da donAttilio il 15 nov 2011 02:08
IL MIO DIARIO DI VIAGGIO IN CINA
PERIODO: Partenza Martedì 11 Ottobre 2011 – Rientro Giovedì 20 Ottobre 2011
TOUR OPERATOR
Columbia Turismo S.R.L. Roma. Promozione: AVIS Cervia; gestione Robintur Ravenna.
Trattasi di viaggio completamente organizzato nei minimi dettagli, con trasferimento in Pullman da Cervia, Ravenna, Imola, San Lazzaro di Savena, fino all’aeroporto Malpensa di Milano.
VOLI
Di linea con Air France. Andata: Malpensa/Parigi/Shanghai. Rientro: Pechino/Parigi/Malpensa, proseguimento in pullman per le varie destinazioni.
Due voli interni da Suzhou a Xian e da Xian a Pechino, con compagnie aeree locali.
LOCALITA’ VISITATE
Shanghai. Nel tardo pomeriggio di Mercoledì 12/Ottobre, dopo le operazioni di sbarco all’aeroporto, ci trasferiamo in centro nella Nanking road, la principale arteria commerciale su cui si affaccia il porto fluviale sul fiume Huangpu, dove noi, all’imbrunire, effettuiamo la passeggiata nel cosiddetto Bund, una distesa elegante di edifici, tutti splendidamente illuminati, in stile europeo e di alberghi storici che evocano perfettamente l’atmosfera della vecchia Shanghai dell’epoca 1800 inizio 1900. Di fronte, sull’altra sponda del fiume, Pudong, il “monumentale e imponente” progetto edilizio (di sera completamente illuminato), orgoglio della Cina nei confronti del mondo, che si potrebbe anche definire “il loro nuovo mondo”, fatto di grattacieli e alberghi lussuosi, la torre della TV perla d’Oriente, lo Shanghai Convention Center, istituzioni finanziarie che nel loro insieme rappresentano la moderna architettura di Pudong, o come dicono qui, è “socialismo alla cinese”.
A seguire, nella stessa serata, abbiamo passeggiato e fatto shopping per i vicoli della Concessione Francese, un elegante angolo dal sapore parigino con negozi, bar, ristoranti alla moda, che si estondono fra i quartieri Luwan e Changning.
Siamo ritornati nella Nanking road, a sogguardare alla luce naturale del giorno dopo, l’impatto era indubbiamente meno suggestivo, ma in ogni caso ritengo che sia una tappa obbligatoria e irrinunciabile, di sera e di giorno.
Sono rimasto veramente sbalordito di fronte a tanto fascino del passato e dell’imponente modernismo futuristico.
Giovedì 13/Ottobre, abbiamo visitato il Giardino del mandarino Hu: un parco di dimensioni ragguardevoli in un quartiere tradizionale. Il Tempio di Buddha di Giada: la statua alta quasi due metri che arrivò dalla Birmania nel 1882, portata da un pio monaco. Nella serata, assistiamo allo spettacolo del circo acrobatico, dove vari atleti propongono esercizi spettacolari con complessità tecniche che richiedono elevatissima attitudine e allenamento atletico peculiare.
Alcune considerazioni di Shanghai (ovviamente tutto e connesso ai pochissimi giorni dedicati): trattasi di una metropoli con 23 milioni di abitanti; lo sviluppo urbanistico/edilizio è a dir poco convulso (per soddisfare l’elevata richiesta di abitazioni, come del resto in tutte le grosse città, dove è più agevolata la ricerca di un lavoro che produca un reddito abbastanza soddisfacente) , si contano circa 6.000 grattacieli (oltre i 24 piani, sono considerati appunto grattacieli); i ciclomotori, possono circolare solamente quelli elettrici, potrebbe essere un primo passo per cercare di contenere l’incombente inquinamento, anche acustico; si percorrono un’infinità di rotatorie/ponti/viadotti con 3/4 strade soprelevate; ci sono pannelli indicatori luminosi nelle strade più importanti, che in tempo reale evidenziano la situazione circolatoria, il traffico è pressoché caotico in quasi tutte le estensioni centrali, ma si registrano (stranamente) pochissimi incidenti stradali; temperatura media del periodo 10/25 gradi, piogge abbastanza scarse. Le mie opinioni circa l’alimentazione/cucina/alberghi, li indicherò alla fine, in un capitolo dedicato.
Zhujiajiao – Suzhou. Venerdì 14/Ottobre, nella mattinata, a Zhujiajiao visitiamo un piccolo villaggio con i caratteristici ponticelli antichi di epoca Ming. Indubbiamente in questo piccolo agglomerato si “respira” un’atmosfera d’altri tempi, in netta contrapposizione a quanto visto a Shanghai i giorni precedenti. Proseguimento per Suzhou e visita al museo della produzione di seta, dove si può vedere il baco, la produzione, la lavorazione e vendita del prodotto finito.
Suzhou (otto milioni di abitanti, circa) è anche una delle attrazioni della Cina, con i pittoreschi canali e i tradizionali giardini cinesi, che furono concepiti per favorire la ”meditazione” e meritano di essere visti, possibilmente con calma.
Sabato 15/Ottobre, nella mattinata visita al Giardino del Maestro delle Reti, non di grandi dimensioni, ma con una disposizione di armonia naturale, vari padiglioni che si riflettono in una grande vasca circondata da camminamenti, furtivamente nascosto in un vicolo cittadino.
A seguire, la Collina della Tigre. Dopo un breve camminamento in salita, circondati dal verde, si raggiunge la sommità della collina dove si erge una torre ottagonale di sette piani, risalente il XII secolo, circa, con una pendenza dalla base all’estremità di due metri.
Una breve navigazione in barca per i canali di Suzhou, considerata anche” la piccola Venezia”; una visita al mercato tradizionale, con un impatto visivo e olfattivo abbastanza sconcertante per i nostri usi e consumi. Nella serata, trasferimento in aereo per Xi’an. Xì an. Domenica 16/Ottobre, escursione a Lintong, località a 50 chilometri dalla citta, dove sono state portate alla luce circa 10.000 statue divenute famose con il nome di “Esercito di Terracotta”. Scoperto per caso nel 1974 da alcuni contadini che stavano scavando un pozzo. L’Esercito di terracotta, risalente a 2000 anni fa, è un’affascinante testimonianza di abilità artistica e un’espressione grandiosa del potere. Le migliaia di soldati di terracotta (ciascuno con un’espressione unica, solenni e commoventi), oggetti vari dell’epoca, carri da guerra e cavalli, sono contenute in tre grandi cripte/fosse, in origine coperte da tetti di legno, sotto uno strato di terra: diverse camere delle fosse sono ancora da scavare e portare alla luce il resto di questo patrimonio archeologico che per importanza si affianca alle altre attrazioni turistiche della Cina. Abbiamo avuto anche l’opportunità, in occasione della nostra visita, di stringere la mano al contadino, ora ottantenne, che per primo si rese conto durante gli scavi del pozzo, che nel sottosuolo era custodito qualcosa a lui sconosciuto, ma entrambi destinati a diventare famosi.
Questa è una tappa irrinunciabile, per maestosità, incanto e significato storico.
A seguire: “La Pagoda della Piccola Anatra Selvatica”, fondata nel VII secolo, in origine contava 15 piani, ridotta a 13 per i danni sismici; “La Pagoda della Grande Anatra Selvatica”, edificata nel 648 d.C. dall’imperatore Gao Zong in onore della madre. Il padiglione centrale era destinato a ospitare diverse statue di Budda, quale segno di devozione alla religione professata dai regnanti dell’epoca; Torre della Campana, magnifo esempio di architettura antica, nella zona dove convergono le vie principali e a ridosso delle mura della città vecchia; passeggiata nel Quartiere Musulmano, uno dei più tipici della città. Nella serata, in un elegante albergo/teatro cena a base di tipici ravioli di pasta ripieni(una delle poche gradite soste gastronomiche), poi assistiamo allo spettacolo di musica (registrata) e danze cinesi, con ballerini di elevato spessore tecnico che vestivano costumi adeguati alle circostanze rappresentate.
Lunedì17/Ottobre, nella mattinata visita al Mercato della Medicina tradizionale cinese, dove si possono trovare tutti i prodotti che la natura mette a disposizione (compreso anche qualche “animaletto”), per curarsi come prevede la tradizione cinese. Trattandosi di un mercato, diciamo popolare, anche in quest’occasione regna abbastanza “disordine” e “relativa” pulizia.
Certamente la città e i dintorni di Xì an (sette milioni di abitanti, circa), meritano la visita per i tanti luoghi di grande interesse monumentale e storico. Pensate, che la ricca commerciale “Via della Seta”, partiva da qui, e gli emissari stranieri in arrivo portarono con sé un tocco di Islam che permane tuttora.
Nel pomeriggio, trasferimento all’aeroporto e volo per Pechino.
Pechino. All'incirca al centro della Cina, si trova la capitale, sede imperiosa del potere politico e punto mediano nevralgico di collegamento per qualsiasi altra località nel paese. Nella corsa frenetica verso il XXI secolo, questa metropoli (18 milioni di abitanti) è un groviglio di vecchio e nuovo. Ci sono grattacieli che svettano verso il sole sopra intrecci di vie con edifici bassissimi; persone anziane che camminano con fatica e impiegati impeccabilmente vestiti che spariscono in un “diluvio” di biciclette e motocicli, strade che pullulano di una marea di lavoratori itineranti, soldati, uomini d’affari e persone venute dalle zone rurali.
Nonostante questa, per certi versi, grossolana modernizzazione, Pechino non è priva di storia e luoghi d’inestimabile interesse, socio-culturale che noi ci appresteremo a visitare.
Martedì 18/Ottobre, La Grande Muraglia. La muraglia (lunga circa 6430 chilometri), non fu la realizzazione di una sola dinastia, iniziata già nel VII secolo a.C. Si potrebbe definire uno sforzo colossale, un atto di coraggiosa follia, futile trovata, splendida realizzazione. Lo scopo era quello della difesa dalle tribù ostili, ma da questo punto di vista la Muraglia falli clamorosamente, almeno questo è ciò che si narra. Indubbiamente pensando l’estensione sconcertante, suscita stupore. Le parti che noi abbiamo visitato, a Badaling (70 chilometri dalla capitale), sono state ricostruite e restaurate a beneficio dei visitatori, quindi si ha una falsa impressione delle condizioni della struttura, in gran parte fatiscente. D'altronde, è un percorso che sono subordinate tutte le strutture “dei tempi che furono”, e fortunatamente riescono a incantarci ancora “ai tempi nostri”.
Sulla via del rientro si trovano le Tombe dei Ming e della via Sacra, lungo la quale si possono ammirare 24 animali di pietra e 12 figure umane. Maestose e solenni le tombe degli imperatori della dinastia Ming, con alcune delle più pregevoli sculture in pietra.
Mercoledì 19 Ottobre, Piazza Tiananmen, letteralmente significa “ Porta della Pace Celeste”, rappresenta il desiderio di ordine e armonia caratteristica del cosmo cinese. Quest’immensa distesa lastricata di pietre, luogo delle manifestazioni studentesche del 1989, è un microcosmo ordinato dell’universo comunista a dimostrazione colossale del potere statale. Qui è sepolto il presidente Mao, e qui si affaccia il monolitico parlamento cinese. La piazza è delimitata da un assortimento eterogeneo di edifici, monumenti in stile sovietico ed enormi musei.
A seguire l’adiacente Città Proibita, un’estensione di 32 ettari, che occupano uno dei tesori cinesi più splendidi e affascinanti per gli imperatori Ming e Quing. Iniziata la sua costruzione nel 1421 dall’imperatore Yongle, per concludersi verso la fine del XVIII secolo. La Città Proibita rappresentava l’inavvicinabilità e la distanza dell’imperatore, che dal suo interno erano impartiti i dettami al paese, anche quelli diretti alle provincie più lontane. In concreto, un centro del potere, con una moltitudine di edifici che la rendono intrigante e seducente.
Il Tempio del Cielo. Un esempio supremo di architettura Ming e un punto di riferimento notevole di Pechino. Il tempio, un diagramma della cosmologia cinese, è allo stesso tempo ponte verso i cieli e icona della capitale, ma da un punto di vista più quotidiano attribuisce nome a una moltitudine di prodotti commerciali, comprese le sigarette più forti sul mercato. E’ situato in un vasto parco di quasi 300 ettari, dove l’imperatore officiava le cerimonie più importanti dell’anno, come il rituale che stabiliva il legame tra “Cielo e Terra”. Ci sono edifici in tutto il parco che erano usati per rituali, preghiere e funzioni varie nel periodo dal 1400 al 1918, data in cui fu destinato a scopi turistici, eseguendo anche corposi restauri. Anche questa visita non è da lasciarsi sfuggire.
Nel pomeriggio ci trasferiamo al Palazzo d’Estate, una vasta residenza estiva imperiale risalente alla dinastia Qing, situata nel parco che circonda il lago Kunming ricca di templi, padiglioni e sale, un maestoso ponte per attraversare il lago, uno stravagante battello di marmo costruito per volontà della vedova capricciosa imperatrice. Nel periodo estivo diveniva la dimora in cui si concepivano le linee guida da utilizzare nella gestione dell’impero.
Nella serata, cena in ristorante locale a base di anatra laccata. Accettabile la cottura e i sapori dell’anatra, per il resto le solite proposte come sotto riportato, nel capitolo dedicato al cibo.
Cucina – Cibo – Alberghi. Come anticipato all’inizio di questo diario, trattandosi di viaggio organizzato nei minimi dettagli, diventava arduo cercare di fare esperienze gastronomiche al di fuori dal percorso escursionistico, pertanto, le nostre occasioni sono state solamente quelle del circuito programmato, in ristoranti cosiddetti turistici.
Alla prova dei fatti, nei dieci giorni del nostro soggiorno, a prescindere dalle varie località visitate, sia a pranzo sia a cena, ci invitavano ad accomodarci in tavoli rotondi per dieci o dodici persone, con sovrapposto un piano di vetro in cui erano servite solitamente nove o dieci pietanze, che ogni commensale ruotandolo si serviva a piacimento. Le proposte erano: brodini/zuppette, di solito con l’aroma del coriandolo, poco gradito a tutti; verdure cotte a vapore, oppure crude, senza aromi o spezie, che solitamente erano benaccette a molti; spaghetti di soia, anche in questo caso la sorpresa aromi/spezie/piccante era sempre in agguato; riso, solitamente scotto e scondito; varie portate a base di carne, con aromi, spezie e peperoncino, a volte imbarazzanti per il palato; poche volte servivano pesce, ma accostato a ingredienti che rilasciavano dolcezza, a dir poco sgradevole. Non servivano dolci ma solamente cocomero che “sanciva” la fine del pasto.
Questi, a grandi linee, erano i cosiddetti menù tradizionali. Sapendo che la cucina cinese può offrire di meglio sia per fantasia sia per qualità frequentando ristoranti di fascia superiore, mi rimane il rammarico di non averli provati, ovviamente per la non agevole possibilità di farlo viaggiando in gruppo, tant’è che a qualcosa bisogna pur rinunciare.
Alberghi/Hotel. Durante il soggiorno, ci siamo riposati e rilassati in quattro Alberghi 4 stelle, eleganti, accoglienti, puliti, con personale professionalmente appropriato gentile e disponibile.
Conclusione.
La considero senza remore (a parte il “contesto” del cibo), un’esperienza molto interessante dal punto di vista storico/culturale/monumentale; ho riscontrato stimolante la realtà odierna per quanto riguarda l’impatto ambientale/strutturale/urbanistico. Si respira un clima di frenetico “movimento”, sia nelle persone sia nelle prospettive, finalizzato al conseguimento di obiettivi che diano maggior appagamento economico alla popolazione, che in particolar modo si riversa massicciamente nelle più grandi città laddove le opportunità, sono maggiori.
Ovviamente, queste mie considerazioni sono frutto dei pochi dieci giorni di permanenza e delle altrettante poche località visitate, in un ambito continentale.
Devo anche rilevare la magnifica aggregazione plasmatasi con tutto il gruppo(20 persone) dei partecipanti, sempre puntuali, disponibili e gioviali.
Giovedì 20 Ottobre. Si è fatto tardi, rientriamo. . . in Italia !