di purè, la carne é saporita, ricca di umori e profumi desueti e da sola merita il viaggio. Polenta e patate novelle accompagnano il tutto... giusto per evitarci il calo degli zuccheri
La scelta del dolce è libera e molte cose interessanti sbirciano dalla lista, semifreddo di formaggio di capra, Caprese, torta al cioccolato con sorbetto di peperone.
Personalmente opto per un sorbetto di sedano ed un calice d’idromele, scelta che mi porterà il dileggio di scogghi che, stufo di fare la bella statuina al parcheggio, era rientrato atterrendo con le sue prodezze manducatorie il suo vicino di desco. D’altronde scogghi è un fenomeno accuaratmente studiato dal C.E.R.N. e dalla N.A.S.A., l’unico essere umano con un buco nero nello stomaco.
Qualche friandies, un caffè ed un limoncello casalingo con limoni del Garda concludono questa ottima esperienza mangionesca, ambiente, cordialità e cibi son stati tutti ottimi.
Distogliamo Calvin e Franferrari ipnotizzati davanti alla cantinetta dei salumi, lo sguardo di bramosia che cogliamo nei loro occhi ci fa capire che hanno smesso da tempo di comprare Playboy
Ahimè è tempo di abbandonare l’allegra brigata e volgere, verso casa. Salutiamo i nuovi amici augurandoci che non siano fugaci apparizioni e di rivederli al prossimo evento.
Però come si stà bene quì.....
Capohog